Da Cibus Connect sostegno all’export
Alla rassegna di Parma 400 imprese, 600 compratori ester i e 5mila operator i del settore - Kpmg: il food può crescere di 3,5 miliardi con piattaforme digitali EMILIA ROMAGNA
L’industria alimentare italiana nella vetrina del nuovo salone “light” del food, Cibus Connect, in svolgimento a Fiere di Parma (oggi la giornata di chiusura).
Il nuovo format contempla la presentazione di nuovi prodotti food and beverage, negli stand e nell’area degli show cooking, una serie di workshop tematici e un Forum internazionale. Le aziende espositrici sono 400, tutte italiane, selezionate tra quelle più vocate all’export. Presenti anche 45 produttori scelti da Slow Food.
«Cibus Connect è una fiera tutta concentrata sul business matching – ha dichiarato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma –. Ab- biamo investito 2,5 milioni nell’incoming di buyer esteri: 200 sono arrivati da Vinitaly, altri 400 sono da giorni sul territorio per visitare aziende alimentari. Sono attesi circa 5mila operatori del settore. L’obiettivo di Cibus Connect è sostenere l’industria alimentare che negli ultimi 8 anni è cresciuta del 20% e l’export del 37%».
Gli espositori hanno puntato, in particolare, sulle novità salutistiche per attrarre l’attenzione dei buyer: dalle fettine di carpaccio vegetali da inserire nei panini in sostituzione dei salumi, al ragù di quinoa; dal formaggino bio con in- gredienti certificati alle uova già cotte in vaschetta per veloci spuntini; dalle vaschette di maionese di riso e di soia che sostituiscono il tradizionale tubetto al latte microfiltrato e arricchito con proteine per il cappuccino. «Qui espongono i campioni dell’export - ha aggiunto Cellie - quasi l’80% dell’agroalimentare italiano. Svolgiamo anche un ruolo di formazione: facciamo capire a importatori e retailer internazionali, portandoli nelle aziende, il valore aggiunto del made in Italy».
Tra 20 giorni si aprirà a Milano Tuttofood, l’altro salone specializzato del food. Un eccesso di fiere agroalimentari? «Tra Cibus a Parma e Tuttofood a Milano c’è la possibilità di coesistenza nello stesso anno - ha osservato il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia - purchè le due fiere si specializzino. Cibus e Connect sono manifesta- zione delle aziende e delle tipicità italiane mentre Tuttofood, che ospita anche aziende estere, dovrebbe specializzarsi nell’Horeca e nel food service».
E le aziende espositrici che ne pensano del nuovo format di Cibus? «La prima giornata è andata benissimo - ha sottolineato Fernando Sarzi, ad di Sterilgarda -. Ho incontrato tanti buyer esteri e pochi italiani. Quelli esteri sono prevalentemente asiatici, compresi i cinesi. Spero che domani (oggi per chi legge ndr) si replichi il copione».
Per Nicola Bertinelli, neo presidente del Consorzio parmigiano reggiano, «Cibus Connect è un’ottima occasione per dare visibilità a un’eccellenza come la nostra. E comunque le iniziative promosse da Parma per sostenere il territorio hanno il nostro plauso e il sostegno».
Ieri a Cibus Connect è stata presentata l’indagine di Kpmg “Italian food decolla sulle piattaforme digitali”, secondo la quale in un contesto di stallo delle vendite dei retailer tradizionali, il business dell’agroalimentare italiano potrebbe totalizzare 3,5 miliardi se sfruttasse a pieno queste opportunità. «L’e-commerce del cibo e delle bevande in Italia è ancora poco sviluppato - ha detto Roberto Giovannini, partner Kpmg - e rappresenta solo lo 0,35% del totale delle vendite alimentari, per un valore di 570 milioni di euro, contro un valore globale di 3,5 miliardi che ne rappresenta il target potenziale».
L’e-commerce è un’opportunità da sfruttare «perchè il cibo made in Italy è ai primi posti nei desideri dei consumatori mondiali - ha concluso Giovannini - ma bisogna mettere in campo strategie mirate, identificando i mercati dove la digitalizzazione cresce e dove proporre il giusto mix di prodottii».ott »
LE VALUTAZIONI Cellie: concentrati sul business matching Scordamaglia: alle fiere serve la specializzazione Bertinelli: ottime opportunità