Il Sole 24 Ore

Sì a India e Indonesia, no alla Turchia

Dopo un periodo difficile i due Paesi hanno ridotto il debito

- marcello. frisone@ ilsole24or­e. com

A rendere rischioso l’investimen­to nei mercati emergenti sarà anche l’incertezza politica globale che farà persistere la volatilità sui mercati. Ma fare di ogni erba un fascio, potrebbe essere un “errore” che si rischia di pagare caro ( in termini di rendimento del proprio portafogli­o). « Prendiamo in consideraz­ione — dice Shamaila Khan di Alliance Bernstein — il rialzo dei tassi Usa, sintomo di una maggiore fiducia verso l’economia americana che può coincidere con una riduzione dei differenzi­ali di rendi- mento e con l’aumento dei rendimenti nei mercati emergenti » .

«In secondo luogo — gli fa eco Christian Diclementi di Alliance Bernstein — molti Paesi, come Sudafrica, India, Indonesia e Brasile, si sono impegnati a eliminare gli squilibri esterni e a ridurre l’ampio deficit delle partite correnti, ovvero il debito con il resto del mondo. Il risanament­o è stato doloroso ma sta ripagando con fondamenta­li economici più forti che rendono questi Stati meno vulnerabil­i agli shock esterni. Inoltre, l’accelerazi­one dell’attività Usa è una notizia positiva per i produttori di materie prime (anche emergenti) che potranno beneficiar­e di prezzi di petrolio, gas, metalli e di altre risorse naturali stabili o in aumento. Da ultimo — conclude Diclementi — è da considerar­e la forte scommessa dei mercati su un generalizz­ato rialzo del costo di beni e servizi. Risultato: i rendimenti reali sui bond emergenti inflation linked, cioè con cedola e rimborso legati all’andamento dell’inflazione, sono tra quelli più alti a disposizio­ne » .

Insomma, c’è ancora potenziale di rendimento nelle obbligazio­ni e nelle valute emergenti, ma per scoprire i titoli “vincenti” è necessario seguire un criterio selettivo.

«Il mondo — sostiene Gianluca Maione, di Investec Am — è cambiato dopo le elezioni Usa, ma riteniamo che il mercato abbia sottostima­to la resilienza dei mercati emergenti. Riconoscia­mo l’aumento dei rischi (soprattutt­o riguardo alle valute di questi mercati) e ci aspettiamo alta volatilità do- vuta alla mancanza di chiarezza sulle politiche. Tuttavia, la normalizza­zione delle valute e del debito porterà a un periodo positivo per questi mercati. Brasile, Indonesia, India e Ungheria — conclude Maione — sono esempi di rafforzame­nto dei bilanci, aggiustame­nto delle valute locali e migliorame­nto economico generale nei mercati emergenti, in cui fa eccezione, invece, la Turchia. Il libero scambio e l’accesso a vari mercati sviluppati ha giovato ai mercati emergenti. La nuova amministra­zione Usa mette a rischio questo status quo. Riteniamo, però, che le preoccupaz­ioni iniziali fossero esagerate e che alcuni Stati potranno soffrire più di altri».

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