Bper, alla conta fondi e grandi azionisti
Si prospetta combattuta, l’assemblea di Bper del prossimo 8 aprile. A Modena, nella sua “prima volta” da Spa, la banca modenese non conterà più le “teste” ma inizierà a pesare il capitale, al pari delle banche che hanno abbando- nato la forma cooperativa. Con un’incognita in più rispetto alle altre ex popolari: quella derivante da un rinnovo della maggioranza del board della banca.
In gioco c’è infatti la nomina di 8 dei 15 membri del Consiglio, passaggio questo inter- medio in vista del rinnovo completo del board previsto nella primavera del 2018.
In lizza c’è la lista promossa dall’attuale management, che punta ad ottenere la maggioranza dei posti a disposizione, ovvero 7. Ma a sparigliare le carte potrebbero es- sere invece i fondi di investimento, che hanno presentato una loro lista, promossa dal Comitato dei gestori.
Lista volutamente di minoranza, come nella tradizione di Assogestioni, ma che invece paradossalmente potrebbe portare a casa la maggioranza dei voti in assemblea.
pCosì facendo, i fondi trasformerebbero così la propria lista in quella vincente, un po’ come accaduto nel caso dell’assemblea di Ubi dello scorso anno.
In maniera piuttosto inattesa, peraltro, Assogestioni ha presentato a questa tornata una lista con tre candidati (contro le previsioni di uno o al massimo due componenti), che è il numero massimo dedicato alle minoranze nel caso del rinnovo completo del board del prossimo anno. L’effetto finale, insomma, è che in caso di vittoria, Assogestioni collocherebbe i suoi tre rappresentanti, lasciando cinque posti alla lista dell’attuale Cda. Una mossa più che lecita, ovviamente, e che punta a dare maggiore voce in Consiglio al mercato ma che a Modena temono abbia l’effetto di generare instabilità in una fase delicata della banca, che già è alle prese con un riassetto della governance. Non a caso ieri Vandelli a margine di un incontro ha sottolineato la sua «sorpresa» nel vedere i tre nomi, mentre «ci aspettavamo una lista di Assogestioni che non andasse a coprire tutto il 40% dei consiglieri a disposizione (per le minoranze, ndr), ma un po’ di meno».
Non è detto tuttavia che la partita sia già decisa. Tutto dipenderà dalla partecipazione finale all’appuntamento assembleare. La lista dei gestori è accreditata di un 20-25%, contro un 15-18% rappresentato dal nocciolo duro dei grandi soci attuali che sostengono la lista del Cda, attorno al quale si ritrovano Unipol, Fondazione Sardegna e il Patto delle famiglie imprenditoriali locali. Evidente che un’alta partecipazione al voto (le stime indicano una soglia attorno al 30-40%) sarebbe a favore della lista dei fondi. Ma è anche vero che nelle ultime settimane la banca ha lavorato per consolidare attorno a sè anche il placet dei grandi investitori in- ternazionali, con cui il rapporto peraltro è storicamente buono, come dimostra l’alta partecipazione nel capitale. Non è escluso dunque che qualche fondo di investimento possa alla fine decidere di convergere sulla lista del Cda. A quanto risulta al Sole 24 Ore, il proxy advisor Glass Lewis avrebbe dato indicazione ai fondi di investimento di votare proprio per la lista dell’attuale management, mentre l’altro proxy advisor, Iss, avrebbe promosso Assogestioni.
Il passaggio assembleare potrebbe peraltro essere uno step in vista di un ulteriore rafforzamento nell’azionariato anche
L’8 APRILE In gioco c’è la nomina di 8 dei 15 membri del Consiglio, Vandelli esprime «sorpresa» per la mossa di Assogestioni, che ha presentato 3 candidati
di altre fondazioni locali. Si guarda in particolare a Modena e Carimonte che, insieme alla Sardegna, potrebbero coagulare il 5-6%, forse qualcosa in più. Uno sforzo, questo, che troverebbe come sbocco naturale una rappresentanza di rilievo all’interno del Cda.
Dal punto di vista industriale, la banca è al lavoro intanto su più fronti. Ieri l’istituto ha presentato un accordo con la Bei per un plafond da 50 milioni per l’efficientamento energetico delle Pmi. Ma l’attenzione è sugli Npl, sui cui «la priorità è migliorare la gestione interna», ha detto ieri Vandelli. Le linee guida dell’intervento sui deteriorati faranno parte integrante del nuovo piano industriale, che è in via di pianificazione e che dovrebbe essere presentato nei prossimi mesi, forse già a giugno.