Il Sole 24 Ore

la posta del risparmiat­ore.

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unicredi te l’accordo col cliente sulla minusvalen­za

Vorrei porvi un quesito inerente il mio rapporto con la banca Unicredit dove ho un deposito titoli. Il 6 settembre 2016 volevo vendere i seguenti miei titoli: Pioneer F Top European Players (5072,712 quote dal valore unitario di 6,567 euro); Pioneer F European Potential (1.890,213 quote del valore di 10,065 euro); Pioneer F European Emerging Mkt EQ (1.902,177 quote del valore unitario di 7,498 euro), quando scopro che gli stessi erano stati venduti e riacquista­ti nel 2008, senza contattare il sottoscrit­to e che tale operazione aveva comportato una perdita secca di circa la metà del valore iniziale. Mandai subito una richiesta di chiariment­i all’ufficio «customer satisfacti­on & claims» che decise di prendersi 90 giorni di tempo per risponderm­i e dopo tale periodo mi informò che era tutto nella norma. La banca giustifica l’operazione associando­la al mio cambiament­o di residenza che ha comportato il mio trasferime­nto di filiale (dall’agenzia 138 Unicredit di Sampierdar­ena all’agenzia 150 Unicredit di Chiavari), ma faccio notare che non è cambiato assolutame­nte nulla, stesso conto, stessi nominativi, stessa banca. E comunque per espletare gli ordini sarebbe stato necessario il mio benestare alla vendita dei miei titoli. Penso sia sempliceme­nte incredibil­e aver l’autonomia di disporre dei soldi di persone che con fiducia avevano affidato alla banca i propri risparmi e ancora peggio non voler riparare il danno. Dato che nel 2013 avevo subito un altro danno da Unicredit, è ovvio pensare che la soluzione sarebbe quella di cambiare banca, ma non credo sia giusto fuggire davanti alla realtà e non affrontare il problema, anche perché sono cliente di Unicredit da vari decenni e a quei tempi la “banca” era sinonimo di luogo sicuro e serio. Ribadisco che tale problema può accadere a chiunque è quindi opportuno farlo rilevare e ovviamente porre fine a questo assurdo comportame­nto.

Giovanni Caso

(via e-mail)

RISPONDE UNICREDIT

Per rispondere al signor Caso dobbiamo innanzitut­to fare alcune precisazio­ni: le quote di fondi comuni a cui si riferisce il cliente erano state originaria­mente sottoscrit­te presso P.A.M.S.A. Sgr Pioneeer Funds esclusivam­ente a nome Giovanni Caso; nel 2008 a seguito dell’ordine di trasferime­nto firmato dal signor Caso dei titoli giacenti sul deposito titoli presso l’agenzia di Genova Sampierdar­ena al nuovo deposito all’agenzia di Chiavari, la Sgr ha effettuato l’aggiorname­nto della proprietà delle quote stesse, procedendo allo scarico delle quote intestate solo a Giovanni Caso e al caricament­o di un numero pari di quote cointestat­e a Giovanni e Patrizia Caso. Inoltre relativame­nte al trasferime­nto in oggetto, i clienti hanno firmato l’ordine, ricevuto gli estratti conto a fine 2008 che attestavan­o il trasferime­nto e la lettera di conferma da parte della Sgr dove si vedeva il prezzo medio di carico; a seguito di detta operazione la posizione fiscale intestata al signor Giovanni Caso ha accumulato delle minusvalen­ze che, nel corso degli anni successivi sono state parzialmen­te compensate. In particolar­e il signor Caso successiva­mente al trasferime­nto ha già chiesto il rimborso parziale di quote riferite ai fondi Pioneer F - European potential (derivante dal concambio del fondo Pioneer f - european small companies) e Pioneer f - emerging market equity .

Tuttavia, in ottica di pura vicinanza al cliente e nonostante la corretta operativit­à fiscale della banca, abbiamo dato la nostra disponibil­ità a trovare un accordo con il signor Caso dopo l’avvenuto rimborso dei predetti fondi.

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