Il Sole 24 Ore

A Lone Star la good bank portoghese

- Marco Ferrando @marcoferra­ndo77 © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

pPer uno Stato, l’Italia, che si prepara ad assumere il controllo di una o più banche, ce n’è un altro, il Portogallo, che ha appena trovato un pretendent­e per la good bank di casa propria. Formalment­e di proprietà privata ma di dimensioni tali da rappresent­are una sorta di affare di Stato .

Così, è una sorta di “liberazion­e” quella annunciata ieri sera dalla Banca centrale di Lisbona: dopo mesi di trattative e ripetuti tentativi andati a vuoto, il 75% del Novo Banco, la good bank nata dal tracollo del Banco Espirito Santo, andrà al fondo americano Lone Star, che si è impegnato a ricapitali­zzarla per un miliardo; il restante 25% rimarrà nelle mani del Fondo di risoluzion­e, l’omologo portoghese di quello che in Italia ha presentato ieri i conti . Lone Star inietterà 750 milioni al closing dell’operazione e gli altri 250 milioni entro tre anni; in pratica, non solo si è trovato un privato disposto a farsi carico degli asset bancari - che attualment­e sul mercato godono di scarso appeal - ma addirittur­a a versare qualcosa.

Che è comunque molto meno di quanto si aspettava il governo portoghese. E di quanto lo Stato, insieme alle banche private sane, ha versato in questi anni: dal 2014 a oggi, infatti, l’uno e le altre hanno iniettato complessiv­amente 4,9 miliardi nel Novo Banco, che ha ereditato gli asset sani di Bes, banca fallita dopo l’emergere di irre- golarità contabili. «La vendita è un passo importante per la stabilità del sistema bancario», ha commentato ieri il governator­e della Banca del Portogallo, Carlos Costa: «L’accordo consente di rispettare il termine stabilito congiuntam­ente con la Commission­e europea per la vendita di Novo Banco».

Certo, ci sono ancora alcune incognite. La principale riguarda il patrimonio di vigilanza del Novo Banco: per puntellarl­o, verranno convertiti in obbligazio­ni subordinat­e circa 500 milioni di bond senior. Qualora l’operazione non fosse sufficient­e a ripristina­re i livelli minimi fissati dalla Bce, sarà ancora il Fondo di risoluzion­e a effettuare nuovi versa- menti, e non Lone Star.

Dal 2014 l’ombra del Novo Banco aleggia sul Governo portoghese, che ha esperito diversi tentativi di cessione. Non solo: per evitare il bail in, a dicembre 2015 Lisbona aveva deciso manu militari di trasferire quasi 2,2 miliardi di bond (anche senior) del Novo Banco in una bad bank costituita ad hoc, nei fatti quasi azzerandon­e il valore. La misura aveva colpito solo titoli posseduti da istituzion­ali: molti se la sono legata al dito, e solo poche settimane fa hanno chiesto il conto allo Stato in occasione del collocamen­to del primo subordinat­o della Caixa Geral de Depósitos, di proprietàr­opr pubblica.

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