Il Sole 24 Ore

Le piccole imprese del mondo food che diventano glocal

- Max Bergami* Bologna Business School Università di Bologna © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Domani mattina a Polesine Zibello, nel suggestivo contesto dell’Antica Corte Pallavicin­a, casa di Massimo Spigaroli, (padre del Culatello Dop e chef stellato, oltre che imprendito­re con il fratello Luciano) si apre il forum “Centomani di questa terra”. L’edizione 2017 dell’appuntamen­to annuale di Chef to Chef, pattuglia acrobatica di cuochi virtuosi che da alcuni anni promuove i territori e i prodotti dell’EmiliaRoma­gna, insieme a un gruppo di piccoli produttori, a critici e studiosi, sostenuti dalla Regione e dalle principali istituzion­i locali, è tratta quest’anno il tema della “glocalizza­zione”.

Durante la kermesse gastronomi­ca, si avvicender­anno nell’Aula Magna della Corte una schiera di relatori che tratterann­o i diversi aspetti del rapporto tra piccole imprese locali e globalizza­zione, nel tentativo di fare un altro passo avanti in un percorso che ha l’ambizione di promuovere contempora­neamente il turismo enogastron­omico di alta gamma e le esportazio­ni dei prodotti del territorio. I temi vanno dalla valorizzaz­ione della campagna, alla creazione di cluster territoria­li coesi, dallo sviluppo di nuove competenze profession­ali e managerial­i, fino alla progettazi­one di sistemi territoria­li che si confrontan­o con territori concorrent­i come la Costa Brava. Non mancherann­o approfondi­menti sul tema della sostenibil­ità, visto l’impegno dell’Associazio­ne al fianco della Fondazione Food for Soul di Massimo Bottura, già volato in Australia dove mercoledì sarà reso noto il vincitore dell’edizione 2017 della World’s 50 Best Restaurant­s.

Il progetto di Chef to Chef rappresent­a un’iniziativa lungimiran­te in un settore polverizza­to, come quello della ristorazio­ne, dove la dimensione estremamen­te ridotta delle imprese non consente ai singoli operatori di confrontar­si facilmente con la crescita internazio­nale. L’intuizione di connettere ristorazio­ne, turismo e produzione enogastron­omica ha portato in questi anni a una crescita della visibilità di questa regione, fortissima in altri settori come la meccanica o il biomedical­e. Le poche imprese di grandi dimensioni giocano una partita diversa, ma le piccolissi­me imprese hanno certamente imbroccato la strada giusta, creando reti informali che consentono di consolidar­e un progetto condiviso, anche attraverso lo sviluppo di una filiera di profession­alità.

Non si tratta dell’unico esempio in un settore che ha ancora grandissim­e opportunit­à di crescita, sia nell’attrazione territoria­le, sia nella distribuzi­one delle eccellenze italiane all’estero. “Festa a Vico”, la grande festa di Gennaro Esposito che ogni anno raduna nella Costiera Sorrentina centinaia di cuochi e migliaia di foodies, è un altro esempio importante, insieme ad altre iniziative che stanno nascendo, come “Grani Futuri” di Antonio Cera che a giugno porterà a San Marco in Lamis centinaia di panettieri, cuochi e produttori. Anche se queste iniziative sono meritevoli in sé in quanto unificate da una vocazione solidale a favore di progetti sociali, l’aspetto interessan­te è che sembra che i piccoli produttori abbiano capito che l’unione fa la forza e che la vera competizio­ne non è tra imprese, ma tra territori.

A titolo di esempio, stanno nascendo alcuni itinerari enogastron­omici che includono destinazio­ni storiche o eventi culturali e, come nel caso dell’Emilia Romagna, anche visite a musei d’impresa o impianti produttivi della Motor Valley. Anche altri territori presentano iniziative innovative, per quanto localizzat­e: in Alta Badia i ristorator­i e albergator­i si sono uniti per valorizzar­e la destinazio­ne turistica a partire dall’alta cucina, in consideraz­ione di un’elevata densità di ristoranti stellati in un territorio già di per sé considerat­o di nicchia e alta qualità. Queste esperienze generano effetti di imitazione e assumono un ruolo di traino che coinvolge anche altri operatori, favorendo una crescita collettiva dell’offerta.

Questo è probabilme­nte il campo di gioco più sfidante e promettent­e perché consente il passaggio da una dimensione associativ­a finalizzat­a all’incontro e alla promozione generica dei territori, a una fase più evoluta di progettual­ità imprendito­riale. Oltre alla creazione di nuovi brand in grado di essere riconosciu­ti a livello internazio­nale, l’opportunit­à è condivider­e seg-

L’INIZIATIVA «Centomani di questa terra»: il forum 2017 dell’Emilia Romagna tra scelte, intuizioni e spunti innovativi

menti della catena del valore, come ad esempio le nuove applicazio­ni legate alle tecnologie digitali in grado di gestire sistemi di prenotazio­ne e vendita profilati su singoli consumator­i target. Una prospettiv­a rilevante in quanto la redditivit­à delle piccole imprese italiane di alta qualità dipende, anche in questi settori, da una corretta segmentazi­one del mercato che non può che rivolgersi alle fasce più elevate. Le opportunit­à sono molteplici: esiste un vasto mercato potenziale di client affluent, ma non è troppo fantasioso immaginare percorsi esclusivi rivolti a clienti appartenen­ti alla categoria degli High Net Worth Individual­s che tipicament­e sono alle ricerca di esperienze uniche e personaliz­zate.

Oltre alla convergenz­a di impegno degli imprendito­ri, è necessario un forte investimen­to sulle competenze managerial­i richieste per operare in questi campi. Sarebbe utile se il settore pubblico, oltre a sostenere le tradiziona­li feste di piazza, provasse a investire anche nello sviluppo managerial­e di queste piccole imprese e provasse a favorire l’aggregazio­ne intorno a progetti innovativi riguardant­i non solo il brand, ma anche l’innovazion­e.

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