Da Cdp 30 miliardi di risorse
Utile netto di gruppo in forte miglioramento (1,1 miliardi) - Cresce il margine di interesse I vertici: «Bilancio più solido nonostante il contesto sfidante»
Più risorse mobilitate nel 2016 a sostegno dell’economia italiana: 30 miliardi di euro che, per via dell’effetto leva, hanno attivato 50 miliardi di investimenti. Forte miglioramento dell’utile netto e del margine d’interesse. Sono in sintesi i risultati 2016 presentati ieri a Milano dai vertici di Cassa Depositi e Prestiti.
risorse mobilitate nel 2016 a sostegno dell’economia (30 miliardi di euro che, per via dell’effetto leva, hanno attivato 50 miliardi di investimenti) - tra internazionalizzazione delle aziende(14,2 miliardi di euro), imprese (10,5 miliardi), e ancora, government, Pa, infrastrutture e real estate (5,4 miliardi) - e ritorno all’utile che si attesta a 1,1 miliardi (contro i 900 milioni di perdite nel 2015), grazie al forte incremento del risultato della capogruppo (1,7 miliardi, +87% rispetto all’anno prima). Con un balzo significativo, poi, sul margine di interesse (a quota 2,1 miliardi, quadruplicato rispetto all’anno prima), per effetto sia delle migliori condizioni spuntate dal Mef nella remunerazione del conto di Tesoreria sia dell’ottimizzazione delle fonti di raccolta e del miglioramento nella gestione di attivi e passivi. Mentre, sul patrimonio netto consolidato salito a 35,7 miliardi (+1,1 miliardi sul 2015), ha inciso il conferimento del 35% di Poste dal Tesoro, che ha fatto cresce- re a 23,2 miliardi il patrimonio netto della sola Cassa (+3,7 miliardi sull’anno prima).
A valle della nuova mission di istituto nazionale di promozione e della presentazione, ormai più di un anno fa, del piano industriale 2016-2020, subito dopo il rinnovo dei vertici, la Cassa Depositi e Pre- stiti guidata da Fabio Gallia e presieduta da Claudio Costamagna ha tracciato un primo bilancio del suo operato, presentando ieri, a Palazzo Mezzanotte, i risultati 2016 «in forte progresso» che ne confermano il cruciale supporto alla crescita e la proiettano, con un occhio a Bruxelles, al primo posto nella capacità di convogliare i fon- di Juncker nella penisola (con 10 miliardi di investimenti attivabili). «Nonostante il contesto sfidante, siamo riusciti a chiudere il 2016 con un bilancio solido, più solido di dodici mesi fa», ha spiegato il ceo Gallia non prima di aver accennato alla trasformazione, messa in pista nei mesi scorsi e imperniata su una nuova governance («agiamo più come gruppo», è il refrain), su un cambio di approccio e nondimeno su una maggiore presenza territoriale, dentro e fuori i confini (a Bruxelles è stato appena aperto un ufficio con le “omologhe” francese e tedesca).
La conferenza stampa di ieri ha poi offerto l’occasione per chiarire il ruolo della Cassa nelle operazioni straordinarie annunciate in questi mesi, da Poste (si veda altro articolo in pagina)all’investimento nel fondo Atlante, fino alla partite industriali, a cominciare dalla contesa attorno a Ilva. «Ci siamo impegnati perché serve al Paese e perché riteniamo ci sia una sostenibilitá finanziaria. Ilva è ristrutturabile. Non esiste Paese al mondo che non ha una dorsale siderurgica forte», è stato il messaggio consegnato alla stampa. Mentre su Alitalia e sul possibile coinvolgimento della Cassa, le bocche sono rimaste praticamente cucite. «Sono giornate importanti, non commentiamo situazioni specifiche», ha tagliato corto Gallia. Quanto a Saipem, «l’investimento è a lungo termine e la quota non è in vendita», ha sottolineato Costamagna dopo aver elogiato la ristrutturazione targata Cao. Poi, in chiusura, quando l’attenzione si è spostata su Fincantieri e sulla tentata acquisizione di Stx France con Parigi contraria all’ipotesi di una maggioranza assoluta dei cantieri transalpini nelle mani del gruppo triestino, il presidente non ha risparmiato critiche. «Siamo sorpresi di vedere certi atteggiamenti, speriamo che siano solo manovre prelettorali in Francia - ha chiosato -. Fa “vergogna” l’atteggiamento dei francesi, soprattutto dopo quello che hanno fatto in Italia».
L’ad Gallia: «Impegnati su Ilva perché serve al Paese» L’affondo di Costamagna: «Fa vergogna l’atteggiamento dei francesi su Fincantieri»