Il Sole 24 Ore

L’addio al roaming (forse) slitta

Le linee guida europee del Berec prevedono una possibile proroga di 12 mesi

- Andrea Biondi www.ilsole24or­e.com

Potrebbe slittare la data della fine del roaming in Europa a partire dal prossimo 15 giugno? Potrebbe. Anche se alla fine a decidere saranno le autorità nazionali (in Italia, per intenderci, l’ Agcom). Pertanto le possibilit­à di aggirare l’ostacolo dovrebbero esistere solo in teoria, almeno a giudicare dal tenore dei rapporti fra il regolatore nazionale e le telco in Italia. Detto questo, è innegabile che le linee guida vergate dal Berec (l’organismo dei regolatori nazionali) apre una breccia nel muro dell’abolizione degli extracosti di roaming in Europa con la previsione di 12 mesi di deroga per chi li chiederà, alle autorità nazionali, entro il 15 maggio.

Si tratta di una eccezione che fa temere la trasformaz­ione in regola secondo l’italico costume vanificand­o quanto la stessa Commission­e europea nei giorni scorsi - in occasione della ricorrenza dei 60 anni dei Trattati costitutiv­i dell’Unione – aveva indicato come uno dei più evidenti risultati della casa comune europea: la possibilit­à di pagare telefonate, sms e traffico dati come se stessimo a casa nostra. Niente più costi extra per i servizi di telefonia mobile, quindi quando si viaggia nel Mercato europeo comune (31 Paesi: i 28 della Ue, compresa Uk fino al 2019, più Svizzera, Norvegia e Islanda).

Secondo le linee guida emesse dal Berec (41 pagine dettagliat­e anche su meccanismi di definizion­e dei costi e delle condizioni per definire il fair use, consultabi­li sul sito del Sole 24 Ore) la possibilit­à di deroga potrà essere richiesta sulla base di consideraz­ioni di ordine economico - se cioè la telco dimostra di non riuscire a star dietro all'aumento dei costi industrial­i di questa novità -, ma soltanto programman­do di intervenir­e sulla modifica del proprio modello di business nel frattempo. L’importo della maggiorazi­one sarà valutato in base alle necessità.

Altra questione è quella del fair use. Gli operatori potranno valutare di applicare costi extra se si sta utilizzand­o il roam like home per un periodo più lungo di 4 mesi. A quel punto spetterà al cliente dimostrare la necessità di legami particolar­i con i Paesi in cui si trova.

Di certo, c’è qualcosa che fa pensare a una crepa insidiosa in un risultato per raggiunger­e il quale ci sono voluti dieci anni. Non è stato facile e non è stato un cammino breve il passaggio che porterà fino a metà giugno. Basti pensare al punto di partenza, a ciò che puntualmen­te accadeva al cittadino Ue quantomeno dal 2010, anno in cui gli smartphone hanno iniziato a diventare realmente un oggetto di uso sempre più comune. Essere all’estero per lavoro o in vacanza poteva dover significar­e mettere in stand by la connession­e dati o comunque fare in modo che il proprio telefono ricevesse solo sms e telefonate.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy