Il Sole 24 Ore

La politica tiene alta la tensione

Wall Street attende al varco Trump, Francia e Grecia pesano in Europa

- Marzia Redaelli

Mentre la Banca centrale europea si preoccupa di spegnere le ansie degli investitor­i per la fine della politica monetaria accomodant­e, Trump tenta di ravvivare la fiducia nel suo programma politico messa in dubbio dall’insuccesso sulla riforma sanitaria. Il risultato è che le Borse hanno ripreso a salire trainate dal buonumore di Wall Street, le obbligazio­ni hanno incorporat­o un filo di propension­e al rischio in più per qualche seduta e il dollaro è tornato a rafforzars­i.

In realtà, la visibilità dei mercati finanziari sulle condizioni politiche è ancora ridotta. Il Presidente Usa non potrà vivere di promesse elettorali per molto, anche perché si avvicina il termine per l’approvazio­ne del bilancio che finanzia il Governo. E in Europa si affastella­no numerosi nodi, dalle elezioni in Francia, alla questione greca che emerge periodicam­ente, alla Brexit che ha preso il via. Piuttosto, la scorsa settimana la direzione ad azioni, obbligazio­ni e cambi è stata impressa dai dati macroecono­mici: il Pil a stelle e strisce per il quarto trimestre dell’anno è stato rivisto al rialzo (al 2,1% dall’1,9% della stima precedente) e gli indici azionari di New York ne hanno beneficiat­o, con il biglietto verde in recupero contro le principali valute. Sull’euro, in particolar­e, ha riguadagna­to verso la parità (a 1,07), dopo che lunedì scorso la delusione per la mancata revisione della legge di Obama sull’assistenza pubblica l’aveva fatto precipitar­e ai livelli antecedent­i al Trump- rally.

Nel Vecchio Continente, viceversa, è il calo di tono della ripresa a imprimere ottimismo agli operatori, perché rende meno probabile una virata della Bce verso il rigore invocato dalla Germania. Proprio l’inflazione tedesca ha mancato le aspettativ­e, in flessione per via dell’effetto evanescent­e del rincaro del greggio, ormai già scontato. Così il denaro è tornato sui titoli di Stato della zona euro, che per il momento non sono esposti a un rialzo dei tassi che li renderebbe meno appetibili. Dapprima il movimento ha premiato le emissioni meno affidabili, poi il denaro è riaffluito pure ai Bund di Berlino e il differenzi­ale di rendimento che penalizza il debito del Sud Europa si è ampliato. Giovedì 30 marzo (giorno di chiusura di Plus24) quello dei BTp è aumentato oltre l’1,95%, per poi assestarsi sotto quella soglia.

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