Compensi nei Cda, il curriculum conta poco
I membri dei consigli di amministrazione cooptati dal Ceo sono, spesso, meno qualificati rispetto alla media del board. Ma possono guadagnare di più grazie all’accumulo di qualifiche e alla componente variabile dello stipendio, che in genere cresce con l’influenza esercitata dal Ceo. È il paradosso che emerge da «Do qualifications matter? New evidence on director compensation», un paper redatto dal docente di finanza dell’università Bocconi Hannes Wagner insieme a Viktar Fedaseyeu (sempre in forza alla Bocconi) e James S. Linck (Southern methodist university, Dallas). L’indagine ha preso in esame retribuzioni e funzioni di 13.239 membri del Cda in 1.777 società quotate Usa. «In tanti sanno delle retribuzioni dei manager, ma pochi si interrogano su quelle dei membri dei Cda. Così abbiamo cercato di approfondire il tema» spiega Wagner al Sole 24 Ore.
Cosa è emerso? I membri del board ricevono una retribuzione media di 172mila dollari per consiglio di amministrazione, con robuste variazioni all’interno della stessa azienda: la “deviazione standard” (in statistica, lo scarto medio) è di 47mila dollari, mentre il gap tra gli emolumenti più alti e bassi può arrivare fino a picchi di 141mila dollari. In teoria, i membri del board che svolgono le funzioni più decisive ricevono le retribuzioni più alte. Il problema è che non sono sempre le qualifiche curricolari a determinare le responsabilità, anzi: «Ci sono persone incaricate perché hanno certe com- petenze, ma anche altre che arrivano al board perché sono amiche del Ceo – spiega Wagner –. E lo stesso amministratore, a volte, non pensa a chi è competente ma chi sarà “friendly” con le sue decisioni».
Insomma: più il Ceo è potente, più insisterà nell’assegnare funzioni e retribuzioni elevate a membri del board che gli sono favorevoli ed esercitano un controllo più blando sulla sua amministrazione. La cosiddetta «ipotesi dell’amicizia» ridiventa centrale quando si parla della componente varia-
SOTTO LA LENTE L’Università Bocconi ha esaminato i compensi di oltre 13mila consiglieri in 1.770 società quotate negli Stati Uniti
bile delle retribuzione, cioè la quota addizionale del compenso che può essere assegnata per ragioni specifiche (ad esempio i premi di risultato). I compensi discrezionali sono più frequenti nelle aziende dove il Ceo è incisivo e vengono conferiti con più facilità ai membri del board cooptati. Come una sorta di trattamento ad personam che consolida il rapporto di fiducia e riduce il potere di vigilanza rispetto all’operato dell’azienda: «Magari gli importi esatti non sono enormi, anche se si può arrivare a milioni di dollari – spiega Wagner – Ma quello che cambia è l’incentivo, anche di fedeltà, che ne deriva».