Convivere con la solitudine
Apotessero spuntare i gulp ei sob. In generale, leggendo, venivano in mente le strisce di Andrea Pazienza, ma voltate al comico. Il nuovo romanzo di Piva, L’animale notturno, ha solo i pregi e non i difetti di Apocalisse da
camera. Vittorio Ferragamo è un giovane provinciale che arriva nella capitale e cerca di fare fortuna, di entrare o rientrare nei giri giusti, e soprattutto di diventare ricco. Questa trama, vecchia di un paio di secoli ( Il rosso e il nero), funziona ancora perché è insieme archetipica, dato che tutti quanti prima o poi facciamo il nostro ingresso nel mondo, e suscettibile di infinite variazioni, perché tutti quanti nel mondo entriamo in un modo diverso. Il mondo di Vittorio Ferragamo è quello del cinema, anzi dei cinematografari romani, e non è un bel mondo. Ferragamo ha scritto un paio di film di successo ma poi ha litigato con il suo amico regista, e adesso è finito sulla lista nera dei produttori romani. Tutto va male, e allora decide di rischiare. Affitta un appartamento in centro che non può permettersi, si droga, vince e perde a poker. Quando è sull’orlo della bancarotta, quando sta per arrendersi e tornare dalla mamma in Calabria, lo salva il caso: comincia a fare soldi col gioco d’azzardo online, ma in un modo inatteso, e questo modo illumina, rendendola divertente e avvincente, la seconda parte del romanzo.
Come molti immoralisti dal cuore buono, Vittorio Ferragamo è un moralista fatto e finito. Lo era già il protagonista di Apocalisse da came
ra, il corrotto che vedeva segni di corruzione e decadenza un po’ in tutto e in tutti: nei genitori sdraiati davanti alla tv, nei professori negligenti, nelle adolescenti mignotte. Ma in L’animale
notturno il campionario dei cattivi e degli immorali si allarga: gli agenti immobiliari sono dei tipi melliflui che lucrano sulle disgrazie degli altri, i produttori sono dei sadici analfabeti, persone cambiano punto di vista, si riposizionano, passano da uno stato d’animo all’altro (vedi il dialogo col compagno di poker, pagina 213 e seguenti, o quello con Clara, pagina 303 e seguenti); ed è altrettanto bravo nelle descrizioni: sia degli ambienti (come il super-attico romano di pagina 78 e seguenti), sia dei sentimenti e delle emozioni (per esempio a pagina 329, quando si rende conto di aver perso in pochi secondi una valanga di denaro), sia – cosa molto più difficile – dei rapporti sessuali.
Poi può darsi che per scrivere un grande romanzo serva avere un po’ d’amore o almeno un po’ d’interesse per i personaggi diversi dal personaggio principale, e insomma per gli altri e non solo per chi dice “io”. Di questo amore/interesse non c’era traccia nel romanzo precedente di Piva, Apocalisse da camera, dove gli altri erano partner sessuali, pusher e ripugnanti colleghi di università. In L’animale notturno il mondo si popola di figure simpatiche, e non solo decorative (il senatore Testini, il suo valletto sudamericano), ma a nessuna di loro riusciamo ad affezionarci soprattutto perché a nessuna di loro sembra sapersi affezionare il narratore-protagonista. Se si dovesse indicare il tema del romanzo, bisognerebbe dire che questo tema è la solitudine, più precisamente il modo in cui si può essere soli, oggi, nonostante si vivano vite socialmente attive, anche brillanti. Benché parli, frequenti, copuli, Vittorio Ferragamo è solo dall’inizio del libro alla fine, e si muove sulla scena con l’attitudine della preda, convinto (a ragione) di doversi guardare da tutti in un mondo pericoloso, nemico anche quando gli si presenta col sorriso. Se
Apocalisse da camera, scritto poco dopo i trent’anni, era il romanzo della ribellione e faceva pensare ad Andrea Pazienza, L’animale nottur
no, scritto un po’ dopo i quaranta, è il romanzo della rassegnazione, e leggendolo viene in mente Her di Jonze, il film ambientato in un mondo distopico nel quale le uniche relazioni significative saranno quelle con le voci immateriali di un sistema operativo informatico. L’unica differenza è che Jonze parla del futuro. Andrea Piva, L’animale notturno, Giunti, Firenze, pagg. 368, € 16