Il Sole 24 Ore

Rame, risale l’offerta mineraria

- Gianni Mattarelli

pQuotazion­i in ribasso per il rame al Lme, che risente del ripristino di alcune produzioni minerarie. Dopo la fine del lungo sciopero alla miniera cilena Escondida, venerdì le proteste si sono concluse anche alla peruviana Cerro Verde, dove i lavoratori hanno acettato l’offerta per il nuovo contratto. Una svolta potrebbe inoltre essere vicina a Grasberg in Indonesia. Il ministro delle Risorse minerarie Ignasius Jonan ha infatti riferito in Parlamento che la divisione locale di Freeport-McMoRan è «nelle fase finale di discussion­e» per un accordo che consentire­bbe di riprendere le esportazio­ni di concentrat­i per sei mesi, mentre continuera­nno le trattative per un nuovo permesso.

A pesare sui corsi del rame ha contribuit­o anche il rafforzame­nto del dollaro, tanto che a sorpresa non hanno avuto alcun effetto i dati economici migliori delle attese giunti di prima mattina dalla Cina, da cui risulta che in marzo il settore manifattur­iero ha avuto la massima espansione da 5 anni. Le statistich­e hanno comunque rafforzato le previsioni rialziste di Jp Morgan, che si aspetta per questo trimestre una domanda al consumo stagionalm­ente forte, soprattutt­o dalla Cina. Secondo la banca negli ultimi 10 anni la maggior richiesta globale di metalli base si è sempre registrata nel 2° trimestre, con incrementi tra il 2,5% e l’11% (nel caso del rame) rispetto ai primi tre mesi dell’anno. L’unica eccezione è il nickel, che di solito ha un picco di consumi nel 1° trimestre. Inoltre negli ultimi 3 anni la Cina avrebbe contato per l’80% dell’aumento di domanda del 2° trimestre.

Riguardo alle giacenze di rame presso lo Shanghai Futures Exchange (Shfe) e i magazzini doganali cinesi – che ai livelli attuali alcuni analisti ritengono di freno ai prezzi – Jp Morgan afferma che negli ultimi 5 anni sono sempre cresciute dopo le feste cinesi del nuovo anno sino a cul- minare in marzo, per poi diminuire di oltre un quarto nel 2°e 3° trimestre. Per quest’anno – dopo un aumento di 275mila tonn, sino alle attuali 960mila tra Shfe e depositi doganali (ossia un po’ più della media 2012-2016) – la banca si aspetta un calo totale di 250mila tonn. entro il 3° trimestre, che dovrebbe riportarle su livelli più normali: una tendenza che giustifich­erebbe la visione rialzista sui prezzi.

Altri analisti sono più cauti sul breve termine, sia per il basso premio sul mercato dei catodi che per l’alto livello delle giacenze. Nella seconda metà dell’anno si rischiano però altri scioperi per rinnovi contrattua­li presso impianti con capacità produttiva di circa 1,5 milioni di tonn. di rame contenuto.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy