Sì a India e Indonesia, no alla Turchia
Dopo un periodo difficile i due Paesi hanno ridotto il debito
A rendere rischioso l’investimento nei mercati emergenti sarà anche l’incertezza politica globale che farà persistere la volatilità sui mercati. Ma fare di ogni erba un fascio, potrebbe essere un “errore” che si rischia di pagare caro ( in termini di rendimento del proprio portafoglio). « Prendiamo in considerazione — dice Shamaila Khan di Alliance Bernstein — il rialzo dei tassi Usa, sintomo di una maggiore fiducia verso l’economia americana che può coincidere con una riduzione dei differenziali di rendi- mento e con l’aumento dei rendimenti nei mercati emergenti » .
«In secondo luogo — gli fa eco Christian Diclementi di Alliance Bernstein — molti Paesi, come Sudafrica, India, Indonesia e Brasile, si sono impegnati a eliminare gli squilibri esterni e a ridurre l’ampio deficit delle partite correnti, ovvero il debito con il resto del mondo. Il risanamento è stato doloroso ma sta ripagando con fondamentali economici più forti che rendono questi Stati meno vulnerabili agli shock esterni. Inoltre, l’accelerazione dell’attività Usa è una notizia positiva per i produttori di materie prime (anche emergenti) che potranno beneficiare di prezzi di petrolio, gas, metalli e di altre risorse naturali stabili o in aumento. Da ultimo — conclude Diclementi — è da considerare la forte scommessa dei mercati su un generalizzato rialzo del costo di beni e servizi. Risultato: i rendimenti reali sui bond emergenti inflation linked, cioè con cedola e rimborso legati all’andamento dell’inflazione, sono tra quelli più alti a disposizione » .
Insomma, c’è ancora potenziale di rendimento nelle obbligazioni e nelle valute emergenti, ma per scoprire i titoli “vincenti” è necessario seguire un criterio selettivo.
«Il mondo — sostiene Gianluca Maione, di Investec Am — è cambiato dopo le elezioni Usa, ma riteniamo che il mercato abbia sottostimato la resilienza dei mercati emergenti. Riconosciamo l’aumento dei rischi (soprattutto riguardo alle valute di questi mercati) e ci aspettiamo alta volatilità do- vuta alla mancanza di chiarezza sulle politiche. Tuttavia, la normalizzazione delle valute e del debito porterà a un periodo positivo per questi mercati. Brasile, Indonesia, India e Ungheria — conclude Maione — sono esempi di rafforzamento dei bilanci, aggiustamento delle valute locali e miglioramento economico generale nei mercati emergenti, in cui fa eccezione, invece, la Turchia. Il libero scambio e l’accesso a vari mercati sviluppati ha giovato ai mercati emergenti. La nuova amministrazione Usa mette a rischio questo status quo. Riteniamo, però, che le preoccupazioni iniziali fossero esagerate e che alcuni Stati potranno soffrire più di altri».