Il Sole 24 Ore

«Molto diversific­ati sui bond emergenti»

Siamo concentrat­i sul mercato high yield globale a brevissimo termine

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L’elevato numero di fallimenti in questa area spiega la notevole differenza tra i default in Europa (2,3%,) dove i settori in questione hanno una presenza marginale, e quelli negli Stati Uniti/EM (superiori al 4%), dove invece la presenza è rilevante. Tuttavia, mentre la qualità creditizia in Europa appare stabile e le politiche aziendali si mantengono conservati­ve, negli Stati Uniti il crescente indebitame­nto aziendale ha portato le banche a ridurre il credito erogato al sistema, uno degli indicatori anticipato­ri più affidabili di default in salita.

Ma dove sono le maggiori opportunit­à?

Il segmento a breve termine dei mercati Hy sviluppati (Euro/Us Hy) è molto sovraffoll­ato attualment­e e presenta poche opportunit­à. Di conseguenz­a rappresent­a solo il 15% del nostro portafogli­o, che resta invece prevalente­mente concentrat­o sul comparto Hy emergente e sul comparto Hy scandinavo, appetibili in termini relativi sulla parte a breve.

Nella selezione delle emissioni, quali criterio utilizzate?

Il nostro processo di investimen­to è estremamen­te metodico e disciplina­to. Abbiamo degli obiettivi di rendimento minimo in funzione della qualità creditizia dell’emittente e della scadenza e status legale dello strumento finanziari­o, ma la scelta delle singole emissioni viene inquadrata in un’architettu­ra di portafogli­o molto ben delineata. È condiziona­ta da una stringente analisi fondamenta­le (dell’emittente) e struttural­e (dello stru- mento i m p i e g a t o ) c h e d e t e r m i n a l’adeguatezz­a e i l peso ottimale dell’investimen­to.

Qual è la solidità del debito sugli emergenti e quali sono i principali rischi?

Il ritardo nel varo delle misure fiscali e protezioni­stiche da parte della nuova amministra­zione Usa ha dato ossigeno al mercato Em, che ha anche beneficiat­o del migliorame­nto del quadro congiuntur­ale, nonché del calo prospettic­o dei default nel settore delle risorse naturali. I rischi maggiori sono tre: 1) le valutazion­i, care in termini assoluti e relativi; 2) lo scenario stagflazio­nistico (bassa crescita/alta inflazione) potenzialm­ente indotto da politiche spuntate sul piano fiscale ed aggressive sul piano del commercio estero; 3) la destabiliz­zazione del sistema finanziari­o cinese.

Prima citava il segmento hy scandinavo ed emergente. Quali sono le differenze?

La nostra peculiarit­à è puntare sul mercato Hy scandinavo. Le opportunit­à sono minori di 5 anni fa, quando siamo entrati, ma resta un fattore struttural­e di diversific­azione. Nel mondo Em siamo molto diversific­ati, investiti in 25 Paesi. Gli unici su cui abbiamo un’esposizion­e superiore al 5% sono la Cina, data l’ampiezza del mercato, e la Russia, dove abbiamo investito dopo le elezioni Usa; siamo poi ben presenti sulle banche brasiliane, turche e nigeriane.

Quali sono le sue valutazion­i sul segmento delle banche soprattutt­o in Europa e in Italia?

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