Banco Bpm e la «Good bank» per le «sofferenze» del sisma
Un tempo finanziare il territorio e il suo tessuto socio-economico era attività caratteristica di banche e fondazioni. Ma nell’era della vigilanza unica e dei super-requisiti patrimoniali, aiutare popolazioni e territori è diventato sempre più difficile per tutti. Ma anche se la beneficienza sembra sotto “vigilanza”, il sistema continua a fare ciò che può, dove può: Banco Bpm, per esempio, ha donato ieri all'Episcopio di Ascoli Piceno un assegno di 850mila euro da destinare alla ristrutturazione della casa di accoglienza di Sant'Emidio distrutta dal terremoto del 2016. La somma è stata raccolta tra 20mila clienti e dipendenti dell'ex Banco Popolare, diventato Banco Bpm dopo la fusione tra i due istituti. Anche se la Bce vuole banche tutte uguali, il legame con il territorio resta un patrimonio tutto italiano: le “sofferenze”, quelle vere, si affrontano meglio così. (R.Fi.)
aspetta la decisione dell’Agcom sul caso Mediaset-Vivendi per avviare il tentativo di mediazione chiesto dal giudice del Tribunale di Milano Vincenzo Perozziello presso il quale è pendente la causa civile promossa da Mediaset e Fininvest. Salvo che l’Agcom non ritenga un fatto nuovo da approfondire la dialettica in corso tra sindaci e amministratori Telecom sul ruolo di Vivendi, l’istruttoria aperta alla vigilia di Natale dovrebbe concludersi nei tempi ordinari e cioè entro il 21 aprile. Alla prima udienza, il 21 marzo scorso, il giudice civile aveva invitato le parti a «esperire preliminare tentativo di mediazione», assegnando un termine di 15 giorni per la presentazione della relativa domanda. Richiesta che si prospetta come un atto formale, che entrambe le squadre legali si preparano a compiere. Le vere trattative inizieranno solo dopo.
Gli argomenti da mettere sul piatto per tentare una ricomposizione sono più d’uno. Dalla quota azionaria che i francesi hanno spinto fino a sfiorare la soglia dell’Opa con il 29,9% dei diritti di voto del Biscione e che va ben oltre i limiti concordati nel contratto (disatteso) firmato un anno fa su Premium, al riconoscimento dei danni sul quale l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi non sembra intenzionato a transigere, alle possibili collaborazioni industriali che potrebbero mettere in campo i due gruppi fino a coinvolgere potenzialmente i diritti per il calcio, ora che Telecom ha fatto sapere che parteciperà alle aste per la parte che riguarda la trasmissione sulla banda ultralarga.
Prima di entrare nel vivo, occorre però chiarire l’ambito entro il quale è possibile muoversi. Condizione preliminare, perciò, è la delibera Agcom, chiamata per la prima volta ad applicare le regole del Tusmar (Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici) nella parte in cui impedisce le concentrazioni tra chi (Telecom) ha più del 40% del 7 Il Sic è il «Sistema integrato delle comunicazioni» previsto dal Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (TUSMAR). La normativa prevede che « i soggetti tenuti all’iscrizione nel registro degli operatori di comunicazione», « non possono né direttamente, né attraverso soggetti controllati o collegati ai sensi dei commi 14 e 15, conseguire ricavi superiori al 20 per cento dei ricavi omplessivi del sistema integrato delle comunicazioni»