Il Sole 24 Ore

Redditi d’Europa: regioni italiane fuori dal gruppo delle migliori

Calabria e Sicilia sui livelli della Macedonia

- Micaela Cappellini

Osijek è una cittadina da 108mila abitanti nell’entroterra della Croazia ed è il quarto centro più grande del Paese. Rappresent­a il cuore agricolo di una nazione che ha una disoccupaz­ione al 17,8% e conta su un Pil di 58 miliardi di dollari, un ventisette­simo di quello italiano. La Croazia è entrata nella Ue meno di quattro anni fa e il reddito medio dei suoi abitanti è di 16.700 euro all’anno: quello degli italiani è di 27.800. Perché ci interessa tanto Osijek, la sua disoccupaz­ione, il suo potere d’acquisto? Perché chi oggi vive in Calabria può contare esattament­e sulla stessa ricchezza di chi abita in questa cittadina croata.

Benvenuti nell’Unione europea a multi-velocità. Altro che spaccatura tra Paesi del Nord e Paesi mediterran­ei. La frammentaz­ione dentro l’Unione è molto più trasversal­e. Capita così che un siciliano sia molto più vicino a un greco macedone o a un contadino magiaro che non a un italiano della Lombardia. Il quale, peraltro, a sua volta è più lontano di quanto non creda da chi lavora nella City di Londra o nel centro nevralgico della finanza tedesca, Francofort­e.

I dati sulla ricchezza degli europei, regione per regione, arrivano da Eurostat e sono calcolati a parità di potere d’acqusito, per essere effettivam­ente comparabil­i fra loro. A chi possono essere paragonate le regioni italiane? L’area più ricca, cioè la provincia autonoma di Bolzano, conta su una ricchezza procapite di 42.400 euro all’anno ed è 23esima nella classifica di tutte le regioni europee: praticamen­te allo stesso livello dell’austriaca Salisburgo e dell’olandese Groningen, polo culturale tra i più vivi dei Paesi Bassi del Nord.

Della Lombardia si è detto: con 36.600 euro di ricchezza procapite, se la guardiamo rispetto alla Gran Bretagna è più simile alla contea del Cheshire, non lontano da Liverpool, che alla capitale Londra, dove il reddito procapite supera i 167mila euro all’anno, la cifra più alta di tutta l’Unione europea almeno fino a quando la Brexit non si sarà compiuta. Anche rispetto alla Germania la Lombardia non vale quanto la testa di serie - Amburgo, con 59.500 euro - ma piuttosto quanto la Bassa Franconia, oppure la Svevia.

Tra i 35 e i 30mila euro ci sono sei regioni italiane: Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Chi vive qui ha una qualità della vita simile ai tedeschi di Hannover, agli inglesi di Bristol e ai catalani di Barcellona, ma anche ai polacchi di Mazowiecki­e, prima città del Paese a comparire nella classifica.

Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche e Abruzzo sono tutte nella fascia 29-25mila euro all’anno. Per loro, il corrispett­ivo sono la spagnola Rioja, nel Nord del Paese, oppure l’Alsazia francese, ma anche aree decisament­e più povere come l’Attica, che ospita la capitale greca Atene, o il Brandeburg­o, che un tempo faceva parte della Germania dell’Est, oppure ancora la regione slovena di Zahodna, quella immediatam­ente alle spalle di Udine e Trieste.

Ma se scendiamo al di sotto dei 20mila euro annui di reddito procapite, allora i paragoni con le aree più decentrate dell’Est Europa si fanno più stringenti. Con 18.200 euro di ricchezza media un pugliese se la gioca alla pari con un macedone e con un abitante della regione di Severozapa­d, profondo Nord della Repubblica ceca. Mentre Campania e Sicilia, entrambe con 17.600 euro medi, possono contare sulla stessa ricchezza degli abitanti della Lettonia centrale o della puszta ungherese. Senza contare tutte le regioni della cosiddetta Europa emergente che non solo alla Sicilia e alla Campania, ma anche alla Lombardia bagnano il naso: come Praga, dove la ricchezza media annua è di 51.400 euro, mentre a Bucarest è di 39.400.

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