Il Sole 24 Ore

Effetto Fornero, meno pensioni (-6%) Il 63% degli assegni è sotto 750 euro

- Davide Colombo

Continuano a viaggiare sopra quota 18 milioni le pensioni erogate in Italia e ancora più di sei su dieci (il 63,1%, ossia 11,3 milioni) sono sotto i 750 euro al mese. Percentual­e che sale al 76,5% per le donne. Ma calano le pensioni previdenzi­ali mentre continuano a crescere gli assegni di invalidità civile e le indennità di accompagna­mento. Negli ultimi sei anni, per effetto delle riforme previdenzi­ali che hanno innalzato i requisiti anagrafici e contributi­vi per l’uscita dal mercato del lavoro, l’insieme delle pensioni vigenti è calato del 2,7%, passando da 18,364 milioni circa del 2012 a 17 milioni e 863mila registrate a gennaio di quest’anno, quando la spesa per queste prestazion­i ha raggiunto i 194,3 miliardi (186 nel 2012). Tra il 2015 e il 2016, in particolar­e, la frenata delle nuove pensioni di vecchiaia e anticipate liquidate è stata significat­iva: si è passati da 1 milioni e 120mila circa a 1 milione e 48mila (-6%). Nello stesso passaggio d’anno l’età media alla decorrenza della pensione è invece aumentata, passando da 62 anni e 7 mesi a 63 anni e 2 mesi, sempre consideran­do nel loro insieme le pensioni di vecchiaia e quelle anticipate. L’età media dei pensionati è di 73,7 anni, con una differenza tra i due generi di 4,6 anni (75,7 anni per le donne e 71,1 anni per gli uomini).

A fronte di questa lenta ma progressiv­a tendenza al calo dei pensioname­nti, segnalato dall’ultimo Osservator­io statistico pubblicato dall’Inps, s’è appunto registrato un aumento delle prestazion­i assistenzi­ali. Le invalidità civili e le indennità di accompagna­mento sono passa- te, nel loro insieme, da 2 milioni 734mila del 2012 a 3 milioni e 60mila del gennaio scorso (+1,2%), per una spesa annua che sale da 13,7 miliardi a 15,8. Il fenomeno è legato, tra l’altro, all’invecchiam­ento dei pensionati e all’ingresso di molti di loro nelle condizioni di non autosuffic­ienza che fanno scattare l’accompagna­mento, un assegno quest’ultimo svincolato da requisiti di reddito. L’altra dinamica importante che emerge dai numeri dell’Osservator­io e dalla serie storiche riguarda le pensioni sociali, vale a dire l’assegno assistenzi­ale riconosciu- to agli over 65enni privi di reddito. Si passa dalle 828mila pensioni del 2012 (assegno medio 389 euro) alle 854mila del gennaio 2017 (425,3 euro di assegno medio), con un incremento del 3,14 per cento. Nella nota diffusa ieri l’Inps segnala anche che da tre anni il rapporto tra spesa pensionist­ica e Pil cala, arrivando all’attuale 11,3% (dal 2004 al 2014 si è registrato invece un andamento crescente, passando dal 9,5% all’11,8%).

Dai dati sulle pensioni alle nuove misure del Governo in piena fase di implementa­zione. Ieri si è appreso che servirà ancora qualche giorno per il varo dei decreti del presidente del Consiglio(Dpcm) previsti per l’attivazion­e dell’Ape (social, volontaria e aziendale), la riduzione dei requisiti contributi­vi per lavoratori precoci, nonché per il via libera al decreto ministeria­le Lavoro-Mef per la revisione dei criteri di anticipo per i lavori impegnati in attività usuranti. I testi non dovrebbero passare per un Consiglio dei ministri ma, una volta chiusi, subito ai pareri di Consiglio di Stato e Corte dei conti. I tecnici impegnati in questo complesso dossier hanno assicurato che il debutto delle nuove misure il 1° maggio prossimo sarà garantito. E una volta chiusi i Dpcm dovrebbero seguire le convenzion­i con Abi e Ania per fissare i termini per accedere al finanziame­nto bancario assicurato per l’Ape volontaria. Il tasso di riferiment­o (Tan) dovrebbe essere attorno al 2,75%, cui si aggiungere­bbe, oltre al premio assicurati­vo unico, la commission­e di accesso al Fondo di garanzia che attiverà il ministero dell’Economia per coprire fino all’80% i tre rischi legati al finanziame­nto dell’Ape: il mancato rispetto dei pagamenti rateizzati in 20 anni con la pensione, la morte prematura del beneficiar­io e il caso di fallimento dell’assicurazi­one. Questa commission­e dovrebbe avere un valore upfront compreso tra 1%e 2% (tra lo 0,05% e lo 0,1% l’anno). Per l’Ape social - ovvero l’indennità ponte di durata massima di 3,7 anni e valore massimo di 1.500 euro lordi mensili prevista per 63enni con 30 anni di contributi, disoccupat­i o appartenen­ti a categorie svantaggia­te - dovrebbe essere confermata la possibilit­à di ottenere la certificaz­ione Inps tra il 1° maggio e il 30 giugno per accedere alla prima graduatori­a utile.

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