Il Sole 24 Ore

Grillo, Pertini e il sogno di Mazzola

- di GIORGIO DELL’ARTI

Ricchione. «Ogni tanto, con Cassano, andiamo a fare la pizza insieme. È un talento comico naturale. L’unico miliardari­o senza carta di credito: gira sempre con un sacco di contanti. L’altro giorno mi ha chiamato sul cellulare: “Come stai, ricchione?”. Però aveva risposto Gennaro Nunziante, il regista, che pazienteme­nte gli ha detto: “Ciao, Antonio, non sono Checco, sono Gennaro Nunziante, il regista”. E Cassano: “Allora sei ricchione pure tu!”» (Checco Zalone).

Titanic. «I dilettanti hanno fatto l’Arca. Gli esperti hanno fatto il Titanic» (Matteo Renzi).

Erba. «Renzi dovrebbe liberalizz­are l’erba in Abruzzo e Molise: sarebbe un boom turistico, nessuno andrebbe più in Olanda» (J-Ax).

Maniaci. «Il primo incarico fu aprire le uova: romperle, separare il tuorlo dall’albume, montarle per il gelato alla vaniglia. Aprivo 800 uova al giorno, per fare 50 contenitor­i di gelato da mettere sulle fragoline di bosco. Alla fine c’era da lavare la cucina, scopare per terra, svuotare il magazzino. Poi mi passarono ai prosciutti. Disossavo venti prosciutti al giorno per preparare i canapè: burro e acciughe, uova e caviale, formaggi e, ovviamente, prosciutto. Decorati con il burro, la gelatina, la polverina, la fogliolina: una cosa maniacale» (Antonino Cannavacci­uolo).

Confine. «Fra il pop e la catastrofe estetica il confine è labile» (Fabio Fazio).

Bambini. «Un’altra volta, a Borghetto Santo Spirito, Pertini fu interrotto da un fischio. Gridò: “Ecco i soliti provocator­i fascisti”. Era stato un bambino. “Sandru, u l’è un figgeu...”. E lui, indignato: «Non è un fascista, ma lo diventerà”» (Antonio Ricci).

Roddi. «Con Grillo ho parlato tre volte in vita mia. La prima volta era il 1984 e faceva il cabarettis­ta. Ad Alba i ragazzi e degli istituti tecnici organizzav­ano una “veglia”, una festa cui invitavano un artista. Gli altri, fossero Felice Andreasi o Nick Kamen, arrivavano cinque minuti prima dello spettacolo, si esibivano , prendevano il cachet, bevevano un bicchiere di barolo e scappavano. Beppe Grillo si prese il suo tempo, parlò con noi , si informò sugli scandali locali e pure sul dialetto. La prima cosa che domandò fu: “Come si dice dalle vostre parti vaffanculo?”. Dalle nostre parti, non so perché, si dice “va a caghè a Rod”, vai a cagare a Roddi, ameno borgo con castello. Ovviamente appena salito sul palco Grillo invitò il pubblico ad andare a cagare a Roddi. Tutti esplosero in un boato: il divo tv parlava come uno di noi. Un trionfo».

Imbarazzo. «Ma lei si chiama veramente Cazzullo? Scusi eh, ma qui in casa c’è imbarazzo...» (Beppe Grillo).

Disperazio­ne. «La disperazio­ne non ce la possiamo permettere» (Lucio Dalla).

Papà. «Lei crede alla vita dopo la morte? “Qualcosa c’è. Sento che ritroverò mio padre. E giocheremo insieme, come nei sogni”. Quali sogni? “Siamo al Filadelfia. Io gli passo la palla, e lui segna. Non c’è Bacigalupo, il portiere non si vede mai. Poi lui passa la palla a me, e io segno. Poi mi sveglio”» (Sandro Mazzola).

Imitatori. «Avevamo inventato una falsa trasmissio­ne radio, “Svegliati, e vinci”: chiamavamo registi e attori alle quattro di notte simulando quiz. Ci cascarono tutti, tranne Paolo Villaggio, che ci mandò a quel paese. Un’altra notte telefonai a Pippo Baudo. Ero con Verdone, Troisi e Benigni. Gli dissi: “Pippo, ho trovato un imitatore formidabil­e. Senti come imita Verdone, Troisi e Benigni”. E gli passai gli originali. Impazzì. “Mandamelo subito!”».

King Kong. «Ho capito fin da piccolo di essere gay. Mi garbava il fornaio. Poi sono andato al cinema, a vedere King Kong, quello vero, e scoprii che mi garbava pure il gorilla» (Paolo Poli).

Uomini. «Raccontai a Franca Valeri che stavo scrivendo un libro dal titolo Le donne erediteran­no la terra. Rispose: “È vero. Speriamo ne lascino un poco a voi uomini, che non siete poi così male”».

Notizie tratte da: Aldo Cazzullo L’intervista. Settanta italiani che resteranno Mondadori, Milano 2017. Pagine 397, € 19,50

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