Il design dei saperi e dei talenti
Il made in Italy ha un quinto degli addetti europei e non è in crisi
Il design è un modus operandi. Lo sanno bene molti imprenditori italiani che ne hanno fatto una pratica utile alla risoluzione di problemi estetici e alla gestione di questioni complesse: dall'ideazione di nuovi prodotti all'individuazione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significati. La cultura del design si costruisce in Italia attraversando tutto il Ventesimo secolo. In meno di cento anni si sedimenta un ecosistema di competenze unico al mondo, fatto di imprenditori fortemente orientati al design, artigiani di eccellenza, associazioni, istituti di promozione e formazione e riviste di settore che alimentano il dibattito culturale sul tema.
Un patrimonio importante, che va sicuramente preservato, ma che non deve indurci nell'errore di pensare che quello che è stato sarà sempre. Nel mondo, il settore del design corre e molto. Nella sola Europa per esempio è il quinto settore in termini di crescita, con un impressionante incremento del fatturato del 49,7% tra il 2015-2010. L'Inghilterra, anche grazie a una strategia nazionale dedicata, nello stesso periodo ha visto raddoppiare il numero di imprese e i relativi fatturati arrivando a primeggiare in Europa. In questa corsa si affacciano inoltre nuovi player: Cina, Giappone e Corea del Sud con investimenti importanti nella costruzione di competenze e nello sviluppo di filiere produttive sempre più design oriented.
In questa cornice, il sistema italiano e il suo patrimonio di competenze è spinto al cambiamento, diventando sempre più una tessera del design globalizzato al quale offre un sistema di formazione diffuso sul territorio che ogni anno immette nel mercato circa 8mila professionisti del progetto, capacità di prototipazione, comunicazione e servizi, oltre a imprese capaci di attirare i migliori designer nazionali e internazionali. Già oggi importiamo talenti in cambio di tecnologia, efficienza e una grande esperienza manifatturiera in grado di concretizzare idee e progetti. Questo spiega perché i designer più importanti del mondo scelgano spesso l'Italia per realizzare le proprie idee. Ma quanto vale il design in Italia? Nel 2015 in Italia il settore ha generato 4,4 miliardi di fatturato, pari allo 0,3% del Pil. Sono ben 29mila le realtà attive nel design, 47.274 gli addetti: un quinto del totale degli addetti europei. Dati in evidente crescita soprattutto negli ultimi cinque anni, in piena crisi: + 5,4% per occupazione e + 12,3% per fatturato.
I numeri tuttavia non restituiscono la complessità del design system, fatto anche di numerosi professionisti che, lavorando all'interno di aziende attive in altri settori, diffondono le proprie competenze permeando il tessuto economico del Paese in altri ambiti. Dalla diffusione sul territorio nazionale delle competenze e della formazione, dall'alleanza stretta con tutti i settori del mondo produttivo fino ad arrivare all'indiscussa capacità di veicolare innovazione, sostenibilità e bellezza: possiamo senza dubbio considerare il design come l'infrastruttura immateriale del made in Italy, come dimostra il legame stretto con la filiera del mobile. Un matrimonio che trova da 56 anni la sua vetrina nel Salone del Mobile, che quest'anno sarà promosso con uno slogan che sottolinea la centralità del design per il settore: « Il design è uno stato a sé. E Milano è la sua capitale » . Ma come è noto il design sempre più estende i campi di applicazione dalla manifattura ai servizi, dal terzo settore alla pianificazione strategica, contribuendo così a quel fenomeno che definiamo culturalizzazione dell'economia. Ovviamente molto resta ancora da fare, soprattutto nella diffusione della cultura del design, ampliando la sua penetrazione in nuovi settori così come la conoscenza in quei settori in cui è già presente. Questo è importante per rendere più solido e competitivo il nostro sistema produttivo. È oramai noto che, come dimostrano numerosi studi sul tema ( si vedano le analisi svolte in California, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna o Germania), gli investimenti in design abbiano effetti diretti sulle performance delle i mprese in termini di fatturato, assunzioni e aumento delle quote di export.
Temi e questioni che Fondazione Symbola e FederlegnoArredo presenteranno a Milano il 7 aprile nell'ambito del salone del Mobile nello studio Design economy certi che qui, dove le imprese crescono grazie alla sapienza dei territori, alle comunità, ai loro saperi e alla loro coesione, il design può e deve costituire ancora di più un volano di innovazione, sviluppo e internazionalizzazione, emblema di un'Italia che fa l'Italia, non rinnegando sé stessa, ma cercando nelle sue radici la linfa per affrontare le sfide del futuro.