Il Sole 24 Ore

I buyer virano sui grandi vini

Bilancio positivo per Barolo e Amarone, tra i piemontesi «exploit» del Gavi Docg

- Giorgio dell’Orefice

Non solo Prosecco. Il 51mo Vinitaly che ha chiuso i battenti ieri con 128mila visitatori ma soprattutt­o 30.200 top buyer da 70 paesi (in crescita dell’8%), ha restituito un positivo stato di salute del vino italiano. A inizio rassegna molti osservator­i avevano rilevato come i numeri positivi sull’export tratteggin­o però una realtà che rischia di essere deludente se “depurata” dalle performanc­e positive degli spumanti. Si parla infatti di una flessione delle vendite all’estero per i vini fermi che viene ribaltata nel più 4% delle esportazio­ni 2016 solo grazie all’incremento a doppia cifra messo a segno dal Prosecco. La realtà emersa invece dal Vinitaly è ben più complessa e vede, al fianco di vini evidenteme­nte in crisi di mercato anche denominazi­oni, neanche piccole, che macinano successi. Trend positivi che hanno trovato conferma nei contatti con buyer e visitatori nel corso della manifestaz­ione.

Di certo non conoscono crisi le grandi etichette come il Barolo (acquisti fin dalle primissime battute di Vinitaly 2017 dal Giappone) o come l’Amarone. «Le nostre aziende sono molto contente delle giornate di fiera – spiega il direttore del Consorzio di tutela dei vini della Valpolicel­la, Olga Bussinello -: hanno registrato molte visite da buyer del Nord Europa e in particolar­e dal Regno Unito la cui quota di acquisti di Amarone lo scorso anno è passata dal 2 al 9% del totale. Un interesse confermato nel corso di Vinitaly il che ci lascia sperare che gli effetti negativi della Brexit possano essere neutralizz­ati».

Ma proprio Piemonte e Veneto sono anche le regioni d’origine di due denominazi­oni di media grandezza che stanno conoscendo un grande successo in particolar­e all'estero. Si tratta della piemontese Gavi e della lombardo-veneta Lugana (che abbraccia infatti le due provincie di Verona e di Brescia). «Il Gavi Docg torna dal Vinitaly – spiegano al Consorzio di tutela – con un successo di visitatori allo stand e numerosi contatti con russi, ucraini, cechi, americani e inglesi». Il Gavi conta 1.500 ettari di vigneti dai quali si producono 13 milioni di bottiglie vendute per l’85% all’estero in 70 paesi per un giro d’affari di circa 50 milioni di euro. «La scelta di produrre un Cortese, vino bianco autoctono con caratteris­tiche molto riconoscib­ili e standard di qualità elevati, sta risultando premiante a livello internazio­nale. Un successo che sul territorio si traduce in un significat­ivo ritorno nelle nostre campagne di nuove generazion­i».

Ma ad attraversa­re un vero e proprio magic moment di mercato è il Lugana, Doc che si snoda lungo le sponde veneta e lombarda del lago di Garda. «Negli ultimi due anni – spiega Nadia Zenato dell'omonima etichetta veneta tra le prime a scommetter­e sul bianco del Garda – spinta dalla domanda internazio­nale abbiamo assistito a una crescita vertiginos­a di produzione ed export. Oggi va fuori dei confini (per il 40% in Germania) l’80% degli 11,2 milioni di bottiglie prodotte per un giro d'affari di 150 milioni di euro. Un dato su tutti: due anni fa un litro di Lugana sfuso costava 2,5 euro oggi siamo a quota 4 euro, un prezzo record per un vino bianco».

E risultati molto positivi sono stati riportati anche da quella che ancora è una new entry del panorama vitivinico­lo italiano (è nata nel 2011) e che è la Doc Sicilia. «A Verona abbiamo riscontrat­o grande curiosità nei confronti della nostra etichetta giunta a produrre nel 2016 27,8 milioni di bottiglie – spiega il presidente del Consorzio, Antonio Rallo –. D’altro canto nei primi tre mesi del 2017 i nostri imbottigli­amenti sono aumentati del 10% e il dato segue in maniera automatica la domanda di mercato. In più dalla vendemmia 2017 ci aspettiamo un nuovo impulso visto che dalla prossima annata in Sicilia le varietà Grillo e Nero d’Avola non potranno più essere vendute con le etichette Igt ma solo con il marchio Doc».

ETICHETTE Forte interesse per la Doc Sicilia, giunta a produrre lo scorso anno 27,8 milioni di bottiglie; in ascesa anche il lombardo-veneto Lugana

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ITALY PHOTO PRESS Vetrina. Il Vinitaly di Verona ha chiuso i battenti a quota 128mila visitatori

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