A Wall Street torna l’interesse per l’hi-tech
Una volta era il Fed trade. Poi è toccato al Trump trade. Adesso a Wall Street è la volta dell’Economy trade. Il trimestre appena concluso con exploit affievolitosi nel finale alla Borsa americana, ha sollevato il sipario su una rotazione significativa nella leadership del mercato: non più i titoli finanziari o quelli industriali, sensibili a promesse elettorali di deregulation o progetti fiscali e di spesa. La staffetta è passata al comparto tecnologico e Internet - Apple ha messo a segno un’impennata del 24% - al cospetto di un’economia che ha mostrato e mostra intenzioni di crescere con o senza Donald Trump. Una staffetta e prosecuzione del mercato rialzista del Toro che ora cercherà conferme nei conti delle imprese, “benchmark” più attendibili delle politiche sostenute dalla Casa Bianca: i bilanci aziendali dei primi tre mesi dell’anno che entreranno in scena a partire dalle prossime settimane, stando a FactSet, dovrebbero evidenziare un solido incremento degli utili del 9,1% e del fatturato del 7,2 per cento. Anzi, il più robusto dal quarto trimestre del 2011.
La maglia rosa della performance trimestrale è stata indossata al traguardo di fine marzo dall’hi-tech, con i titoli del settore nell’indice Standard & Poor’s 500 lievitati del 12% che hanno staccato nettamente ogni rivale. Sostenuti da un’espansione reduce da un Pil che ha terminato il 2016 al passo migliorato del 2,1% e ha aperto il 2017 con la fiducia dei consumatori ai massimi da dodici anni e un’inflazione misurata dall’indice dei prezzi dei consumi personali risalita in febbraio per la prima volta in cinque anni al 2,1%, sopra il target ideale della Federal Reserve del 2 per cento. I titoli finanziari si sono invece spenti in dirittura d’arrivo, con una flessione a marzo del 2,9%, e altrettanto ha fatto il comparto industriale, scivolato dello 0,8 per cento. Questo andamento si è rispecchiato negli indici nel loro insieme: il tecnologico Nasdaq ha incassato ripetuti record e terminato il trimestre con un guadagno del 9,8%, un exploit senza precedenti dal 2013, doppiando il 4,6% del Dow Jones e poco meno del doppio del 5,5% dell’S&P che pur ha registrato la miglior corsa da fine 2015. Apple da sola, titolo re della capitalizzazione di mercato, ha portato in dote oltre mezzo punto percentuale all’S&P, aiutata dal crescente ottimismo sulle sue vendite americane e globali e sull’arrivo di nuovi prodotti entro fine anno.
Sintomo del nuovo clima di Borsa è anche la dinamica di indici meno noti ma forse più rivelatori. Il Russell 1000 Growth Index, carico di società ad alto potenziale di crescita e quindi dipendenti dalla marcia dell’economia, ha messo a segno nel trimestre scorso un incremento dell’8,5 per cento. Una percentuale che svetta ancor più quando paragonata al modesto 2,6% evidenziato al contrario dal “fratello” Russell 1000 Value Index, che contiene titoli considerati meno cari e rischiosi.
Le paure di correzioni al ribasso e eccessi, a Wall Street, non sono però svanite. I multipli azionari sono ancora elevati, sopra le medie storiche e vicino a 18. La Fed sta tuttora considerando il ritmo delle strette di politica monetaria, due al momento previste entro l’anno. E la politica e Trump potrebbero generare altre scosse, positive o negative: dall’esito degli scandali a quello delle riforme, fino alle guerre commerciali. Un passaggio obbligato e delicato sarà così dal 10 Aprile quello degli utili aziendali dello scorso trimestre: il primo appuntamento è con i conti delle banche, JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo. In termini settoriali l’energia dovrebbe brillare perché un anno fa aveva sofferto perdite per 1,5 miliardi, grazie oggi a un barile medio rincarato del 50% da allora. Senza l’energia e i suoi 7,7 miliardi di profitti previsti la crescita degli utili trimestrali verrebbe limata al 5,2 per cento. Altri settori portatori di rialzi dovrebbero esser il nuovo leader di Borsa della tecnologia (+13,2%), ancora la finanza (+14,8%) e i materiali di base (+11%). Mentre declini del 7% sono in cantiere per il comparto industriale.