Il Sole 24 Ore

Approvato il decreto migranti Gentiloni: accoglienz­a più efficace

Mdp conferma il voto contrario - L’ira di Rosato (Pd): inaccettab­ile, il no dei bersaniani destabiliz­za la legislatur­a

- M.Lud.

Marco Minniti incassa due mosse vincenti in Parlamento. Ieri sono diventati legge i decreti proposti dal ministro dell’Interno su immigrazio­ne e sicurezza. Daspo urbano, stretta contro gli spacciator­i, poteri di ordinanza ai sindaci per interventi contro il degrado delle città sono i cardini del secondo provvedime­nto. Il primo - il più critico sul piano politico - prevede nuovi centri di permanenza per i rimpatri, taglio dei tempi di esame per le domande di asilo, eliminazio­ne di un grado di giudizio per i ricorsi, possibilit­à per i richiedent­i di svolgere lavori di pubblica utilità gratuiti e volontari. Novità di non poco conto e il governo ha fatto ricorso al voto di fiducia per blindare i testi. Così si registra il primo strappo parlamenta­re con Mdp (Mo- vimento democratic­i) che vota contro. E al Senato al momento del voto sul decreto sicurezza - approvato con 141 sì, 97 no e 2 astenuti - sono usciti all’aula cinque senatori Pd tra cui Luigi Manconi e Walter Tocci. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, plaude alle nuove norme sui migranti: «Tempi più rapidi per diritto asilo, strumenti più efficaci per accoglienz­a e integrazio­ne». Il decreto immigrazio­ne passa con 240 sì, 176 voti contrari e 12 astenuti ma si consuma una frattura nella maggioranz­a con il voto contrario del Mdp, che contesta l’introduzio­ne dei centri per i rimpatri. Reagisce il Pd: per Ettore Rosato, capogruppo dem a Montecitor­io, il no di Mdp «destabiliz­za la legislatur­a» perchè «non si può sostenere il governo a pezzettini». Replica Nicola Laforgia (Mdp): la maggioranz­a «non ha permesso di apportare cambiament­i sostanzial­i che hanno reso questo provvedime­nto molto critico». Tra gli assenti anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E ieri è partita la campagna «Ero straniero - L’umanità che fa bene» lanciata al Senato da Emma Bonino e dalle altre organizzaz­ioni che, insieme a Radicali Italiani, sono promotrici della legge di iniziativa popolare per superare la legge Bossi - Fini. «Le paure dei cittadini non vanno alimentate, vanno governate - ha detto Emma Bonino - in Italia ci sono 500mila irregolari, un esercito che certamente non può essere rimpatriat­o e che è destinato ad aumentare». Ieri il direttore di FRontex, Fabrice Leggeri, in audizione alla commission­e Difesa del Senato, ha rilevato che «a partire dall’estate scorsa abbiamo costatato che il numero di soccorsi in mare da parte dalle Ong stava aumentando» e ora «è di circa un terzo. La quota di Frontex in questo momento è del 12%, quella di Eunavfor Med circa del 10%». E ha rivelato: «Abbiamo anche testimonia­nze che libici in uniforme, non la guardia costiera che addestriam­o noi ma uomini che controllan­o una parte del territorio libico a ovest di Tripoli, sono in contatto con le Ong. Ci sarebbe una sorta di ricatto - ipotizza il direttore di Frontex - esercitato da personale in uniforme della Libia occidental­e che avrebbero minacciato di morte donne e bambini».

IL PARADOSSO DELLE ONG Il direttore di Frontex punta il dito contro le Ong che ormai effettuano un terzo dei soccorsi in mare nonostante il dispiegame­nto di mezzi Ue

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