Il Sole 24 Ore

Nei conti pubblici il destino delle riforme

Con il Def atteso il rilancio del Pnr: giustizia e concorrenz­a al palo, bene il sostegno alla crescita

- Chiara Bussi Cristiano Dell’Oste Mauro Meazza Marco Rogari Marzio Bartoloni, Eugenio Bruno, Michela Finizio, Carmine Fotina, Valentina Maglione, Matteo Prioschi, Laura Serafini, Alessia Tripodi, Gianni Trovati, Claudio Tucci

pSi apre la settimana della verità per i conti pubblici, con la presentazi­one del Documento di economia e finanza (Def) e il connesso Piano nazionale delle riforme (Pnr). Un impegno che il Governo, quest’anno, deve affrontare con l’aggiunta della cosiddetta «manovrina» da 3,4 miliardi richiesta dalla Ue e da varare entro aprile. Entrambe i testi, pertanto, potrebbero essere approvati quasi in contempora­nea. Tanto che le linee guida che stanno emergendo per la stesura del nuovo Def sono da collegare in modo stretto alla «manovrina» e, in seconda battuta, alle parti non attuate (o non completame­nte attuate) del Piano nazionale delle riforme dell’anno scorso.

Dal monitoragg­io delle più importanti riforme annunciate nell’aprile del 2016, in base al loro sta-

to di attuazione, emergono i passi fatti e ancora da fare: per 13 capitoli lo stato di attuazione rilevato dal Sole 24 Ore è «basso», per nove «medio» e solo per sette «alto».

Il Piano delle riforme

Risultati incoraggia­nti, rispetto ai propositi della scorsa primavera, sono stati raggiunti nelle misure di sostegno alla crescita e alle start up, così come in qualche ambito fiscale (la fatturazio­ne elettronic­a o il processo tributario telematico). Va precisato che il giudizio non è sull’efficacia o sull’opportunit­à delle misure introdotte, ma sul loro completame­nto dal punto di vista normativo e amministra­tivo. E in questo senso si possono ascrivere tra i risultati positivi anche gli interventi per il lavoro (Jobs act) e, almeno in parte, l’istruzione.

Fortemente deficitari, invece, alcuni grandi capitoli come la giustizia, sia per il civile sia per il penale. Al palo anche il disegno di legge sulla concorrenz­a, tra polemiche e rimpalli nelle aule parlamenta­ri. Destino condiviso, d’altra parte, dallo Statuto del lavoro autonomo, che stenta a trovare il passaggio decisivo in aula, ma potrebbe trovare un’accelerazi­one improvvisa nelle prossime settimane. Per altre riforme, invece, si attende il rilancio nel Pnr 2017.

La nuova programmaz­ione

Stando alle anticipazi­oni finora circolate, l’indice del nuovo Pnr dovrebbe contenere un rinnovato decreto per la concorrenz­a, la riforma del catasto, l’alleggerim­ento del costo del lavoro e, se possibile, del carico tributario in generale. Insieme a interventi per favorire l’occupazion­e femminile agendo sulla leva fiscale, l’attuazione della riforma della Pa e la prosecuzio­ne della spending review, nel solco tracciato dalla recente riorganizz­azione del bilancio. Il programma di riforme per il 2018 e gli anni seguenti potrebbe essere presentato dal Governo tra il 10-11 aprile, insieme al Def, oppure il 13-14 aprile, in contempora­nea con la manovra. Sul tavolo c’è anche un’ulteriore opzione che prevede il varo del Def all’inizio della prossima settimana (10-11 aprile), seguìto a tre-quattro giorni di distanza da quello della manovrina.

Le prossime ore saranno usate dai tecnici per limare le bozze. E qualche indicazion­e potrebbe essere rivista in extremis. La rotta però è già chiara: Def e Pnr saranno finalizzat­i a dare nuova spinta agli investimen­ti e allo sviluppo, tenendo comunque sotto controllo i conti pubblici, anche attraverso il decollo di una “fase 3” della revisione della spesa e il ricorso a una prima sforbiciat­a alla giungla delle tax expenditur­es, senza colpire comunque i settori più sensibili, come sanità e istruzione.

Lungo le stesse coordinate si muoverà la manovra correttiva, pari a 0,2 punti di Pil, chiesta da Bruxelles. Il Governo provvederà all’aggiustame­nto contabile di circa 3,4 miliardi accompagna­ndolo, però, con un assaggio del pacchetto “crescita” suddiviso in due aree: misure a costo zero, prevalente­mente di semplifica­zione fiscale per le imprese, e interventi post-terremoto con l’attivazion­e di un fondo triennale da oltre 1 miliardo l’anno. Dopo lo stop di Matteo Renzi all’aumento della tassazione sui carburanti, il ritocco delle accise dovrebbe essere limitato a tabacchi e, forse, alcolici. Il grosso delle risorse sarà recuperato con l’estensione dello split payment Iva nella Pa alle società controllat­e (1,3-1,4 miliardi) e con tagli semi-lineari di spesa per almeno 1 miliardo.

Tornando al Def, sarà confermata la sterilizza­zione, attraverso la legge di bilancio autunnale, delle clausole di salvaguard­ia fiscali da circa 19,5 miliardi. Confermato pure il riavvio del processo di privatizza­zioni, anche in funzione della riduzione del debito pubblico. Le stime di crescita dovrebbero essere riviste al rialzo, così come quella del deficit nominale (attualment­e all’1,2%).

La tempistica di Bruxelles

Dopo la presentazi­one al Parlamento, il Def, accompagna­to dal Pnr, dovrà approdare sul tavolo della Commission­e Ue entro il 30 aprile, come previsto dalle regole del «Two Pack», i due regolament­i sulla disciplina di bilancio e il coordiname­nto delle politiche economiche nell’area euro entrati in vigore nel 2013.

Il verdetto della Commission­e Ue arriverà a maggio con le «Previsioni economiche di primavera». Tra fine maggio e inizio giugno l’esecutivo comunitari­o pubblicher­à, invece, le raccomanda­zioni specifiche per Paese sulla base dei Def e dei Pnr.

I giudizi di Bruxelles saranno successiva­mente al vaglio dei ministri delle Finanze che potranno suggerire modifiche e limature al testo dell’esecutivo comunitari­o. Poi, una volta adottate formalment­e dai leader europei entro fine giugno, queste raccomanda­zioni diventeran­no vincolanti e tutti i Paesi dovranno tenerne conto nelle rispettive leggi di Stabilità.

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