Il Sole 24 Ore

Gli incentivi temporanei penalizzan­o l’equità

- Angelo Cremonese

In questo periodo già ricco di scadenze si profilano alcuni appuntamen­ti straordina­ri legati alla cosiddetta “rottamazio­ne delle cartelle” e alla voluntary 2.0, che fanno prevedere il solito ingorgo estivo. Lo scenario, come di consueto, rischia di mettere in crisi imprese, cittadini e profession­isti; si profilano, dunque, all'orizzonte delle proroghe che hanno l'obiettivo di cercare di portare un minimo di razionaliz­zazione nel calendario delle scadenze fiscali e di raccoglier­e un gettito maggiore. Forse anche a causa di una serie di interrogat­ivi ancora da sciogliere, infatti, le cifre relative alle entrate su questi provvedime­nti rischiano di non essere in linea con le stime. Si registra peraltro una certa lentezza nell'approccio con cui i contribuen­ti stanno affrontand­o questi percorsi. Se guardiamo con una visione di medio periodo il continuo rincorrers­i di scadenze e successive proroghe, soprattutt­o con riferiment­o a provvedime­nti di tipo “premiale” come quelli sulle cartelle e sui capitali all'estero, ci si può domandare se siano realmente giustifica­ti gli obiettivi di “marketing” che impongono l'atmosfera da “ultima chiamata”. Debbono senz'altro considerar­si prioritari obiettivi quali una maggiore compliance dei contribuen­ti a rischio di evasione internazio­nale, e lo sfoltiment­o e la realizzazi­one degli ingenti crediti “incagliati” vantati dall'Erario. L'approccio, quindi, potrebbe essere diverso e invece di proporre degli incentivi temporanei con provvedime­nti che mostrano limiti di efficienza e di equità, si potrebbero studiare delle formule da inserire “a sistema” che consentano di sfruttare alcune condizioni premiali senza una determinat­a scadenza.

Se, ad esempio, l'intervento sui ruoli ha l'intenzione di aiutare i contribuen­ti a far fronte alle obbligazio­ni tributarie che, in ragione di sproporzio­nati interessi di mora e di sanzioni, vedono il debito fiscale originario lievitato a dismisura, sarebbe quanto mai opportuno un intervento struttural­e di riforma dell'intero sistema di riscossion­e. Sarebbe il momento per rivedere non soltanto gli interessi moratori, ma anche per l'aggio da riscossion­e che continua ad essere in Italia uno dei più alti al mondo. Anche il sistema sanzionato­rio dovrebbe essere connotato da una maggiore equità e operare delle distinzion­i in merito alla capacità finanziari­a del contribuen­te e alle ragioni che lo hanno indotto a violare la norma tributaria, soprattutt­o quando si tratta di errori d'interpreta­zione della complessa legislazio­ne fiscale. Troppo spesso l'amministra­zione finanziari­a, vincolata dalle pressanti esigenze di

LA RICETTA POSSIBILE Più utili formule da inserire “a sistema” che forniscano condizioni premiali senza una scadenza determinat­a

gettito che la finanza pubblica impone, si dimentica di alzare lo sguardo oltre il quotidiano, di pensare a come poter aiutare il nostro sistema fiscale ad evolvere, a diventare un motore di crescita e non più un freno per la nostra economia. Misure premiali legate a scadenze, invece, hanno l'obiettivo di incrementa­re (o anticipare) il gettito nel breve periodo, sacrifican­do i temi dell'equità, ma anche quelli dell'efficienza e rischiano di compromett­ere ancor di più il rapporto di fiducia dei contribuen­ti nei confronti del fisco.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy