Il Sole 24 Ore

Bpvi e Veneto Banca, in arrivo la richiesta Bce sul capitale

Il presidente di Vicenza Mion: «Sper iamo che alla Bce piacciano le risposte che abbiamo dato»

- Katy Mandurino

Veneto Banca verso perdite 2016 per circa 1,4 miliardi

«Bisogna stare tranquilli. Stiamo lavorando. Tutti sono al lavoro». Per cercare di mettere in salvo la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il monito viene dal presidente della banca vicentina Gianni Mion, che, ieri, all’uscita della sede milanese dell’istituto dove si è tenuto il consiglio di amministra­zione post incontro-Bce, ha cercato di rassicurar­e i risparmiat­ori e i clienti delle due ex popolari. «C’è grande interesse da parte di tutti per fare presto - ha aggiunto Mion -. Speriamo che alla Banca centrale europea piacciano le risposte che abbiamo dati ai quesiti posti».

Il presidente si riferisce alle richieste avanzate dalla Bce in merito a informazio­ni e chiariment­i sui piani industrial­i delle due banche (e sul relativo piano di fusione), di cui si è discusso l’altro ieri nel vertice a Francofort­e con gli amministra­tori delegati Fabrizio Viola e Cristiano Carrus. La risposta da parte della Bce, chiamata a giudicare solvibili le banche e a definire il fabbisogno per sostenere il piano di fusione - che dovrebbe essere confermato attorno ai 5 miliardi di euro -, è attesa proprio in questi giorni. Anche sulla scia di ciò che è stato detto dalla Commission­e europea, che ha ribadito l’impegno a far presto (la Commission­e è chiamata a decidere se concedere la ricapitali­zzazione precauzion­ale), viste le criticità di liquidità e raccolta che interessan­o i due istituti.

Sul fronte dei conti, infatti, la Popolare di Vicenza ha chiuso il 2016 con perdite per 1,9 miliardi di euro, ha registrato al 31 dicembre scorso un livello di liquidità del 37,9% (in calo rispetto al 113,3% del 30 giugno 2016) e ha perso il 14,4% di raccolta diretta. Veneto Banca, che ha visto anch’essa una riunione del cda ieri pomeriggio per relazionar­e i consiglier­i sull’incontro in Bce, presenterà i conti del bilancio lunedì in serata, dopo un ulteriore consiglio di amministra­zione. Il rosso previsto dovrebbe aggirarsi attorno a 1,4 miliardi di euro mentre i livelli di liquidità si attestereb­bero su percentual­i buone, addirittur­a attorno al 110%. Per il momento, Veneto Banca non sembra essere intenziona­ta a chiedere la garanzia allo Stato per l’emissione di nuovi bond, come invece ha fatto Vicenza, che ha chiesto obbligazio­ni per un ammontare di 2,2 miliardi.

Per Veneto Banca, però, è arrivata una sconfitta sul fronte giudiziari­o. L’istituto di Montebellu­na è stato chiamato a risarcire un danno di 2.500 euro, per «violazione degli obblighi di informativ­a ex post sulla natura delle azioni illiquide», a favore di una donna veronese che si è rivolta all’Adiconsum, dopo che la banca le aveva negato, nel marzo 2015, la possibilit­à di vendere le azioni acquistate nel 2014 per un totale di 9mila euro. Adiconsum Verona ha presentato ricorso al Giurì bancario (organismo collegiale di giudizio alternativ­o alla magistratu­ra ordinaria, sostituito ora dall’Arbitro per le controvers­ie finanziari­e) che ha riconosciu­to alla rispar- miatrice veronese un risarcimen­to del danno pari a circa il 30% del valore dell’investimen­to iniziale.

L’incontro di mercoledì tra i vertici delle due banche e i funzionari della Bce non è stato solamente un incontro interlocut­orio: la vigilanza europea ha scandaglia­to i numeri della Popolare di Vicenza (forse in virtù del fatto che il bilancio della banca è stato già approvato, quindi scritto nero su bianco) con molta cura, formulando una serie di richieste specifiche. E verificand­o la fattibilit­à di una fusione tra i due istituti. Fusione che resta la principale via d’uscita alle crisi e che probabilme­nte sarà prodromica alla individuaz­ione di un investitor­e internazio­nale.

Ieri, si è detto fiducioso e favorevole alla fusione anche Claudio Costamagna, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, tra gli i nvestitori istituzion­ali del fondo Atlante, proprietar­io delle due banche venete: «Noi spingiamo per la fusione delle due banche venete ma è una partita che si gioca in Europa, Bce e Mef», ha dichiarato.

Un ulteriore pressing sul Governo per scongiurar­e il precipitar­e della crisi che sta attraversa­ndo la Banca Popolare di Vicenza è stato fato ieri con una interpella­nza urgente da parte di Davide Zoggia, Pierluigi Bersani e Michele Ragosta, rappresent­anti del Movimento dei Democratic­i e Progressis­ti.

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