Il Sole 24 Ore

STRUMENTI

Crescono gli Et f immobiliar­i

- Andrea Gennai

Investire nel settore immobiliar­e attraverso gli Etf. Sono una decina gli strumenti quotati a Piazza Affari che consentono di esporsi al mondo del “real estate” a livello internazio­nale, sfruttando i dividendi che questo settore è in grado di distribuir­e a costi contenuti (in media le commission­i si aggirano intorno allo 0,4%)

Gli Etf real estate hanno in portafogli­o società quotate che investono in immobili. La differenza sostanzial­e con i fondi chiusi è che questi ultimi investono anche in asset immobiliar­i reali. Tra gli emittenti più attivi c’è Ishares. «Il vantaggio degli Etf - spiega Giancarlo Sandrin, Head of asset management clients iShares Italy - è quello di essere strumenti liquidi e sono simili in questo senso ai fondi di investimen­to aperti settoriali che puntano sulle azioni del real estate». Gli Etf investono prevalente­mente in Reit. Si tratta di società che gestiscono immobili, sia commercial­i che residenzia­li, per produrre reddito e distribuir­e il 90% degli utili sotto forma di dividendo.

«I benchmark prevalenti degli Etf - continua Sandrin - sono gli indici Ftse Epra Nareit, sono indici studiati ad hoc per questo tipo di strategie. Nel calcolo delle performanc­e è fondamenta­le l’incidenza dei dividendi e quindi è necessario guardare gli andamenti total return. Ad esempio il nostro Etf real estate con maggiori masse gestite, circa 3 miliardi di euro, il Developed Market, ha un rendimento da dividendo del 3,2%».

Nell’ultimo anno il bilancio “total return” è positivo per quasi tutti gli strumenti quotati, con differenze anche significat­ive tra i vari Etf. Non bisogna dimenticar­e che questi strumenti sono esposti anche al rischio valutario puntando su azioni quotate su mercati extra-euro. Ad esempio l’esposizion­e verso il real estate britannico è stata zavorrata dall’indebolime­nto della sterlina. Complessiv­amente sono strumenti adatti a una strategia “buy and hold”, cioè con un orizzonte di medio e lungo termine, per istituzion­ali, ma anche per retail. Si differenzi­ano in maniera significat­iva dai fondi immobiliar­i chiusi che, invece, «raccolgono - spiega Piermattia Menon, analista di Consultiqu­e - il capitale presso gli investitor­i istituzion­ali e/o retail, mediante l’emissione di quote, per gestire pochi specifici investimen­ti di carattere immobiliar­e. Solitament­e il fondo di tipo immobiliar­e investe in immobili o iniziative immobiliar­i a destinazio­ne d’uso simile, cui è evidenteme­nte associato un rischio specifico legato al buon esito dell’investimen­to. L’Etf investe nelle principali società quotate consentend­o di allocare il capitale contempora­neamente in migliaia di immobili/iniziative immobiliar­i». Sicurament­e c’è un elemento di diversific­azione importante con gli Etf, su cui incide però anche un rischio legato all’andamento generale del mercato azionario che va al di là della pura dinamica dei prezzi immobiliar­i.

C’è poi un importante fattore legato agli scambi. «La liquidità dello strumento Etf - continua Menon - è sempre assicurata, pertanto è sempre possibile vendere la quote del fondo. I fondi di tipo immobiliar­e al contrario, sono costituiti in forma chiusa e solo in qualche caso vengono quotati in borsa, consentend­o l’acquisto e la vendita di quote solo a scadenza ed alle date previste dal regolament­o del fondo stesso, rendendoli un tipo di investimen­to difficilme­nte liquidabil­e». Complessiv­amente l’Etf è sempre un investimen­to azionario, non adatto a tutti gli investitor­i, in un settore molto particolar­e come quello immobiliar­e.

Le performanc­e degli Etf immobiliar­i quotati a Milano in euro

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