Il Sole 24 Ore

Showroom, Milano è diventata hub globale

Sono 180 i principali snodi commercial­i censiti dalla Camera della Moda, trainati dall’e-commerce Bonini punta sul mix di brand ad alto potenziale: «Gli Usa crescono a due cifre»

- Marta Casadei

pSono equilibrat­o tra affermati (Versace, Roberto Cavalli), in piena crescita (N°21, Fausto Puglisi) ed emergenti di talento (Giannico).

Brand per la maggior parte italiani, tutti dall’alto potenziale commercial­e: «In un mercato in forte cambiament­o – spiega – hanno successo i prodotti che “bucano lo schermo”, perché il primo contatto con il cliente avviene sempre più spesso sul web, e che poi dal vivo mostrano la loro qualità». Tra i primi clienti di Massimo Bonini Showroom ci sono «Europa e Usa, questi ultimi in crescita a doppia cifra stagione su stagione. Poi l’Asia. I paesi arabi stanno andando benissimo e la Russia è in ripresa». Lo showroom non ha un ruolo puramente commercial­e: «Lavoriamo con i brand a tutto tondo, aiutandoli a scegliere anche il giusto produttore», continua Bonini.

Riccardo Grassi, titolare dell’omonimo showroom milanese e di due temporary a Parigi e New York, conferma la leadership commercial­e di Milano nella moda mondiale. Lui stesso, sei anni fa, ha voluto creare uno spazio innovativo, 4 mila metri in via Piranesi, che ospita le collezioni di abbigliame­nto e accessori di Puglisi, Msgm, Paula Cademartor­i e molti altri. «Ho voluto aprire un punto di riferiment­o per i buyer internazio­nali a Milano, che all’epoca era

In alto, lo showroom di Massimo Bonini, che ha sedi anche a New York e Hong Kong; qui sopra, lo spazio di Riccardo Grassi in via Piranesi in crisi, selezionan­do marchi “indispensa­bili” da vedere per chi voleva fare ricerca», dice Grassi.

La formula, più strategica rispetto a quella dello showroom tradiziona­le, ha funzionato: «Per le collezioni P-E 17 e A-I 17-18 abbiamo avuto 13mila ordini da 2mila compratori in 70 paesi», sottolinea. E la crescita più marcata, del 25-30%, arriva, come per Bonini, dai grandi e-tailer.

Per vendere bene sul web, secondo Grassi, «i prodotti devono avere un’estetica riconoscib­ile e iconica, nelle forme e nei colori». Altro tema fondamenta­le è quello dei prezzi: «Oggi conta moltissimo il rapporto qualità-prezzo: il consumator­e non compra più solo per il brand». Il made in Italy, da questo punto di vista, è ancora un valore aggiunto: «Conta, sì. Ma non sulla parola, sul prodotto».

SPAZI INNOVATIVI La strategia di Riccardo Grassi che ha creato un polo di 4mila metri quadrati selezionan­do marchi di ricerca per i buyer: 13mila ordini da 70 Paesi

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