«Educazione finanziaria a tutela del risparmio»
L’intervento del Governatore della Banca d’Italia Visco al convegno organizzato in Senato Padoan: entro maggio verrà istituito il Comitato per l’educazione finanziaria al Mef
pL’educazione finanziaria è «componente essenziale» delle politiche di tutela del risparmio. E lo è ancor di più in un contesto di rapido mutamento delle scelte di portafoglio delle famiglie reso possibile dalle nuove tecnologie e da una crescente diversificazione dell’offerta da parte degli intermediari. È partita da queste considerazioni l’intervento del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al convegno organizzato ieri in Senato dai presidenti delle commissioni Finanza, a poche settimane dal varo di misure, con la legge di conversione del dl «salvarisparmio» che daranno vita a una “Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale”. Presente al convegno anche il ministro Pier Carlo Padoan, il quale ha assicurato che entro maggio verrà istituito il previsto Comitato per l’educazione finanziaria presso il Mef che sta at- tualmente «procedendo alla convocazione di tutti i soggetti del Comitato per definire i criteri per l’individuazione dei componenti». Il suo lavoro verrà affiancato direttamente da quello delle amministrazioni, il ministero dell’Istruzione per i giovani, e il ministero dell’Economia, per i cittadini già in grado di compiere scelte di investimento. Il primo obiettivo del Comitato sarà quello di raccordare e valutare le varie iniziative di educazione finanziaria già attivate da soggetti pubblici e privati.
Negli ultimi decenni - ha spiegato il Governatore - si è registrato nel nostro Paese uno spostamento verso forme di investimento in attività «meno liquide e complesse che ne ha avvicinato la rilevanza a quella che caratterizza gli altri principali paesi europei continentali». Ma per effetto della crisi la composizione delle attività finanziare detenute dalle famiglie (circa 4mila miliardi; due volte e mez- zo il Pil) è poi tornata a spostarsi su «circolante e depositi bancari e postali», ridottisi fino al 20% del complesso delle attività all’inizio degli anni Duemila ma cresciuti nuovamente negli ultimi anni fino a poco più del 30% (1.300 miliardi), un livello simile a quello degli anni Ottanta. In questa evoluzione delle scelte dei risparmiatori s’è ridotto il possesso di titoli obbligazionari (dal 30% degli anni Ottanta al 10% attuale) ed è invece cresciuto quello di azioni e altre partecipazioni (dal 35% al 55%). «Nel complesso - ha osservato Visco - nel portafoglio delle famiglie italiane s’è accentuata la presenza di prodotti che per loro natura presentano elementi di diversificazione intrinseca: le quote di fondi comuni, le riserve assicurative, i fondi pensione. Nello stesso tempo è aumentata la complessità delle scelte e più elevati sono oggi i rischi di liquidità e di controparte, spesso tra loro correlati». Di qui la