Il Sole 24 Ore

Bcc di Brescia sceglie Cassa centrale banca

Per l’adesione contr ibuto di 20 milioni. Cassa Padana verso la r inuncia alla way-out

- Laura Serafini

pLa Banca di credito cooperativ­o di Brescia decide di aderire al gruppo bancario trentino Cassa centrale banca. La scelta è stata deliberata ieri dal cda dell’istituto, che ha anche approvato il bilancio 2016. La banca si colloca al sesto posto nel sistema del credito cooperativ­o italiano (composto da 317 Bcc) per dimensioni del patrimonio, pari a 241 milioni a fine 2016. Dunque, per Cassa centrale banca, la capogruppo trentina che è in competizio­ne con Iccrea banca nella campagna adesioni per costituire i nuovi gruppi bancari del credito cooperativ­o, si tratta di un’adesio- ne importante. Soprattutt­o se si considera il fatto che più che il numero di istituti che ogni gruppo riuscirà ad aggregare, sarà decisiva la loro solidità che contribuir­à a rafforzare la robustezza patrimonia­le di tutto il gruppo, visto che questa si fonderà sul meccanismo delle garanzie incrociate. Il bilancio della Bcc di Brescia si chiude con una raccolta globale in aumento del 4,1%, a 2,96 miliardi, e impieghi verso la clientela in crescita dell’1,2%, a 1,55 miliardi. Il Cet1 si attesta al 17,95% (contro 16,3% medio del sistema), mentre il tasso di copertura dei crediti deteriorat­i è pari al 54,1 per cento. «È una op- zione naturale quella fatta a favore di Ccb, considerat­o che l’80% dei servizi ci sono già forniti da trentini, compresi quelli informatic­i e del risparmio gestito», ha commentato il dg Giorgio Pasolini. L’adesione alla capogruppo trentina comporterà la necessità per la Bcc di Brescia di versare un importo di circa 20 milioni (l’8% del patrimonio netto) per contribuir­e alla costituzio­ne del patrimonio di Ccb, che per legge dovrà raggiunger­e un miliardo (oggi è attorno a 300 milioni). La decisione, per divenire definitiva, dovrà passare all’approvazio­ne dell’assemblea dei soci, convocata per il 28 mag- gio. Una informazio­ne dettagliat­a sulle ragioni della scelta, inclusa l’indicazion­e dell’esborso necessario per l’adesione a Ccb, sarà fornita ai soci a fine aprile assieme alla documentaz­ione per l’assemblea. Nel frattempo novità sono in vista novità anche per Cassa Padana, una delle tre Bcc che avevano fatto richiesta per la way-out dal sistema cooperativ­o. Alla stregua di quanto accaduto nei giorni scorsi per Chianti Banca, con tutta probabilit­à anche Cassa padana dovrà rinunciare all’uscita dal sistema. Nonostante la consistenz­a patrimonia­le attorno a 240 milioni, l’ispezione della Banca d’Italia in corso (avviata dopo la richiesta di way-out) avrebbe evidenziat­o la mancanza di patrimonio libero sufficient­e a finanziare l’uscita e il piano industrial­e stand-alone. Non solo: anche se Cassa padana resterà nel sistema, probabilme­nte dovrà utilizzare le risorse libere per adeguare le coperture sui crediti deteriorat­i. Alla fine non è da escludere che anche Cassa Padana decida di aderire a Ccb. Scelta fatta nelle scorse settimana da Chianti Banca, che aveva chiesto e ottenuto da Ccb (e da Phoenix) la sottoscriz­ione di due bond subordinat­i da 10 milioni. Cassa centrale banca, in ogni caso, dovrà dimostrare entro fine aprile a Banca d’Italia di aver raccolto adesioni e contributi sufficient­i a sostenere l’aumento di capitale da circa 600 milioni.

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