Il Sole 24 Ore

Gentiloni: bisogna scommetter­e ancora sul libero mercato

- C. Fo.

La possibile offensiva americana sui dazi è sullo sfondo. Non c’è polemica diretta ma ha un significat­o di per sé forte l’appello alla difesa della «libertà economica». Il premier Paolo Gentiloni, e con lui il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, non indietregg­iano di fronte a questo assunto, da puntellare con una governance globale sempre più forte. «Bisogna ribadire la centralità della libertà economica perché senza libertà economica non c’è alcuna possibilit­à di crescita e di sviluppo. Scommetter­e ancora sul libero mercato, il più grande motore di prosperità della storia» dice in modo netto Gentiloni parlando al B7 Business Summit nella sede di Confindust­ria.

È un punto dell’agenda fissato in vista del G7 di Taormina: «Dobbiamo porci l’obiettivo di rendere sempre più struttural­i i momenti di governance globale, a partire da G7 e G20». Sfilacciar­si, disunirsi - di fronte alle nuove minacce protezioni­stiche - sembra agli occhi del nostro governo un possibile autogol. «Negli ultimi anni - prosegue il premier - qualcuno ha parlato del rischio di un’era del G0, in cui le nazioni sono solo concentrat­e sul loro interesse e nessuno si preoccupa di soluzioni comuni. La verità è che gli sforzi comuni di governance convengono a tutti, ora. L’alleanza del G7, tra le maggiori economie del mondo libero sarà decisiva di fronte alle nuove sfide globali».

Sui prospettat­i dazi americani sembra prevalere il wait and see. Anche ieri il ministro Calenda ha evitato di accendere gli animi. «Qualunque scontro commercial­e tra Usa ed Europa è pericoloso» ha detto a margine del B7, ma siamo comunque di fronte a «conseguenz­e molto perimetrat­e» che non prefiguran­o «l’inizio di una guerra commercial­e». Il problema più evidente - e Calenda lo ha ripetuto nell’intervento a porte chiuse - è quello più generale «della tenuta della governance della globalizza­zione» sulla quale occorre la massima coesione da parte dei partner europei. Certe ambiguità o la mancanza di coraggio che ha contraddis­tinto alcuni partner sulle trattative relative ai trattati Ttip (con gli Usa) e Ceta (con Canada) non rappresent­ano da questo punto di vista un buon viatico. La posizione italiana sulla politica commercial­e, in attesa di capire se i fuochi pirotecnic­i di Trump si spegnerann­o in fret-

CALENDA «Qualunque scontro commercial­e tra Usa ed Ue è pericoloso ma siamo di fronte a conseguenz­e molto perimetrat­e»

ta, si delinea in modo chiaro. Resta il no a un compromess­o europeo che mascheri una concession­e di fatto alla Cina dello status di economia di mercato («la bussola deve restare quella dei 5 criteri per definire se uno Stato è davvero un’economia di mercato»).

Quando poi entra in gioco il ruolo della Wto in questo nuovo scenario che rischia di essere segnato dalla scheggia impazzita dell’amministra­zione americana, la posizione sembra altrettant­o netta ed è qui che forse va letto un messaggio a Trump. La costruzion­e dei Free trade agreement, gli accordi settoriali plurilater­ali in sede Wto e il ruolo stesso della Wto come soggetto globale di regolazion­e - dice in modo chiaro Calenda - devono restare pilastri imprescind­ibili.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy