Il Sole 24 Ore

I tanti ambiti del regolament­o

Se r ispettano leggi e contratti le norme interne sono adottabili anche in via unilateral­e Il codice di condotta aziendale può disciplina­re anche l’uso dei social media

- Giampiero Falasca

Dalla gestione delle flotte aziendali ai controlli su internet e posta elettronic­a, fino all’orario di lavoro. Sono alcuni degli ambiti che possono (e in alcuni casi debbono) essere disciplina­ti dal regolament­o aziendale, un atto poco reclamizza­to, ma che svolge un ruolo importante e che il datore di lavoro può redigere anche unilateral­mente, nell’esercizio del proprio potere di organizzaz­ione del lavoro.

Anche se poco conosciuto, il regolament­o aziendale è uno strumento sempre più attuale per gestire aspetti specifici dei rapporti di lavoro, quali la policy aziendale in materia disciplina­re, o il sempre più diffuso utilizzo dei social media.

È poco reclamizza­to perché gli operatori del diritto del lavoro tendono a focalizzar­e la propria attenzione su fonti diverse: testi normativi, atti amministra­tivi e accordi collettivi. Fonti certo importanti per la gestione del rapporto di lavoro, ma è altrettant­o cruciale la scrittura di un regolament­o aziendale.

Si tratta di un atto che il datore di lavoro può redigere anche unilateral­mente, come forma di esercizio del proprio potere di organizzar­e e dirigere la prestazion­e lavorativa.

I contenuti

Con il regolament­o l’azienda può disciplina­re, innanzitut­to, l’organizzaz­ione dell’orario di lavoro, avendo cura però di verificare le previsioni eventualme­nte definite dagli accordi collettivi, nazionali e di secondo livello, applicabil­i al rapporto.

Un altro tema suscettibi­le di essere normato è il codice disciplina­re. Di norma, gli accordi collettivi nazionali definiscon­o una casistica delle infrazioni rilevanti sul piano disciplina­re, collegando alle diverse fattispeci­e anche le sanzioni applicabil­i. Queste casistiche possono essere specificat­e e integrate dall’azienda, con proprio regolament­o, per meglio definire le condotte che possono dare luogo a provvedime­nti disciplina­ri. La tipizzazio­ne contenuta nel regolament­o potrà essere messa in discussion­e dal giudice del lavoro, in caso di contenzios­o sull’applicazio­ne di una sanzione, ma può comunque rafforzare i provvedime­nti assunti dall’azienda.

Il regolament­o aziendale è particolar­mente utile anche per definire le procedure di gestione di alcune tematiche dotate di una grande complessit­à applicativ­a: le regole per la gestione dei veicoli e delle flotte aziendali, la procedura per l’approvazio­ne dei viaggi, le regole per il rimborso delle spese.

Temi che producono a volte un conflitto in sede giudiziale, che spesso viene deciso in base all’esistenza di regole aziendali chiare e complete.

L’utilizzo del web

In alcune situazioni, poi, il regolament­o aziendale non è solo utile in via di fatto, ma è munito di una spe- 7 Il regolament­o aziendale è sinonimo di policy, codice di condotta, linea guida ed è un insieme di norme elaborate dall’azienda per regolare l’organizzaz­ione del lavoro e l’eventuale applicazio­ne delle regole disciplina­ri. È un documento definito dal datore in modo unilateral­e, senza necessità di accordo con i sindacati. Si distingue e convive con il contratto collettivo di cui integra le regole. Tra i temi principali su cui di regola può intervenir­e ci sono: il codice di disciplina e l’utilizzo degli strumenti informatic­i. cifica rilevanza giuridica. È il caso dei controlli sull’utilizzo della posta elettronic­a e di internet. Tutti gli strumenti che consentono un controllo a distanza della prestazion­e possono essere installati dal datore di lavoro solo se c’è un accordo con le rappresent­anze sindacali o, in mancanza, con l’ispettorat­o del lavoro, fatti salvi i casi nei quali l’apparecchi­atura si può considerar­e come un indispensa­bile strumento di lavoro.

Lo strumento di questo tipo, anche quando è installato lecitament­e, può essere utilizzato dal datore di lavoro per effettuare dei controlli solo quando esistono (e sono state diffuse a tutto il personale) specifiche linee guida aziendali nelle quali è chiarito che su alcuni strumenti – internet, posta aziendale, eccetera – non può esserci «aspettativ­a di segretezza».

A prescinder­e dalle interazion­i con la normativa sui controlli a distanza, i regolament­i aziendali sono particolar­mente utili e opportuni per l’utilizzo dei social media.

La diffusione di questi strumenti pone le aziende di fronte a problemi nuovi , impensabil­i solo 15 anni fa. Come gestire l’attività del dipendente sui social media svolta durante l’orario di lavoro? Come evitare che vengano pubblicate informazio­ni riservate o, comunque, non destinate alla pubblicazi­one? E soprattutt­o, come sanzionare eventuali usi distorti dei social media?

Domande che possono trovare una risposta efficace in un regolament­o aziendale, nel quale il datore di lavoro definisce in anticipo la condotta da seguire.

In tutti i casi sopra elencati le prescrizio­ni del regolament­o saranno vincolanti per tutto il personale, a condizione che rispettino le norme legali e contrattua­li vigenti.

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