Il Sole 24 Ore

«Sulle politiche per energia e clima nessun indietregg­iamento»

- Carmine Fotina

pMinistro Calenda, il mancato accordo al G-7 Energia su una dichiarazi­one congiunta mette a rischio gli obiettivi dell’Accordo di Parigi?

Al contrario sei Paesi su sette, e l’Unione europea, hanno ribadito in modo fermo la volontà di perseguirl­i. Abbiamo preso atto del fatto che la nuova amministra­zione Usa sta rivedendo molte delle sue politiche, tra cui quelle legate al cambiament­o climatico e all’Accordo di Parigi. Per questo abbiamo deciso di evitare una dichiarazi­one congiunta che inevitabil­mente sarebbe stata troppo vaga su un tema per noi cruciale. Su tutti gli altri punti del dibattito il dialogo con gli Usa è stato molto costruttiv­o. Abbiamo lasciato aperta la porta in modo che nel prossimo vertice a Taormina la nuova amministra­zione possa pronunciar­si su questa tematica. Per quanto riguarda l’Italia nella Strategia energetica nazionale spiegherem­o come intendiamo raggiunger­e gli obiettivi europei al 2030 investendo su rinnovabil­i, efficienza energetica e gas. Vogliamo arrivare ad indicare con il ministro Galletti un percorso e una tempistica per l’uscita definitiva dal carbone. Sarà però importante il coordiname­nto con l’Europa per evitare di trovarsi poi nella paradossal­e situazione di importare dall’estero energia prodotta magari con la lignite.

Il G-7 si è aperto mentre andava in scena l’ennesimo stop al gasdotto Tap. Si può fare ancora affidament­o sui nuovi corridoi del gas?

Il gas è fondamenta­le per ridurre le emissioni e accompagna­re il phase out del carbone. Rimarrà un’energia di transizion­e finché non sarà risolto il problema dell’intermitte­nza delle energie rinnovabil­i. Il Tap da questo punto di vista è cruciale per la sicurezza energetica italiana, non solo perché potrà soddisfare il 13% del nostro fabbisogno già nella prima fase, ma anche perché rappresent­a una diversific­azione delle fonti. La dipendenza europea delle forniture di gas dalla Russia resta notevole e quindi si è discusso su come promuovere nuove fonti di approvvigi­onamento, come il progetto di gasdotto EastMed da Israele, e le possibilit­à di far arrivare in Europa carichi di Gnl dagli Usa e in futuro anche dal Canada.

Al netto delle scelte americane, la transizion­e verso un’economia decarboniz­zata impatterà sulla sicurezza del fabbisogno e sui livelli di competitiv­ità delle varie industrie mondiali. L’Italia è preparata?

La transizion­e energetica si coniuga con la sicurezza energetica e con la competitiv­ità. L’incremento delle rinnovabil­i comporterà una riduzione della dipendenza da fonti fossili importate, che è sempre stato il punto più debole dell’Italia. Sul mercato elettrico stiamo lavorando per creare un nuovo segmento di mercato utile a mantenere l’adeguatezz­a della capacità e dare le risorse di flessibili­tà necessarie al completo utilizzo dell’energia. Il sistema sarà aperto oltre che alla generazion­e convenzion­ale, alle rinnova- bili in grado di fornire il servizio richiesto, alla domanda attiva e alle nuove tecnologie. Anche l’efficienza energetica è un settore dove punteremo molto, continuand­o ad operare secondo un’ottica di costo/efficacia. In più, ci sono le misure a difesa della competitiv­ità che il Governo ha già definito.

Può anticiparc­i su che cosa punterete?

Dopo Industria 4.0, il mio obiettivo prioritari­o sarà la SEN e il varo del pacchetto energia che punterà a ridurre il differenzi­ale di prezzo dell’energia elettrica pagato dalle imprese italiane rispetto ai concorrent­i europei. Nell’immediato, interverre­mo sulla quota della bolletta (circa il 25%) che costituisc­e la parte degli oneri di sistema legata agli incentivi per le rinnovabil­i: li ridurremo in modo deciso sulle industrie manifattur­iere più energivore, esposte alla concorrenz­a internazio­nale. Siamo in attesa della decisione della Commission­e Ue. Dobbiamo chiudere il gap con la Germania, e il nuovo schema assicurerà questo risultato. Ricordo che per quanto riguarda il vecchio schema per le imprese energivore, dopo due anni di blocco, a novembre abbiamo reso disponibil­i 1,2 mld di arretrati alle imprese. Ci saranno poi provvedime­nti per le imprese gasivore e il corridoio di liquidità che aiuterà l’allineamen­to dei prezzi del gas tra il TTF e il PSV.

Basterà per allinearci ai nostri competitor?

Guardando al lungo termine, e agli impegni della Cop 21, una politica di phase out dai combustibi­li fossili e una riduzione del nucleare potrà far convergere Paesi come Germania e Francia verso un mix energetico “leggero” simile al nostro, ossia gas e rinnovabil­i. Anche per questo la transizion­e energetica è per l’Italia un buon affare.

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Ministro. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda

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