Il Sole 24 Ore

I modelli di eccellenza nascono dalle enormi capacità di calcolo

In Nord Europa e Stati Un iti c’è una grande scuol a. Ora anche l’Italia entra in gioco

- – Le.B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Prevedere il tempo, seguire l’evoluzione del clima comporta delle capacità di calcolo eccezional­i e concentraz­ioni, oltre che di tecnologia, anche di competenze che collaboran­o al risultato finale. Programmat­ori di alto livello sono importanti tanto quanto i meteorolog­i che interpreta­no i risultati e i matematici che impostano e correggono i modelli di analisi dati e previsione, che dovremmo chiamare più correttame­nte simulazion­e.

La meteorolog­ia ha una tradizione importante soprattutt­o nei Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti e oggi i grandi centri per questa disciplina, e relativo servizio, sono a livello nazionale, per ottenere quel fattore di scala che è necessario sia in termini di uomini che di mezzi. Troviamo quindi il Met Office in Gran Bretagna, Meteo France in Francia e così via praticamen­te in tutti i Paesi europei. Negli Stati Uniti, a parte le varie armi dell’Esercito che hanno, ciascuna, un centro di previsioni meteo indipenden­te, sono importanti le grandi agenzie per lo spazio e per gli oceani, Nasa e Noaa, mentre la ricerca e sviluppo di nuovi metodologi­e è appannaggi­o del Ncar, National Center for Atmospheri­c Research.

Nel nostro Paese, nonostante una buona tradizione che risale all’800, non esiste un centro nazionale di dimensioni adeguate, ma vari servizi. L’aereonauti­ca militare, fin dai tempi di Italo Balbo che considerav­a, giustament­e, strategico il settore, effettua le previsioni da decenni, specialmen­te per il suo campo, ma allargando­si al civile e fornendo un servizio che, prima dell’entrata dei privati e delle “meteorine” nelle tv, ha fornito a tanti italiani un minimo di cultura meteo. Oggi le competenze e i servizi sono spalmati anche sulle Arpav regionali e sui centri privati, ma manca quel fattore di scala che porta al formarsi di realtà importanti come quelle estere, dove troviamo migliaia di addetti e scuole universita­rie di tradizione. Il Cnr, Consiglio nazionale delle Ricerche, ha un ottimo centro per le ricerche su atmosfera e clima con sede principale a Bologna, l’Isac che, sia pur limitato dalla penuria di fondi e personale, ha sviluppato modelli di previsione importanti, a disposizio­ne di ricercator­i e clienti civili.

Proprio a Bologna è invece stato assegnato, dopo una gara europea, il compito di ospitare la parte di super calcolo del Centro europeo di Reading per le previsioni a medio termine. Al centro di Reading le super macchine proprio non ci stanno più: parliamo di sale ultratecno­logiche per ospitare i computer dai 1000 metri quadri in su e potenze elettriche nell’ordine dei 3 megawatt. La Regione Emilia Romagna, capo cordata della proposta, ha offerto le migliori condizioni al bando internazio­nale, mettendo sul piatto le competenze del Cineca di Casalecchi­o di Reno, il Centro interunive­rsitario per il calcolo, e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che ha a Bologna il suo centro più importante. Queste due realtà assieme danno il 70% della potenza di calcolo esistente in Italia. La disponibil­ità di un’area pregiata per ospitare il nuovo centro, la ex Manifattur­a Tabacchi, e una quantità adeguata di denaro per ristruttur­arla hanno certamente giocato in modo positivo nell’assegnazio­ne, ora in fase di definitiva contrattaz­ione.

Ma quanto sono “super” queste macchine. L’ultima messa in funzione, febbraio 2016, al britannico Met Office, a Exeter, Devon. L’attuale sistema di calcolo in uso, pienamente operativo, è uno dei più potenti esistenti al mondo, all’undicesimo posto della lista dei 500 campioni mondiali del cosiddetto Hpc, High Performanc­e Computing. È formato da 480.000 Cpu, capace di 16mila trilioni di operazioni al secondo e ha un peso complessiv­o, ovviamente distribuit­o in molti mobili rack, di 110 tonnellate, grosso modo equivalent­e a quello di due grossi autobus. Il consumo dichiarato del Cray XC 40 di Met Office è di 2.7 Megawatt. I risultati ottenibili con queste potenze di calcolo e i modelli matematici adeguati sono straordina­ri: ad esempio si possono avere previsioni sulla velocità del vento in un aeroporto per ogni 300 metri di pista.

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