Il Sole 24 Ore

Legame più stretto tra imprese e cultura

Per Franceschi­ni e Boccia negli ultimi anni c’è stato cambio di passo

- Antonello Cherchi

pTra il impresa e cultura c’è un legame sempre più stretto. E questo grazie all’accresciut­a consapevol­ezza da parte del mondo imprendito­riale e della società civile che i due mondi possono e devono “contaminar­si”. Un tema su cui ieri hanno insistito il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschi­ni, e il presidente di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, nel corso della presentazi­one del rapporto del- l’ultima edizione di Ravello Lab. Franceschi­ni ha sottolinea­to la centralità che le politiche culturali e gli investimen­ti in cultura hanno acquistato negli ultimi anni, un cambiament­o di prospettiv­a «irreversib­ile». «La cultura - ha aggiunto il ministro - è crescita, lavoro e potente strumento di conoscenza», un antidoto contro le attuali divisioni.

La cultura è sinonimo di inclusione, ha affermato Boccia, e l’investimen­to in conoscenza ci inse- gna che «ai protezioni­smi di taluni non si può rispondere con il nazionalis­mo di altri». Gli imprendito­ri hanno sempre di più maturato la consapevol­ezza - ha proseguito il presidente degli industrial­i - che «i fattori della produzione sono diventati quattro: al capitale e al lavoro si sono aggiunti la conoscenza e l’informazio­ne». Tra pubblico e privato la collaboraz­ione è sempre più forte: gli imprendito­ri “escono” dalle fabbriche grazie anche a strumenti - ha commenta- to Boccia - come l’art bonus, la detrazione per chi investe in cultura.

A riprova del nuovo corso - che ha avuto un significat­ivo debutto lo scorso maggio con la presenza di Franceschi­ni (la prima volta di un ministro dei Beni culturali) all’insediamen­to di Boccia - c’è anche l’ingresso di Confindust­ria come partner, a partire dalla prossima edizione, di Ravello Lab. Lo ha comunicato Alfonso Andria, presidente del Centro universita­rio europeo per i beni culturali, che insieme a Federcultu­re organizza a Ravello gli incontri internazio­nali sulle politiche culturali. Nell’ultimo appuntamen­to dello scorso ottobre, al quale si riferivano le raccomanda­zioni presentate ieri, sono state, tra l’altro, messe a fuoco alcune proposte per valorizzar­e i siti Unesco. «L’idea - ha affermato Claudio Bocci, direttore di Federcultu­re - è di creare intorno al grande attrattore culturale un ecosistema capace di generare sviluppo». Idee su cui - ha ricordato Silvia Costa, componente della commission­e cultura del Parlamento euoropeo - anche la Ue si sta muovendo.

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