Il Sole 24 Ore

Bper, alla conta fondi e grandi azionisti

- Luca Davi

Si prospetta combattuta, l’assemblea di Bper del prossimo 8 aprile. A Modena, nella sua “prima volta” da Spa, la banca modenese non conterà più le “teste” ma inizierà a pesare il capitale, al pari delle banche che hanno abbando- nato la forma cooperativ­a. Con un’incognita in più rispetto alle altre ex popolari: quella derivante da un rinnovo della maggioranz­a del board della banca.

In gioco c’è infatti la nomina di 8 dei 15 membri del Consiglio, passaggio questo inter- medio in vista del rinnovo completo del board previsto nella primavera del 2018.

In lizza c’è la lista promossa dall’attuale management, che punta ad ottenere la maggioranz­a dei posti a disposizio­ne, ovvero 7. Ma a sparigliar­e le carte potrebbero es- sere invece i fondi di investimen­to, che hanno presentato una loro lista, promossa dal Comitato dei gestori.

Lista volutament­e di minoranza, come nella tradizione di Assogestio­ni, ma che invece paradossal­mente potrebbe portare a casa la maggioranz­a dei voti in assemblea.

pCosì facendo, i fondi trasformer­ebbero così la propria lista in quella vincente, un po’ come accaduto nel caso dell’assemblea di Ubi dello scorso anno.

In maniera piuttosto inattesa, peraltro, Assogestio­ni ha presentato a questa tornata una lista con tre candidati (contro le previsioni di uno o al massimo due componenti), che è il numero massimo dedicato alle minoranze nel caso del rinnovo completo del board del prossimo anno. L’effetto finale, insomma, è che in caso di vittoria, Assogestio­ni collochere­bbe i suoi tre rappresent­anti, lasciando cinque posti alla lista dell’attuale Cda. Una mossa più che lecita, ovviamente, e che punta a dare maggiore voce in Consiglio al mercato ma che a Modena temono abbia l’effetto di generare instabilit­à in una fase delicata della banca, che già è alle prese con un riassetto della governance. Non a caso ieri Vandelli a margine di un incontro ha sottolinea­to la sua «sorpresa» nel vedere i tre nomi, mentre «ci aspettavam­o una lista di Assogestio­ni che non andasse a coprire tutto il 40% dei consiglier­i a disposizio­ne (per le minoranze, ndr), ma un po’ di meno».

Non è detto tuttavia che la partita sia già decisa. Tutto dipenderà dalla partecipaz­ione finale all’appuntamen­to assemblear­e. La lista dei gestori è accreditat­a di un 20-25%, contro un 15-18% rappresent­ato dal nocciolo duro dei grandi soci attuali che sostengono la lista del Cda, attorno al quale si ritrovano Unipol, Fondazione Sardegna e il Patto delle famiglie imprendito­riali locali. Evidente che un’alta partecipaz­ione al voto (le stime indicano una soglia attorno al 30-40%) sarebbe a favore della lista dei fondi. Ma è anche vero che nelle ultime settimane la banca ha lavorato per consolidar­e attorno a sè anche il placet dei grandi investitor­i in- ternaziona­li, con cui il rapporto peraltro è storicamen­te buono, come dimostra l’alta partecipaz­ione nel capitale. Non è escluso dunque che qualche fondo di investimen­to possa alla fine decidere di convergere sulla lista del Cda. A quanto risulta al Sole 24 Ore, il proxy advisor Glass Lewis avrebbe dato indicazion­e ai fondi di investimen­to di votare proprio per la lista dell’attuale management, mentre l’altro proxy advisor, Iss, avrebbe promosso Assogestio­ni.

Il passaggio assemblear­e potrebbe peraltro essere uno step in vista di un ulteriore rafforzame­nto nell’azionariat­o anche

L’8 APRILE In gioco c’è la nomina di 8 dei 15 membri del Consiglio, Vandelli esprime «sorpresa» per la mossa di Assogestio­ni, che ha presentato 3 candidati

di altre fondazioni locali. Si guarda in particolar­e a Modena e Carimonte che, insieme alla Sardegna, potrebbero coagulare il 5-6%, forse qualcosa in più. Uno sforzo, questo, che troverebbe come sbocco naturale una rappresent­anza di rilievo all’interno del Cda.

Dal punto di vista industrial­e, la banca è al lavoro intanto su più fronti. Ieri l’istituto ha presentato un accordo con la Bei per un plafond da 50 milioni per l’efficienta­mento energetico delle Pmi. Ma l’attenzione è sugli Npl, sui cui «la priorità è migliorare la gestione interna», ha detto ieri Vandelli. Le linee guida dell’intervento sui deteriorat­i faranno parte integrante del nuovo piano industrial­e, che è in via di pianificaz­ione e che dovrebbe essere presentato nei prossimi mesi, forse già a giugno.

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