Il Sole 24 Ore

Fininvest ora studia il riassetto

La nuova cassa r idisegna le disponibil­ità finanziar ie del gruppo e apre nuovi scenar i - Da domani può salire in Mediaset Intanto Bankitalia chiede di vendere il 20% di Mediolanum ma la holding fa ricorso

- Laura Galvagni

Fininvest si prepara a cambiare forma. Dopo il closing per la cessione del Milan, atteso per oggi, la holding muterà pelle sia in termini di perimetro che di risorse finanziari­e. Grazie alla vendita aumenterà sensibilme­nte la liquidità della capogruppo (potrebbe salire a 480 milioni), verrà deconsolid­ato il debito legato ai rossoneri (220 milioni) e dal 13 aprile sarà possibile acquistare nuove azioni Mediaset fino a un massimo dell’1,4%. E questo dopo che la finanziari­a ha già blindato Mondadori grazie all'incremento della partecipaz­ione (53,2%) e a una nuova “governance”. Il tutto accade proprio mentre Banca d’Italia torna a chiedere la cessione della quota eccedente il 9,9% di Banca Mediolanum.

Fininvest

si prepara a prendere nuova forma. Se, come appare, oggi verrà firmato il closing del Milan, la holding cambierà pelle sia in termini di perimetro che di risorse finanziari­e: aumenterà sensibilme­nte la liquidità della capogruppo (con gli incassi legati al dossier calcio potrebbe salire a 480 milioni), verrà deconsolid­ato il debito legato ai rossoneri (220 milioni) e dal 13 aprile sarà possibile acquistare nuove azioni Mediaset fino a un massimo dell’1,4%. E questo dopo che la finanziari­a ha già blindato Mondadori grazie all’incremento della partecipaz­ione (53,2%) e a una nuova “governance” che punta a voto maggiorato e liste bloccate.

Il tutto accade, peraltro, proprio mentre Banca d’Italia torna a bussare alla porta di casa Berlusconi per chiedere la cessione della quota eccedente il 9,9% di Banca Mediolanum. Un passo che, nel caso, darebbe ulteriore linfa al riassetto, il pacchetto vale oltre 1 miliardo di euro. Fininvest, però, non ha alcuna intenzione di perdere la presa sull’istituto. E così, come nella battaglia per il controllo di Mediaset avviata contro Vivendi, è pronta a nuovi ricorsi. Tanto che anche la famiglia Doris, azionista di controllo di Banca Mediolanum è intervenut­a sul te- ma: «Il mercato non ha nulla di cui preoccupar­si. Al momento la situazione rimarrà stazionari­a e Fininvest continuerà a tenere il suo 30 e rotti per cento, attendiamo di vedere gli sviluppi dei ricorsi».

Bankitalia si è mossa sulla scia della decisione della Bce di porre il veto sulla presenza della holding nel capitale della banca ma quella decisione è stata già portata dalla società e da Silvio Berlusconi davanti alla Corte di Giusti- zia europea. Come ultima tappa di un percorso piuttosto travagliat­o innescatos­i poco più di due anni fa quando Banca d’Italia aveva congelato il 20% di Mediolanum in possesso di Fininvest (che ha il 30% della società) imponendo la successiva valorizzaz­ione del pacchetto nell’arco di un triennio. Dopo un lungo iter giudiziari­o iniziato a gennaio 2015 con una prima chiamata al Tar (l’intervento di Bankitalia era stato a ottobre 2014), il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso principale di Berlusconi. Chiuso quel capitolo se ne è però aperto un altro. Dopo la fusione tra Mediolanum e Banca Mediolanum, completata a dicembre 2015, Banca d’Italia ha istruito un nuovo procedimen­to amministra­tivo assorbito dalla Bce. La ragione? La fusione tra Mediolanum e Banca Mediolanum ha di fatto creato una nuova banca e questo, stando alle direttive in materia di vigilanza, consente alla Banca centrale di esercitare il proprio potere di controllo sulla “nuova” entità. E quindi di valutare il profilo reputazion­ale degli azionisti. Quello di Berlusconi evidenteme­nte è stato ritenuto inadeguato per la condanna in via definitiva per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset. Di qui la decisione di Berlusconi e Fininvest di ricorrere alla Corte Ue. E ieri di presentare «ricorso avverso il provvedime­nto» di Banca d’Italia datato 11 aprile che chiede la cessione entro 18 mesi della quota e intanto ne congela i diritti di voto.

Insomma non manca il fermento in via Paleocapa. E le prossime ore potrebbero essere chiave anche per la partita Mediaset. A partire dal 13 aprile, infatti, la holding potrà tornare ad acquistare azioni della controllat­a fino a un massimo dell’1,4% per un investimen­to di 60 milioni. Un passaggio chiave perché spingerebb­e la società al 39,5% del gruppo televisivo. Quota rilevante in vista dell’assemblea di approvazio­ne del bilancio in cui potrebbe consumarsi lo scontro con Vivendi.

L’eventuale acquisto, verrebbe evidenteme­nte finanziato con la cassa disponibil­e che, con l’incasso complessiv­o del Milan, dovrebbe aggirarsi attorno ai 480 milioni. A fine 2015 la liquidità era pari a 330 milioni ma buona parte di quelle risorse sono state impiegate per difendersi dal gruppo transalpin­o, per consolidar­e la presenza in Mondadori e per staccare la cedola. In cassa, però, allo stesso tempo è arrivata la prima tranche per l’acquisto dei Rossoneri, 200 milioni, una seconda tranche da 50 milioni e ora dovrebbe venir versata la quota restante: 270 milioni più il rimborso di 90 milioni di euro di finanziame­nti concessi dalla holding alla squadra.

Tutti denari che certamente potrebbero essere impiegati per ridefinire, almeno parzialmen­te, il perimetro del gruppo. In questo momento non filtra nulla su ipotesi di nuovi investimen­ti ma non si possono escludere eventuali diversific­azioni anche se al momento non risultano allo studio dossier specifici.

LE RISORSE L’operazione di cessione del Milan porterà la cassa vicina a 480 milioni. Intanto è stata consolidat­a la presenza in Mondadori e si guarda alle tv

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