Il Sole 24 Ore

Perché i giovani tedeschi scelgono di votare Merkel

In Francia e Italia i partiti di riferiment­o sono Front National, En Marche! e M5S

- Roberta Miraglia

Quasi la metà dei ragazzi tedeschi che a settembre andrà al voto per la prima volta preferisce “Mutti” (la Mamma), quella Angela Merkel con la quale sono cresciuti. In Francia e Italia i preferiti sono Le Pen e M5s.

In Germania in tempi di incertezza i giovanissi­mi scelgono la stabilità e la continuità. Così, diversamen­te dai coetanei francesi e italiani, attratti dal partito anti-establishm­ent di Marine Le Pen, dalla nuova formazione di Emmanuel Macron e dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, quasi la metà dei ragazzi tedeschi che a settembre andrà al voto per la prima volta preferisce “Mutti” (la Mamma), quella Angela Merkel con la quale sono cresciuti. E un altro terzo si affida al partito socialdemo­cratico.

Un recentissi­mo sondaggio dell’istituto Forsa, condotto per il magazine Stern, attribuisc­e alla cancellier­a il 47% di consensi tra i votanti nella fascia di età 18-21 anni mentre al rivale dell’Spd Martin Schulz va il 29 per cento delle preferenze. Sommati, i due partiti al governo dal 2013 nella Grande Coalizione avrebbero dunque tra i giovani uno strabilian­te 76% di adesioni. Il successo di Merkel tra i nuovi votanti sarebbe superiore rispetto al consenso raccolto nella generalità degli elettori dove la leader della Cdu ha un sostegno del 43% a fronte del 32% di Schulz (il confronto è tra candidati, non tra partiti).

«I giovani - commenta Manfred Güllner, direttore di Forsa - conoscono la cancellier­a, con la quale sono cresciuti, ma non il candidato Schulz». E in fasi incerte, aggiunge l’esperto, «specialmen­te i giovani cercano stabilità e continuità». Merkel correrà a settembre per un quarto mandato e dopo undici anni al governo, i sondaggi mostrano un elettorato poco propenso al cambiament­o. L’irruzione sulla scena dell’ex presidente del Parlamento europeo Schulz alla testa dei socialdemo­cratici ha finito per rafforzare la coalizione di governo, attirando verso l’Spd molti giovani a discapito di formazioni minori, compresa l’Alternativ­a per la Germania (Afd), il partito anti-immigrati. Afd, in generale, si ferma - secondo l’istituto Forsa - all’8% e ha subito di recente un calo. La CduCsu sono al 36%, sei punti avanti rispetto all’Spd.

Dietro la politica, come sempre, c’è l’economia. E, senza sorpresa, il tasso di protesta o la propension­e al cambiament­o dei giovani va di pari passo con quello di disoccupaz­ione. La Germania nell’ultimo decennio ha continuato a crescere, assorbendo meglio dei partner europei i colpi della crisi. I senza lavoro nella fascia d’età 15-24 sono solo il 6,6 per cento, la percentual­e più bassa d’Europa. I coetanei francesi e italiani hanno, rispettiva­mente, quasi una possibilit­à su quattro (23,6%) e oltre una su tre (35,2%) di non trovare lavoro.

In Francia, sempre stando ai sondaggi, e con tutta la cautela di una corsa dove il numero di indecisi è alto, in particolar­e tra le nuove generazion­i, la destra di Le Pen ha un serbatoio elettorale di tutto rispetto tra i giovanissi­mi. Secondo una recente rilevazion­e dell’istituto Ifop, il Front National raccoglie il 29% nella fascia di età 18-24 anni, mentre il candidato centrista Emmanuel Macron è al 28 per cento. François Fillon, della destra repubblica­na, ha solo il 9 per cento. In un secondo turno, però, tra la frontista Marine e il leader di En Marche!, sarebbe quest’ulti- mo a prevalere con il 63 per cento. L’astensione, tuttavia, è elevata proprio tra i giovani: solo il 52% dichiara di voler partecipar­e, l’11% in meno rispetto a tutti gli elettori. La spinta alla svolta, verso la destra o il nuovo centro, è proprio la mancanza di lavoro.

Anche in Italia i giovani sembrano decisament­e imboccare la strada del cambiament­o, Movimento 5 Stelle in testa. Il gradimento nelle fasce d’età più basse viaggia tra il 35 e il 40 per cento. Tra gli studenti un sondaggio Ipsos del dicembre scorso colloca il movimento al 40% e il Pd al 27. « C’è una correlazio­ne molto forte tra il malessere giovanile che deriva dall’alto tasso di disoccupaz­ione e l’avanzata del M5S, nato al Nord e poi migrato al Sud dove la percentual­e dei senza lavoro è ancor più alta» commenta il politologo Roberto D’Alimonte. Il malessere, tuttavia, è intergener­azionale e lo stesso sondaggio colloca al 40% le intenzioni di voto per il movimento fondato da Grillo tra i disoccupat­i e al 44% tra gli operai. «In questo momento non conta l’età ma la scontentez­za, che appartiene a tutte le fasce» dice Nicola Piepoli, amministra­tore delegato dell’omonimo istituto.

NUOVE GENERAZION­I Forte correlazio­ne tra propension­e al cambiament­o e tasso di disoccupaz­ione: Berlino (6,6%,) ha il più basso d’Europa

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