Il Sole 24 Ore

Deus Technology fa il pieno di ricavi

Per l’azienda italiana attiva nelle tecnologie per la finanza fatturato in r ialzo del 56%

- Alberto Magnani

pDeus Technology, azienda italiana del fintech (tecnologie finanziari­e), si preapara a chiudere i conti del 2016 con un fatturato di 3,2 milioni di euro, in rialzo del 56% sui 2,1 milioni del 2015.

L’obiettivo è di mantenere lo stesso ritmo nel 2017, con un target di 5 milioni di ricavi e la conquista di clientela estera in mercati come Belgio, Francia, Austria e Turchia. Sono i dati riferiti da Pasquale Orlando, responsabi­le del marketing strategico e cofondator­e della ormai ex startup, fondata nel 2010.

Deus Technology lavora come “abilitator­e digitale” nel mondo finanziari­o, fornendo soluzioni che permettono di far evolvere il proprio modello di business con le ultime tecnologie del settore: dai database su misura per i clienti ai sistemi di sicu- rezza e alla robo advisory, la consulenza automatizz­ata. «Rispetto ad altre aziende, noi ci limitiamo a fare da “fintech enabler”: abilitiamo i nostri clienti, ad esempio le banche, all’uso di tecnologie finanziari­e» spiega Orlando al Sole 24 Ore.

La società è partita nel 2010 con un capitale privato, per poi raggiunger­e il pareggio nel 2013 e restare in utile negli ultimi tre anni.

Per il 2016 si prevede un Ebitda «oltre il 25%» e un margine di profitto del 16%, anche se non sono stati forniti dati più specifici.

L’azienda conta circa 40 clienti in portafogli­o, con alcuni nomi grossi come Intesa Sanpaolo, Mediolanum ed Esperia.

Il modello di business consiste nella vendita di licenze per l'utilizzo delle proprie tecnologie, con una logica che resta indirizzat­a più al B2B (business-to-business) che al B2C (business-to-consumer, la vendita diretta ai consumator­i). «Il valore aggiunto – dice Orlando – sta nel fatto che gli diamo piattaform­a a disposizio­ne Noi non andiamo da una banca con progetti “chiavi in mano”, ma costruiamo prodotti su misure per le banche».

Oggi la robo advisory, le tecnologie di consulenza automatica, incidono per circa il 20% sui ricavi del gruppo. In prospettiv­a, però, il trend po- trebbe crescere fino a ribaltare del tutto il core business: «Se oggi siamo al 20%, in futuro potremmo arrivare al 70% - ammette Orlando – e fare il grosso dei nostri ricavi dalla robo advisory, lasciando al resto una incidenza minore».

Deus Technology non rientra più nei paletti ministeria­li delle startup innovative, perché è sulla piazza fin dal 2010. Ma ha iniziato a distribuir­e dividendi nel 2013, dato abbastanza anomalo rispetto un mercato italiano dove quasi 6 imprese innovative su 10 non riescono a raggiunger­e il pareggio.

«Noi stessi – spiega Orlando - abbiamo avuto difficoltà a trovare finanziato­ri e abbiamo trascorso tre anni in perdita. Diciamo che l’Italia non è ancora un contesto favorevole per le startup, anche nella finanza».

DA TRE ANNI IN UTILE Il cofondator­e Pasquale Orlando prevede un Ebitda «di oltre il 25%». E per il futuro si punta a Belgio, Francia, Austria e Turchia

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