Brexit, Bruxelles fissa le tappe: prima la definizione del divorzio, poi i negoziati commerciali
Via ai negoziati commerciali solo dopo aver definito la separazione
L’Unione europea vuole prima negoziare i termini legali del divorzio con il Regno Unito e poi avviare la discussione di un accordo di libero scambio che potrà essere firmato solo se Londra si impegnerà ad evitare forme di dumping ai danni della Ue. È uno dei punti principali delle linee guida fissate dal Consiglio europeo per il negoziato su Brexit.
A 48 ore dalla notifica ufficiale di Brexit, il Consiglio europeo ha distribuito ai Ventisette un canovaccio delle linee-guida che l’ Unione dovrebbe usare nel suo negoziato con il Regno Unito. Il testo, circolato ieri qui a Bruxelles, elenca in modo perentorio i principi che i Ventisette vorranno difendere nelle discussioni. Qualsiasi futuro accordo di libero scambio potrà essere firmato con il Regno Unito solo se Londra si impegnerà ad evitare forme di dumping ai danni dell’Unione.
Il documento di sei pagine, che andrà ora negoziato dai Ventisette in vista dell’approvazione politica il prossimo 29 aprile, conferma le voci della vigilia (si veda Il Sole-24 Ore di giovedì). Il Consiglio europeo ha messo a punto un testo che volutamente non entra nei dettagli, ma che ha il merito di chiarire molti aspetti. «Il testo è una bozza – spiegava ieri mattina un alto responsabile europeo –. Deve essere negoziato tra i Paesi, ma è stato redatto a seguito di contatti permanenti con le capitali».
Innanzitutto, la sequenza dei negoziati. I Ventisette vogliono prima negoziare il divorzio da Londra, sbrogliando la matassa di legami giuridici, e poi discutere un accordo di libero scambio tra il Regno Unito e l’Unione. Nel testo si spiega che il passaggio da un dossier all’altro avverrà quando sarà compiuto «sufficiente progresso» sul primo fronte. «La scelta è politica e verrà presa dai capi di Stato e di governo», ha detto l’alto responsabile europeo. La questione non sarà facile da dirimere.
In una prima fase delle trattative di divorzio, che devono durare un massimo di due an- ni, l’obiettivo dei Ventisette è di ridurre l’incertezza di Brexit. Lo sguardo corre alla situazione giuridica dei cittadini europei che risiedono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono sul continente; agli interessi delle imprese che fanno affari sulle due coste della Manica; e infine agli impegni finanziari che la Gran Bretagna ha nei confronti dell’Unione.
Nel canovaccio, il Consiglio europeo ricorda i particolari interessi di tre Paesi: l’Irlanda, preoccupata dal futuro dell’Ulster, una regione a cavallo tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord; la Spagna, che protesta contro la presenza inglese a Gibilterra; Cipro, che ospita basi britanniche. Una volta avvenuta Brexit, «qualsiasi accordo tra il Regno Unito e l’Unione Europea non potrà applicarsi a Gibilterra senza una intesa tra il Regno di Spagna e il Regno Unito», si legge nelle linee-guida, dando nei fatti un potere di veto a Madrid.
La sequenza in due fasi non piace a Londra, che vorrebbe discutere delle due questioni in parallelo. Un altro aspetto controverso è il desiderio dei Ventisette di avere «meccanismi di soluzione delle controversie» sia per gestire le dispute sull’accordo di divorzio, che eventualmente sull’intesa di libero scambio che verrà negoziata successivamente. «È nell’interesse dell’Unione pro- teggere la sua autonomia giuridica e il suo ordine legale», si legge nella bozza.
La precisazione non è banale. Accordi simili con la Svizzera non prevedono un’autorità giurisdizionale, tanto che nei fatti Berna è spesso in una posizione di forza rispetto a Bruxelles che deve tenere conto degli interessi nazionali dei Paesi dell’Unione.
Da Londra, ci sarà probabilmente il desiderio di evitare qualsiasi tribunale formale. La sfida, in questo campo come in altri, sarà non solo di strappare un accordo ma anche di assicurare l’unità dei Ventisette nelle trattative.
Quanto al futuro accordo di libero scambio, che necessiterà probabilmente anni di negoziati, l’ Unione si dice d’accordo per siglare una intesa di questo tipo, ma nelle linee-guida si sottolinea la necessità di evitare da parte del Regno Unito qualsiasi dumping regolamentare o qualsiasi concorrenza sleale, anche tenuto conto che almeno in una prima fase il Regno Unito potrà giocare su due piani: sarà fuori dalla Unione, ma nei fatti godrà sempre dell’acquis comunitario.
In buona sostanza, il testo intima alla Gran Bretagna di avere un atteggiamento “leale” durante le trattative, dopo che Londra ha annunciato ufficialmente mercoledì il desiderio di lasciare l’Unione. Le discussioni dei negoziati, ha avvertito da Malta il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, «saranno difficili, complesse, e a volte anche conflittuali, non c’è alcun modo di evitarlo». Le linee-guida saranno oggetto di trattative in due tornate, già previste l’11 e il 24 aprile, in vista del summit del 29 aprile prossimo.
LA SEQUENZA I Ventisette vogliono prima trattare i termini del divorzio, e poi discutere l’accordo di libero scambio tra Regno Unito e Ue