L’Argentina di Macri in bilico tra rilancio e ricaduta peronista
Ripartenza con cr iticità
pLuci e ombre nell’Argentina di Mauricio Macri. Le incrostazioni politiche che si sono sovrapposte nei due mandati presidenziali di Cristina Fernandez de Kirchner si sono parzialmente dissolte e l’eccessivo dirigismo della politica economica di questi ultimi 8 anni non ha fatto bene all’economia. In compenso la sterzata iperliberista di Macri ha provocato nuovi squilibri. Lo sciopero generale che ieri ha paralizzato Buenos Aires ne è la conferma più evidente.
E’ questo lo scenario in cui si svolge su cui si apre il World economic Forum di Buenos Aires, un vertice importante in cui l’Argentina si riposiziona nell’asse SudNord, ovvero nella ricerca di quel dialogo troppo a lungo interrotto con gli Stati Uniti, a vantaggio di altri interlocutori importanti, Cina e Russia. Antagonisti commerciali degli Stati Uniti.
Il primo nodo da sciogliere dell’Argentina di Macri è l’inflazione superiore al 30% annuo, un tasso allarmante, uno dei più alti del mondo. Ereditato dai governi precedenti ma ancora difficile da estirpare o almeno ridurre. La forza del peronismo, che non rinuncia a una contrattazione permanente e serrata è un ostacolo certo. L’altro, non meno importante, è la formazione oligopolistica dei gruppi forti della distribuzione argentina; un “cartello” che maschera molte inefficienze.
L’agenzia americana Standard and Poor’s ha elevato il rating dell’Argentina da B- a B, stimando una crescita Pil del 3% nel 2017 per la terza economia dell’America Lati- na. «L’Argentina ha fatto progressi nel risolvere i vari squilibri macroeconomici ricostruendo la credibilità del paese», spiega la nota dell’agenzia, ma sono molti gli istituti di ricerca economica che offrono previsioni molto meno incoraggianti, di poco superiori all’1 per cento. «Va rilevato – spiega Enzo Farulla, economista italiano che vive a Buenos Aires - che nell’ultimo anno sono rientrati in Argentina 116 miliardi di dollari, un rientro di capitali davvero imponente. Una somma rilevante se paragonata ai 102 milioni dell’Italia, tenendo conto della dimen-
SOIA E INFLAZIONE Il rialzo dei prezzi della soia e il massiccio rientro di capitali favoriscono il governo, ma l’inflazione al 30% annuo resta un nodo
sione delle due economie».
E il prezzo della soia è risalito, commodity di cui l’Argentina è grande esportatore.
A esacerbare gli animi del Paese si sommano i contenziosi e le vicende giudiziarie del Palazzo. Un giudice federale argentino ha imputato al’ex presidente Cristina Fernandez de Kirchner reati di associazione illecita, riciclaggio e negoziazioni incompatibili con la funzione pubblica, nell’ambito dell’inchiesta sulla società Los Sauces, che amministra gli alberghi di proprietà della famiglia Kirchner nel sud del Paese.