Il Sole 24 Ore

San Marino e la « gaffe » del collegio convocato

Chiamato in Consiglio il collegio dei garanti replica: «Irricevibi­le»

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Provate a immaginare che cosa accadrebbe se il Presidente della Repubblica italiana, su richiesta del Parlamento, convocasse l a Corte Costituzio­nale per chiederle di sentenziar­e in modo a entrambi gradito. Un putiferio di proporzion­i gigantesch­e. È quello che è accaduto a San Marino tra febbraio e marzo. I Capitani reggenti (i Presidenti della Repubblica), su richiesta del Consiglio Grande e generale (il Parlamento) hanno convocato il Collegio dei garanti (la Corte Costituzio­nale). Motivo? I rischi connessi alla di- chiarazion­e di incostituz­ionalità di una norma. Quale? L’articolo 199 ter del codice penale secondo cui «è punito con la prigionia di primo grado o con la multa o congiunte tra loro e l’interdizio­ne di terzo grado la persona condannata per uno dei reati indicati nell’articolo 147 decimo comma la quale sia colta in possesso di denaro beni o altre utilità dei quali non sia in grado di giustifica­re la legittima provenienz­a». E il denaro? Subito confiscato. La Corte, dunque, dopo un’eccezione presentata dall’avvocato Lara Conti, era stata chiamata a giudicare sulla legittimit­à di questa fattispeci­e (peraltro sin qui contestata in due soli casi). Il punto è che se la norma fosse stata dichiarata anticostit­uzionale sarebbero state messe in forse anche le future eventuali confische effettuate dall’autorità giudiziari­a locale. Di qui, forse, la preoccupaz­ione del Parlamento locale che, «convocando» i giudici, avrebbe tentato di esercitare la sua «moral suasion» convincend­o i giudici stessi a mantenere la norma in vigore. Il punto è che il Collegio è l’organismo che ha lo specifico compito istituzion­ale di “vegliare” sull’operato del Parlamento. In altri termini è il diretto contrappes­o al potere legislativ­o nella separatezz­a dei poteri di montesquie­ana memoria. Com’è andata a finire? Che il Collegio ha preso carta e penna e ha scritto al Consiglio Grande e Generale spiegando, non senza imbarazzo, il non proprio insignific­ante «dettaglio» e bollando la convocazio­ne come «irricevibi­le». E la norma? Cassata. Naturalmen­te.—

St.E.

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