A Lone Star la good bank portoghese
pPer uno Stato, l’Italia, che si prepara ad assumere il controllo di una o più banche, ce n’è un altro, il Portogallo, che ha appena trovato un pretendente per la good bank di casa propria. Formalmente di proprietà privata ma di dimensioni tali da rappresentare una sorta di affare di Stato .
Così, è una sorta di “liberazione” quella annunciata ieri sera dalla Banca centrale di Lisbona: dopo mesi di trattative e ripetuti tentativi andati a vuoto, il 75% del Novo Banco, la good bank nata dal tracollo del Banco Espirito Santo, andrà al fondo americano Lone Star, che si è impegnato a ricapitalizzarla per un miliardo; il restante 25% rimarrà nelle mani del Fondo di risoluzione, l’omologo portoghese di quello che in Italia ha presentato ieri i conti . Lone Star inietterà 750 milioni al closing dell’operazione e gli altri 250 milioni entro tre anni; in pratica, non solo si è trovato un privato disposto a farsi carico degli asset bancari - che attualmente sul mercato godono di scarso appeal - ma addirittura a versare qualcosa.
Che è comunque molto meno di quanto si aspettava il governo portoghese. E di quanto lo Stato, insieme alle banche private sane, ha versato in questi anni: dal 2014 a oggi, infatti, l’uno e le altre hanno iniettato complessivamente 4,9 miliardi nel Novo Banco, che ha ereditato gli asset sani di Bes, banca fallita dopo l’emergere di irre- golarità contabili. «La vendita è un passo importante per la stabilità del sistema bancario», ha commentato ieri il governatore della Banca del Portogallo, Carlos Costa: «L’accordo consente di rispettare il termine stabilito congiuntamente con la Commissione europea per la vendita di Novo Banco».
Certo, ci sono ancora alcune incognite. La principale riguarda il patrimonio di vigilanza del Novo Banco: per puntellarlo, verranno convertiti in obbligazioni subordinate circa 500 milioni di bond senior. Qualora l’operazione non fosse sufficiente a ripristinare i livelli minimi fissati dalla Bce, sarà ancora il Fondo di risoluzione a effettuare nuovi versa- menti, e non Lone Star.
Dal 2014 l’ombra del Novo Banco aleggia sul Governo portoghese, che ha esperito diversi tentativi di cessione. Non solo: per evitare il bail in, a dicembre 2015 Lisbona aveva deciso manu militari di trasferire quasi 2,2 miliardi di bond (anche senior) del Novo Banco in una bad bank costituita ad hoc, nei fatti quasi azzerandone il valore. La misura aveva colpito solo titoli posseduti da istituzionali: molti se la sono legata al dito, e solo poche settimane fa hanno chiesto il conto allo Stato in occasione del collocamento del primo subordinato della Caixa Geral de Depósitos, di proprietàropr pubblica.