Tajani: «Eurobond giusti, ma sarà dura»
La proposta lanciata dal professor Alberto Quadrio Curzio e Attilio Bertini sul Sole 24 Ore di trovare una uscita morbida dalla politica monetaria espansiva della Bce a fine anno, utilizzando il Fondo salva stati, come leva per gli eurobond e cercare una mutualizzazione embrionale dei debiti sovrani dell’eurozona, fa discutere nella prima giornata del XVIII forum di Confcommercio tenutosi a Cernobbio .
Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha espresso «sostegno alle politiche del presidente Draghi» aggiungendo che le misure anticrisi varate dalla Bce «devono andare avanti il più possibile». «Ovviamente è necessario che vengano affiancate da politiche industriali a sostegno delle imprese e di investi- mento di cui il piano Juncker è solo l’inizio – ha spiegato Tajani a margine – e di interventi sui debiti pubblici. Bisogna aiutare gli imprenditori, i commercianti e gli artigiani: se non si farà così l’Italia rischia di rimanere in stagnazione».
Rispondendo a una domanda sull’ipotesi di mutualizzazione del debito, Tajani ha affermato che «al proposito ci sono molti contrasti: sarebbe la scelta europeista più giusta, ma ci sono molti contrasti all’interno del Consiglio Europeo».
Una mutualizzazione del debito? «Mi sembra difficile. Di fatto un po’ di mutualizzazione c’è già con l’Esm, il Fondo salva stati, però è un tema complesso che ha bisogno di meccanismi di responsabilità di tutti gli altri Paesi», ribatte Enrico Letta, ex premier e rettore a Sciences Po a Parigi. «Finché la Francia ha un deficit elevato, fin quando l’Italia ha un debito elevato, finché la Spagna ha un disavanzo elevato, sarà difficile convincere i tedeschi a fare passi avanti maggiori», ha spiegato Letta.
«L’idea del professor Quadrio Curzio sugli eurobond è condivisibile in linea di principio – dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – subito dopo la fine del cortisone del presidente Draghi, però noi laicamente dobbiamo dire che se alcuni nostri partner non hanno piena fiducia nei nostri confronti anche perché abbiamo 2.200 miliardi di euro di debito pubblico (pari al 133% del Pil ndr). Forse noi avevamo anche promesso negli anni passati che avremmo fatto qualcosa per ridurre questo debito. Quindi bene la mutualizzazione dei debiti, ma meritiamocela». Non a caso Sangalli ha parlato «di riduzione della spesa pubblica improduttiva» con cui evitare aumenti Iva e di tagliare l’Irpef.