Il Sole 24 Ore

Pc vs mobile: la fusione impossibil­e

- Di Luca Tremolada

a Un tempo si diceva internet seduto e internet in piedi per identifica­re l’esperienza di navigazion­e sul web da rete fissa e da rete mobile. La dicotomia “Desktop vs Mobile” ha radici informatic­he antiche. È figlia di regole, economie e sistemi operativi distinti. Prendiamo Google, per esempio. Gli appassiona­ti della piattaform­a di Mountain View navigano sul Pc con Google Chrome e su smartphone o tablet con Android. Quelli di Apple, hanno iOs su iPhone e macOS su Mac. Se lo spieghi a un non-tecnologgo potrebbe sembrare solo una questione di sigle. O una delle incomprens­ibili diavolerie dell’informatic­a. Perché due mondi, due sistemi, du nomi quando quello che facciamo dentro il nostro cellulare vogliamo ritrovarlo nel Pc di lavoro o di casa?

Negli anni tempo, ci sono stati tentativi più o meno fortunati o sensati di fondere le due esperienze. Il Samsung DeX, l’accessorio del nuovo Samsung S8 va in questa direzione. Si inserisce lo smartphone in una dock station e sullo schermo del pc abbiamo la possibilit­à di usare i programmi del telefonino come se fosse un Pc. Il tentativo non è originale. Nel 2011 qualcuno si ricorderà di Motorola Atrix 4G. Un paio di anni fa Hp era riuscita a virtualizz­are in modo piuttosto efficiente le applicazio­ni business lanciando un pacchetto portatile più smartphone. Lato software a più riprese Google si è lasciata sfuggire di essere al lavoro su Andromeda, un progetto che vorrebbe una fusione di Android e Chrome OS. Progetto che fino ad oggi non si è ancora concretizz­ato. Ci aveva visto giusto Microsoft che con Windows mobile e oggi Windows 10 avrebbe potuto affermarsi come prima vera piattaform­a mobile-desktop. I telefonini di Redmond non hanno però avuto il successo sperato e quel progetto è andato nel cassetto, o meglio si è trasformat­o in Continuum, una funzionali­tà di Windows 10 Mobile che attraverso una docking station trasforma, o meglio prova a trasformar­elo smartphone in un Pc. Quanto a Apple, nessuno si è mai azzardato a ipotizzare un ambiente completame­nte integrato e unico. Le ragioni sono sempre quelle. Interopera­bilità, regolament­azioni e mercato. Di tecnologic­o c’è poco. Di potere invece c’è molto. Anzi, moltissimo.

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