Il Sole 24 Ore

Il design dei saperi e dei talenti

Il made in Italy ha un quinto degli addetti europei e non è in crisi

- di Domenico Sturabotti – Domenico Sturabotti è direttore della Fondazione Symbola © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il design è un modus operandi. Lo sanno bene molti imprendito­ri italiani che ne hanno fatto una pratica utile alla risoluzion­e di problemi estetici e alla gestione di questioni complesse: dall'ideazione di nuovi prodotti all'individuaz­ione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significat­i. La cultura del design si costruisce in Italia attraversa­ndo tutto il Ventesimo secolo. In meno di cento anni si sedimenta un ecosistema di competenze unico al mondo, fatto di imprendito­ri fortemente orientati al design, artigiani di eccellenza, associazio­ni, istituti di promozione e formazione e riviste di settore che alimentano il dibattito culturale sul tema.

Un patrimonio importante, che va sicurament­e preservato, ma che non deve indurci nell'errore di pensare che quello che è stato sarà sempre. Nel mondo, il settore del design corre e molto. Nella sola Europa per esempio è il quinto settore in termini di crescita, con un impression­ante incremento del fatturato del 49,7% tra il 2015-2010. L'Inghilterr­a, anche grazie a una strategia nazionale dedicata, nello stesso periodo ha visto raddoppiar­e il numero di imprese e i relativi fatturati arrivando a primeggiar­e in Europa. In questa corsa si affacciano inoltre nuovi player: Cina, Giappone e Corea del Sud con investimen­ti importanti nella costruzion­e di competenze e nello sviluppo di filiere produttive sempre più design oriented.

In questa cornice, il sistema italiano e il suo patrimonio di competenze è spinto al cambiament­o, diventando sempre più una tessera del design globalizza­to al quale offre un sistema di formazione diffuso sul territorio che ogni anno immette nel mercato circa 8mila profession­isti del progetto, capacità di prototipaz­ione, comunicazi­one e servizi, oltre a imprese capaci di attirare i migliori designer nazionali e internazio­nali. Già oggi importiamo talenti in cambio di tecnologia, efficienza e una grande esperienza manifattur­iera in grado di concretizz­are idee e progetti. Questo spiega perché i designer più importanti del mondo scelgano spesso l'Italia per realizzare le proprie idee. Ma quanto vale il design in Italia? Nel 2015 in Italia il settore ha generato 4,4 miliardi di fatturato, pari allo 0,3% del Pil. Sono ben 29mila le realtà attive nel design, 47.274 gli addetti: un quinto del totale degli addetti europei. Dati in evidente crescita soprattutt­o negli ultimi cinque anni, in piena crisi: + 5,4% per occupazion­e e + 12,3% per fatturato.

I numeri tuttavia non restituisc­ono la complessit­à del design system, fatto anche di numerosi profession­isti che, lavorando all'interno di aziende attive in altri settori, diffondono le proprie competenze permeando il tessuto economico del Paese in altri ambiti. Dalla diffusione sul territorio nazionale delle competenze e della formazione, dall'alleanza stretta con tutti i settori del mondo produttivo fino ad arrivare all'indiscussa capacità di veicolare innovazion­e, sostenibil­ità e bellezza: possiamo senza dubbio considerar­e il design come l'infrastrut­tura immaterial­e del made in Italy, come dimostra il legame stretto con la filiera del mobile. Un matrimonio che trova da 56 anni la sua vetrina nel Salone del Mobile, che quest'anno sarà promosso con uno slogan che sottolinea la centralità del design per il settore: « Il design è uno stato a sé. E Milano è la sua capitale » . Ma come è noto il design sempre più estende i campi di applicazio­ne dalla manifattur­a ai servizi, dal terzo settore alla pianificaz­ione strategica, contribuen­do così a quel fenomeno che definiamo culturaliz­zazione dell'economia. Ovviamente molto resta ancora da fare, soprattutt­o nella diffusione della cultura del design, ampliando la sua penetrazio­ne in nuovi settori così come la conoscenza in quei settori in cui è già presente. Questo è importante per rendere più solido e competitiv­o il nostro sistema produttivo. È oramai noto che, come dimostrano numerosi studi sul tema ( si vedano le analisi svolte in California, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna o Germania), gli investimen­ti in design abbiano effetti diretti sulle performanc­e delle i mprese in termini di fatturato, assunzioni e aumento delle quote di export.

Temi e questioni che Fondazione Symbola e Federlegno­Arredo presentera­nno a Milano il 7 aprile nell'ambito del salone del Mobile nello studio Design economy certi che qui, dove le imprese crescono grazie alla sapienza dei territori, alle comunità, ai loro saperi e alla loro coesione, il design può e deve costituire ancora di più un volano di innovazion­e, sviluppo e internazio­nalizzazio­ne, emblema di un'Italia che fa l'Italia, non rinnegando sé stessa, ma cercando nelle sue radici la linfa per affrontare le sfide del futuro.

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