Il Sole 24 Ore

L’uovo, la gallina e l’avversione al pericolo

Fondamenta­le per un buon investimen­to è stabilire la capacità o meno di sopportare le perdite

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«È meglio l’uovo oggi o la gallina domani?». Ci rifugiamo nei detti popolari per chiarire il concetto di propension­e al rischio: chi preferisce la gallina punta al piatto forte. Per mangiare il volatile quindi è disposto a prendere dei rischi per il futuro. Infatti dall’uovo, per svariati motivi, potrebbe non nascere il pulcino. Restando nella metafora, chi mangia subito l’uovo ha una grande avversione al rischio, preferendo una cosa certa oggi. Viceversa chi vuol mangiare la gallina, ha una decisa propension­e al rischio.

i due estremi e le gradazioni

Tra i due estremi, uovo e gallina, vi sono tante sfumature che il singolo investitor­e dovrebbe riuscire a cogliere. Se non possiede le competenze o ha difficoltà a fare un serio «esame di coscienza», è meglio che si rivolga a un esperto. Stabilire la capacità di sopportare una piccola o grande dose di rischio è fondamenta­le per la costruzion­e del portafogli­o: chi è avverso al rischio (cioé chi sceglie l’uovo) di certo avrà una maggiore esposizion­e a liquidità, titoli di Stato e obbligazio­ni societarie con alto rating. Viceversa, nel portafogli­o potranno essere inseriti anche strumenti finanziari come azioni o prodotti esposti ai Paesi emergenti. Ma niente è immune dal rischio, compresi i Bund, i titoli di Stato tedeschi. Ecco perché è necessario delineare il personale profilo di rischio.

volatilità e oscillazio­ni

È sempre importante tenere d’occhio alla volatilità, vale a dire le oscillazio­ni di prezzo che si possono sopportare, anche emotivamen­te. Secondo i dati elaborati da Roberto Malnati, risk manager di Ten Sigma di Lugano, negli ultimi 10 anni la volatilità annualizza­ta media dei bond globali è stata tra l’1 e il 7% mentre per le Borse principali di oltre il 20%. I bond hanno oscillazio­ni di prezzo più contenute ma non per questo sono più sicuri. «Il miglior indicatore — spiega Malnati — per capire il rischio che un risparmiat­ore assume concentran­do gli i nvestiment­i i n una singola asset class è il risk adjusted return (Rar), il rendimento “corretto” per la volatilità. Nell’ultimo decennio la migliore asset class ordinata per Rar è stata l’obbligazio­naria perché ha garantito buoni ritorni con volatilità contenuta. In fondo alla classifica le commodity e, tra i mercati azionari, quello italiano».

diversific­azione

«Non mettete tutte le uova nello stesso paniere». La frase è di Harry Markowitz, premio Nobel americano per l’economia nel 1990. Restiamo in ambito di volatili ma l’immagine rende bene: le uova rischiano di rompersi se le mettiamo tutte nello stesso cesto. Se invece le distribuia­mo in più panieri, riduciamo il rischio rottura. Lo stesso discorso vale per il portafogli­o del signor Rossi che nel 2001 aveva investito la gran parte dei suoi soldi in titoli di Stato argentini. Troppi bond di Buenos Aires in portafogli­o sono stati deleteri. Questa regoletta va imparata bene. Repetita iuvant. Dopo l’Argentina si sono verificate nell’ordine: Cirio, Giacomelli, Parmalat, Lehman. E ci fermiamo qui.

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