Lusso inglese in fuoristrada
Discovery giunge alla quinta generazione e si trasforma in un inarrestabile veicolo multiruolo Scocca in alluminio e un abitacolo da ammiraglia a misura di famiglia
In grado di affrontare ogni situazione e ogni terreno, compiendo “prodezze” e facendo molto di più di quello che sarebbe ragionevole chiedere a una vettura, anche a un suv fortemente votato al fuoristrada. Ma non solo: è grande (molto), offre sette posti ed è confortevole come un’ammiraglia. Ecco la Land Rover Discovery, terza generazione, che dal 1987 ha realizzato cinque serie di grande successo.
Siamo andati a conoscerla nello Utah, percorrendo strade ai confini dell’Arizona, affrontando sterrati impegnativi, sabbia e fango e persino dune innevate e ghiacciate. Abbiamo attraversato i canyon del Parco nazionale di Zion e la Discovery non ha fatto mai una piega. Nel vero senso della parola: siamo riusciti a salire su rocce impervie e, con la ruota anteriore sollevata di qualche decina di centimetri, è stato addirittura possibile aprire il portellone (a comando elettrico) e questo testimonia una rigidità torsionale esemplare, ottenuta grazie a una scocca in alluminio di moderna concezione. L’architettura è robusta e leggera: addirittura Land Rover dichiara che sulla bilancia il dimagrimento è stato di 480 chilogrammi, a vantaggio dell’efficienza e della riduzione dei consumi.
Lo stile, frutto della matita di Gerry McGovern, chief designer di Land Rover, è abbastanza personale anche se presenta qualche déjà-vu con alcuni modelli Ford come il suv americano Explorer. Molto originale e inconfondibile è il posteriore con il portellone caratterizzato dal portatarga asimmetrico.
La vettura, a dispetto del nome, non è meccanicamente imparentata con la Discovery Sport, che sfrutta la piattaforma della Range Rover Evoque con motore trasversale. Infatti, la Discovery 5 deriva invece dalla Range Rover e dalla Range Rover Sport con propulsori montati longitudinalmente.
La gamma dei motori disponibili è molto articolata. C’è un nuovo prestante duemila turbodiesel serie Ingenium 4 cilindri Sd4 capace di erogare, grazie ai due turbocompressori di cui è dotato, ben 240 cavalli e 500 Nm di coppia. Numeri che lo mettono in concorrenza con il classico turbodiesel 6 cilindri TdV6 3.0 da 249 cavalli e 600 Nm di coppia. Si può optare anche per il tremila SiG a benzina Supercharged (con compressore volumetrico) da 340 cv e 450 Nm di coppia. Prossimamente arriverà anche il noto 4 cilindri diesel Td4 della famiglia Ingenium di 2 litri da 180 cv e 430 Nm di coppia. Quest’ultimo si annuncia come il propulsore più adatto al mercato delle flotte in Italia, nonché quello più efficiente della gamma con consumi contenuti a 6 litri/100 km nel ciclo combinato ed emissioni di CO2 pari a 159 g/km. Secondo la casa, il valore è inferiore del 22% rispetto alla versione precedente.
Tutti i motori sono abbinati al noto e apprezzato cambio automatico ZF a otto rapporti. Una trasmissione che si conferma reattiva e dolce nei passaggi di marcia.
Ovviamente trattandosi di una Land Rover, l’aspetto fuoristradistico è al primo posto e infatti troviamo il sistema Terrain Response 2, cioè la seconda generazione dell’intelligenza di software e silicio che consente al suv full size britannico di affrontare ogni fondo, adattando alle peculiarità fisiche del terreno alcuni parametri fondamentali,come il livello d’intervento del controllo di stabilità, dell’Abs o della trazione integrale permanente, la curva d’erogazione del motore, la gestione del cambio e la percentuale di bloccaggio dei differenziali, oltre al controllo d’assetto variabile di 7,5 centimetri grazie alle molle pneumatiche che sono di serie a partire dall’allestimento battezzato «SE». Questo sistema elettronico si imposta nelle varie modalità (sabbia, roccia, fango, neve eccetera) con pulsanti vicino al manopolone del cambio. Il tutto si abbina ad angoli di attacco, di dosso e di uscita da 4x4 dura e pura, in grado persino di affrontare guadi di 90 centimetri.
A bordo troviamo una raffinata e britannicissima atmosfera, lo stile della plancia e dei pannelli porta è molto simile a quello della Range (compresi i pulsanti dell’alzavetro posti scomodamente sul bordo superiore del pannello della portiera), ma ci sono chicche come la plancetta del clima che si ribalta, dando accesso a un vano lungo e profondo, perfetto per nascondere oggetti come i tablet. Di spazio ce n’è tanto e si contano sette posti in un abitacolo configurabile persino con lo smartphone via app, mentre il bagagliaio arriva a 2.500 litri abbattendo la terza e la seconda fila di sedili. Nella Discovery 5 c’è tantissima tecnologia (vedi articolo qui a destra). Comfort e silenziosità di marcia sono ineccepibili e tutta la vettura trasmette una sensazione di lusso all’inglese ben distante dall’asettico premium tedesco.
Il tutto ovviamente si paga. La nuova Land Rover non è per tutti: la gamma parte da quasi 53mila euro per arrivare a oltre 61mila.