Il capitalismo familiare e la diligenza del padre
Ovvero, ecco in questo caso il significato più autentico, senso del dovere e responsabilità sociale dell’industria (si chieda ai dipendenti del gruppo dolciario e ai territori per informazioni convincenti e dettagliate, ndr). Null’altro che coscienza civica del bene comune, valore spesso molto sfocato nella nostra classe dirigente (sia pubblica sia privata, beninteso). Il tutto declinato con riservatezza piemontese e pregiato fiuto del made in Italy, le cifre del “signor Michele”, mancato nel febbraio 2015.
Non a caso il Reputation Institute ha valutato la società cuneese leader mondiale 2017 nel food. La famiglia – provata dalla perdita prematura di Pietro nel 2011 e affidata al fratello minore Giovanni – si presenta con stile e “diligenza” consueti a un altro bivio strategico, soprattutto nelle dinastie della manifattura: non è da poco affidare la carica di ceo a Lapo Civiletti, top manager interno di provate fiducia e capacità, lasciando al figlio del fondatore il ruolo di executive chairman. Una nuova governance, con nomine e ruoli precisi, in grado di affrontare a testa alta i mercati mondiali. La signora Maria Franca Fissolo, madre di Giovanni, resta alla guida della holding e della Fondazione Ferrero. Altre grandi sfide si presenteranno. Ma la scelta comunicata ieri è indice di un capitalismo familiare che interpreta con responsabilità i propri doveri. Un bel segnale, senza dubbio alcuno, per il nostro sistema economico e finanziario spesso dall’ego smisurato.