Il Sole 24 Ore

Nodo da 900 milioni su Province e Città

Negli enti metropolit­ani squilibrio da 200 milioni senza interventi correttivi

- Gianni Trovati u pagina 26

Si chiuderà questa settimana il lungo cantiere del decreto enti locali, complicato dalla ricerca di coperture in un contesto dominato dal lavorio sulla correzione da 3,4 miliardi chiesta da Bruxelles.

In cima alle richieste di nuo- ve risorse ci sono Province e Città metropolit­ane, che presentano un conto vicino ai 900 milioni. Poco più di 650 milioni è lo squilibrio delle Province, certificat­o dai numeri della Sose, mentre secondo i calcoli degli amministra­tori locali al- tri 200 milioni abbondanti servono a far quadrare i bilanci delle Città metropolit­ane. Un aiuto potrebbe arrivare dalla replica di norme eccezional­i come l’utilizzo degli avanzi o la rinegoziaz­ione dei mutui.

A tre anni dalla riforma che avrebbe dovuto metterli in sicurezza in una versione alleggerit­a rispetto al passato, la lista della spesa scoperta degli enti di area vasta per il 2017 sfiora i 900 milioni di euro. Una cifra che ha complicato le trattative nel lunghissim­o cantiere del decreto enti locali, che in settimana dovrebbe concludere la sua prima fase con l’arrivo del provvedime­nto sul tavolo del consiglio dei ministri.

Il “buco” più ampio è quello a carico delle Province, secondo la Sose (la società del ministero dell’Economia che fa i conti sui «fabbisogni standard» degli enti locali») vale 650 milioni di euro ed è da settimane al centro del dibattito. All’elenco però, almeno secondo i calcoli degli amministra­tori l ocali, vanno aggiunti 203 milioni di euro a carico delle Città metropolit­ane, cioè l’ente che in base alla riforma Delrio avrebbe dovuto rappresent­are il motore strategico dello sviluppo dei grandi centri ed è invece sospeso da anni in un limbo che vede convivere le nuovissime Città con le vecchie Province.

A inizio anno, in verità, la strada da percorrere verso l’equilibrio di bilancio era parecchio più lunga, a causa del solito miliardo di tagli aggiuntivi previsto fin dal 2015 da una manovra che aveva molto sovrastima­to i risparmi ottenibili con il ridisegno delle attività locale. La pezza, come lo scorso anno, è stata messa dall’ultima legge di bilancio, che ha utilizzato una parte del «fondone» da tre miliardi messo a disposizio­ne degli enti territoria­li per sterilizza­re la nuova puntata di tagli.

L’esperienza degli anni scorsi, però, insegna anche che per far quadrare i conti davvero la cancellazi­one dei super-tagli progressiv­i pensati nel 2015 e poi non attuati è solo il primo passo. A completare l’opera intervengo­no mosse aggiuntive, come quelle che in passato hanno dirottato verso gli enti di area vasta risorse Anas per la manutenzio­ne delle strade o fondi ministeria­li per l’edilizia scolastica. Ogni anno, però, il sentiero si fa ovviamente più stretto e in salita.

Per le Province al momento si parla di risorse aggiuntive per circa 200 milioni tra una nuova tornata di fondi Anas e altre risorse recuperate in vari angoli del bilancio pubblico. E per le Città?

I problemi principali, secondo i calcoli degli amministra­tori, si concentran­o in particolar­e a Torino (67 milioni), Milano (64) e Roma (57), ma in proporzion­e sono pesanti anche i 13 milioni che mancano a Bari, mentre Genova e Venezia hanno uno squilibrio minore. A far tornare i numeri non possono intervenir­e nuove entrate, perché le Città non hanno leve manovrabil­i, e anche sul lato delle spese il quadro è rigido visto che un terzo delle uscite è rappresent­ato dal contributo alla finanza pubblica e il resto è assorbito in larga parte dai costi fissi di funzioname­nto e personale. Una soluzione parziale potrebbe arrivare dal decreto con la replica delle misure straordina­rie già sperimenta­te negli scorsi anni, dall’applicazio­ne degli avanzi alla parte corrente (varrebbe 50 milioni) alla rinegoziaz­ione dei mutui (20 milioni). Un’altra toppa, in attesa di un rilancio struttural­e, che fatica ad arrivare ma sarebbe necessario per far superare alle Città metropolit­ane la pura sopravvive­nza e avviare davvero qualcuna delle funzioni strategich­e per cui sono nate.

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