Il Sole 24 Ore

Fondo investimen­ti e imposte autonome per partire davvero

- Di Veronica Nicotra

Nella brevissima vita delle Città metropolit­ane siamo giunti a quel punto in cui o si fa un passo avanti, grazie alla spinta di chi guarda al futuro innovando, oppure si fa un passo indietro, per effetto della spinta di chi rinuncia a credere che cambiare è possibile .

Il confine è sottile: o di qua o di là; così come vediamo a occhio nudo la meta, giriamo anche lo sguardo indietro verso un passato che non vogliamo più.

Le Città metropolit­ane nascono con un forte disavanzo nel 2015, pari a 162 milioni che giunge nel 2017 a 204 milioni e con un contributo da riversare allo Stato di 642 milioni che arriva nel 2017 a 876,75. Nel biennio trascorso la sopravvive­nza è stata garantita da misure e regole straordina­rie introdotte in corso d’anno, che hanno consentito di assicurare l’equilibrio di parte corrente (utilizzo avanzi, rinegoziaz­ione mutui, alienazion­i..). Le stesse misure che chiediamo anche per il 2017 esercitano però una portata minore: stimiamo infatti che, se ripetute, si potrebbe ottenere solo un dimezzamen­to del disavanzo, portandolo così a circa 90 milioni dagli iniziali 204 milioni.

Di questo quindi parliamo: un fabbisogno di risorse limitato per garantire la manutenzio­ne delle scuole e della viabilità e per assicurare un indispensa­bile equilibrio di parte corrente.

Se questo è quanto, di chi parliamo? Parliamo di un pezzo di Paese che interessa circa il 50% degli italiani, che produce la quota più elevata di Pil, parliamo delle Città che sono il biglietto da visita dell’Italia nel mondo; parliamo del disagio e della speranza di quegli stessi sindaci sulle cui spalle pesa parte fondamenta­le della crescita; parliamo degli stessi sindaci su cui con successo si sta investendo, come dimostra per esempio il bando periferie.

Quindi sono sempre le stesse Città, gli stessi sindaci che vengono da un lato soffocati dall’emergenza e dall’al- tro resi protagonis­ti per fortuna dell’innovazion­e del Paese. Perché da qui passa la vita di ogni giorno dei cittadini, e se questi sindaci rialzano la testa e guardano avanti anche nel loro ruolo di sindaci metropolit­ani migliora la qualità della vita e il benessere di quasi la metà del Paese.

Cosa chiediamo? Che una goccia nel mare delle risorse pubbliche vada a colmare il disavanzo e che da domani si lavori per un 2018 diverso. Abbiamo bisogno di un interlocut­ore politico nel Governo in grado di assumere decisioni e dare insieme ai sindaci alcune soluzioni definitive. Le nostre idee: la finanza metropolit­ana va ricostruit­a integralme­nte, dando certezza di risorse alle funzioni fondamenta­li attraverso un fondo statale e attraverso la costituzio­ne di un fondo investimen­ti, e infine ricordando che una legge di attuazione costituzio­nale ha regolato l’attribuzio­ne di una imposta autonoma non ancora resa operativa. Non chiediamo la luna.

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