«Enav, accordo in Libia per l’aeroporto di Mitiga»
Parla l’ad Ner i: nuova torre di controllo in vista della fine della no fly zone
Enav, la società dei controllori volo, firma l’accordo per ricostruire in Libia nell’aeroporto di Mitiga (l’unico del paese operativo, quello internazionale resta chiuso), una torre di controllo e il relativo blocco tecnico, consolidando il presidio nell’area in vista della riapertura dello spazio aereo. Il valore dell’operazione è pari a 5 milioni di euro (su un portafoglio di 20 milioni di ordini aggiudicato nel 2016) per lavori che saranno completati in 10 mesi.
«La firma è la formalizzazione di un’attività che stiamo svolgendo da alcuni mesi, in collaborazione con le istituzioni e con il ministero degli esteri e nell’ambito dell’obiettivo fortemente voluto dal governo libico della riapertura dello spazio aereo del paese - spiega Roberta Neri, a.d. della società appena riconfermata al vertice-. A luglio abbiamo firmato con la Libyan Civil Aviation un commercial framework per attività di supporto al percorso di riapertura dei cieli. Tra queste rientrano la realizzazione della torre, con nuove strutture equipaggiate per l’erogazione di tutti i servizi per la navigazione aerea, e l’attività di formazione di 60 controllori libici che svolgiamo già dalla fine del 2016, addestrandoli nella nostra sede di Forlì». Le attività di consulenza che Enav svolge all’estero rappresentano una quota crescente dei ricavi non regolati della società: nel 2016 hanno raggiunto 14,6 milioni (+27,9%) su ricavi totali di 865 milioni di euro.
Il ruolo di Enav in Libia nasce e si sviluppa nell’ambito della storica relazione tra il paese nordafricano e l’Italia. «La nostra strategia in queste attività di consulenza, che vanno dal project managing, alla progettazione degli spazi aerei, le radiomisure e la formazione - continua la manager - punta sulla possibilità di diventare un interlocutore stabile per i paesi che si rivolgono al mercato per questi servizi».
È quanto Enav sta facendo in particolare nel Sud Est Asiatico, a Kuala Lumpur, dove la società lo scorso anno ha ottenuto un contratto di 5 anni del valore di 12 milioni per lo sviluppo di un nuovo grande centro di controllo i cui lavori sono iniziati due mesi fa. A Dubai la società ha partecipato a una gara molto serrata in cui ha sconfitto gli omologhi britannici di Nats: il contratto da 5 milioni di euro, di circa due anni, prevede una consulenza per la progettazione dello spazio aereo.
«È un progetto significativo - continua la Neri - perché viene realizzato nell’ambito del cielo unico degli Emirati, lo strumento con il quale quei paesi stanno tentando una prima forma di avvicinamento tra loro. Per noi l’importanza è nell’essere riconosciuti come un partner affidabile con il quale continuare a collaborare». Enav guarda con molto interesse alla possibilità di una riapertura della spazio aereo libico: questo comporterebbe la riattivazione delle rotte che dal nord Europa vanno in Africa e che transitano sull’Italia, perché è il percorso più breve. La quota più consistente del core business della società fa perno su quest’attività: i proventi da tariffe di rotta, quelle più redditizie. Nel 2016 il traffico di rotta in Italia è aumentato dell’1,5 per cento. «Prevedere quando lo spazio aereo libico sarà riaperto non è facile - dice la manager - perché c’è ancora molto da fare, anche se si sta lavorando sulle infrastrutture. Per Enav l’impatto sui flussi di traffico sarebbe importante, anche se è difficile fare una stima. Potrebbe portare un incremento dell’1-2% sul traffico di rotta».
Il 2016 è stato un altro anno record per i conti di Enav, con un utile di 76,3 milioni e una cedola (grazie all'uso delle riserve) di 95,3 milioni. È stato già annunciato che nel 2017 la cedola salirà del 4 per cento. «I primi mesi del 2017 stanno andando bene - rivela la Neri - anche se stagionalmente per noi sono i più deboli: a gennaio abbiamo avuto un +0,8% e a febbraio un +0,4% del traffico sui 28 giorni (febbraio 2016 era bisestile)».
Da fine 2018 sarà attivo il nuovo sistema di controllo satellitare del consorzio Aireon, di cui Enav possiede il 12,5% assieme Nav Canada, i provider danese e irlandese e Iridium. «Da quel momento lo spazio aereo sorvegliato a livello globale passerà dal 30% attuale al 100% - racconta -. Questo consentirà di aumentare la capacità di traffico nelle aree sinora non sorvegliate. Non posso fare disclosure sulle nostre aspettative di ricavi. Parteciperemo ai dividendi, ma avremo anche una prospettiva commerciale. Per i paesi desertici o vicini agli oceani, sarà necessario rendere complementare l’utilizzo del sistema satellitare con quello tradizionale e noi ci candidiamo a fare da consulenti». Ieri il titolo Enav ha toccato i massimi dall’Ipo, chiudendo a 3,81 euro.
NAVIGAZIONE AEREA «La riapertura dello spazio aereo può aumentare dell’1-2% il nostro traffico di rotta». Bene l’avvio del 2017 per la società Maggiori ricavi con i satelliti