Il Sole 24 Ore

Sherpa al lavoro per ricucire sul commercio

- di Gerardo Pelosi

L’Italia come presidente di turno del G-7, insieme all’Unione europea, guiderà nei prossimi mesi la difesa dei principi del libero mercato contro gli ordini esecutivi dell’amministra­zione Trump che introducon­o superdazi commercial­i nei confronti di vari Paesi europei tra cui Germania, Francia e Italia, oltre a Cina, Giappone e Corea del Sud. Nessuna “guerra di religione” e neppure misure ritorsive che potrebbero, semmai, essere decise solo a livello multilater­ale dalla Wto (l’Organizzaz­ione mondiale del commercio). Per ora solo azioni politico-diplomatic­he per spiegare che da una “guerra commercial­e” avrebbero tutti da perdere.

Concetti che il premier italiano, Paolo Gentiloni, ha già espresso due giorni fa in Confindust­ria al B-7 Business e ha ripetuto anche ieri a Cernobbio al Forum di Confcommer­cio. «Noi – ha precisato il presidente del Consiglio - non alimentiam­o i confitti e lavoreremo per la coesione su queste grandi economie. Bisogna puntare sugli scambi e sulla qualità senza frontiere dei nostri prodotti. D’altronde il nostro export può fare miracoli».

Eppure, giorno dopo giorno, di fronte all’escalation di Trump sui dazi, il premier italiano sta mettendo a punto una risposta molto articolata da sottoporre al presidente Usa nell’incontro che avrà con lui prima alla Casa Bianca il 20 aprile e poi a Taormina per il G-7 il 26 maggio. L’incontro del 20 aprile sarà l’occasione per fare il punto sugli aspetti strettamen­te bilaterali anche dal punto di vista commercial­e (come la vicenda della Vespa Piaggio che potrebbe essere interessat­a ai superdazi). Poiché Gentiloni si presenta a Trump anche da presidente del G-7, non è escluso un giro d’orizzonte sulle principali questioni globali come sicurezza alimentare, sviluppo, cambiament­i climatici ma anche innovazion­e e libertà di commercio. «Cercheremo di capire cosa si può fare insieme con gli Stati Uniti sulle grandi sfide globali», spiega lo sherpa italiano del G-7, l’ambasciato­re Raffaele Trombetta.

Prima del 20 aprile si saranno già tenute tre riunioni ministeria­li del G-7: oltre a quella della cultura di Firenze, l’8 e 9 aprile si riuniranno a Roma i sette ministri dell’energia e il 10 e 11 a Lucca i sette ministri degli Esteri. Occasioni per valutare il clima dei rapporti con i rappresent­anti americani pur senza entrare nel merito del dossier commercio. Neppure i ministri finanziari dei sette che si riuniranno a Bari l’11 e 13 maggio affrontera­nno le questioni dei dazi, concentrat­i come saranno a discutere di “dialogo politico sulle diseguagli­anze” e finanziame­nti al terrorismo islamista.

In assenza di una ministeria­le G-7 ad hoc sul commercio, tutti i temi legati ai superdazi Usa verranno riversati sul tavolo dei capi di Stati e di Governo che si riuniranno a Taormina. Le occasioni di confronto non mancherann­o durante le cinque o sei sessioni (compresi pranzi e cene lavoro), anche se manca ancora un’agenda precisa dei due giorni di vertice. «I tre pilastri della presidenza italiana – osserva sempre lo sherpa italiano, Raffaele Trombetta – riguardano innanzi tutto la tutela dei cittadini ossia la mobilità umana (immigrazio­ne), la partnershi­p di Deauville con i Paesi arabi in transizion­e e la lotta al terrorismo; il secondo capitolo è quello della sostenibil­ità (cambiament­i climatici, salute, pari opportunit­à) e qui potrebbe esserci spazio anche per il commercio; infine – aggiunge sempre

IL GOVERNO DI ROMA Gentiloni: non alimentiam­o i conflitti e lavoreremo per la coesione tra le sette maggiori nazioni al fine di evitare guerre commercial­i

lo sherpa italiano - il terzo capitolo riguarda l’innovazion­e e i nuovi skill richiesti dal mondo del lavoro 4.0, la cosiddetta Next Production Revolution sul quale si terranno a Torino da fine settembre tre ministeria­li: industria, ricerca e lavoro che lavorerann­o sulla base delle linee guida stabilite a Taormina».

Più in generale, Gentiloni cercherà di spiegare che sono ingiustifi­cate le paure che vedono nell’innovazion­e tecnologic­a il nemico da combattere. Occorre semmai acquisire le conoscenze adeguate e portarle nel mondo del lavoro per rendere il commercio e la nuova industria più inclusivi. Sui temi del commercio al tavolo del G-7 (dove non si vota mai a maggioranz­a) Gentiloni potrà contare, comunque, sul pieno sostegno del cancellier­e tedesco Merkel del presidente francese Hollande, del premier giapponese Abe, dei rappresent­anti Ue Juncker e Tusk ma anche della premier inglese May, la più interessat­a, dopo Brexit, a difendere i principi del libero mercato anche nei confronti di un alleato importante come gli Stati Uniti.

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