Nord Corea, telefonata Xi-Trump
Il presidente cinese: soluzione pacifica - Il tycoon: spedita un’«armada»
Si muove su un doppio binario la strategia di Donald Trump sul “fronte” nordcoreano: da una parte lo sforzo diplomatico per disinnescare la minaccia di un conflitto, dall’altra la retorica minacciosa, affidata a tweet e interviste.
Nel contesto diplomatico si inquadra il colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping di martedì sera (la notte tra martedì e ieri in Italia), in cui Xi ha sollecitato una soluzione pacifica della tensione con Pyongyang. Il presidente , in un tweet mattutino, ha poi definito «molto buona» la discussione con Xi, a pochi giorni dal faccia a faccia in Florida. Poco prima della conversazione con Xi, tuttavia, lo stesso Trump aveva rilasciato un’intervista al canale Fox Business Network in cui mostrava i muscoli: «Abbiamo inviato (nella penisola coreana, ndr) una “armada” molto potente. Abbiamo sottomarini molto potenti. Molto di più della portaerei».
Il riferimento è alla flotta navale Carrier Strike Group, guidata dalla portaerei Uss Carl Vinson e composta da cacciatorpedinieri Aegis e altre unità. Una missione con finalità di deterrenza - scoraggiare il regime di Kim Yong Un da ambizioni nucleari e test missilistici - che rischia però di innescare una pericolosa escalation, viste le immediate e bellicose dichiarazioni di Pyongyang. C’è in particolare il timore che sabato, 105° anniversario della nascita di Kim Il Sung (leader fondatore della Repubblica popolare di Corea e nonno dell’attuale presidente), Pyongyang esegua un nuovo test missilistico, sfidando il monito Usa.
Intanto il Giappone valuta se prendere parte a esercitazioni militari congiunte nel mar Cinese orientale con la portaerei americana Vinson e il suo gruppo d’attacco. Lo riporta l’agenzia nipponica Kyodo, citando fonti del governo di Tokyo. Le manovre coinvolgerebbero i cacciatorpedinieri delle Forze di Autodifesa marittima, che hanno già “lavorato” con la Vinson in marzo, nell’ambito del ciclo di esercitazioni congiunte. Il governo Abe non ha però commentato l’ipotesi di un sostegno giapponese a un’eventuale azione militare Usa.