Legame più stretto tra imprese e cultura
Per Franceschini e Boccia negli ultimi anni c’è stato cambio di passo
pTra il impresa e cultura c’è un legame sempre più stretto. E questo grazie all’accresciuta consapevolezza da parte del mondo imprenditoriale e della società civile che i due mondi possono e devono “contaminarsi”. Un tema su cui ieri hanno insistito il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nel corso della presentazione del rapporto del- l’ultima edizione di Ravello Lab. Franceschini ha sottolineato la centralità che le politiche culturali e gli investimenti in cultura hanno acquistato negli ultimi anni, un cambiamento di prospettiva «irreversibile». «La cultura - ha aggiunto il ministro - è crescita, lavoro e potente strumento di conoscenza», un antidoto contro le attuali divisioni.
La cultura è sinonimo di inclusione, ha affermato Boccia, e l’investimento in conoscenza ci inse- gna che «ai protezionismi di taluni non si può rispondere con il nazionalismo di altri». Gli imprenditori hanno sempre di più maturato la consapevolezza - ha proseguito il presidente degli industriali - che «i fattori della produzione sono diventati quattro: al capitale e al lavoro si sono aggiunti la conoscenza e l’informazione». Tra pubblico e privato la collaborazione è sempre più forte: gli imprenditori “escono” dalle fabbriche grazie anche a strumenti - ha commenta- to Boccia - come l’art bonus, la detrazione per chi investe in cultura.
A riprova del nuovo corso - che ha avuto un significativo debutto lo scorso maggio con la presenza di Franceschini (la prima volta di un ministro dei Beni culturali) all’insediamento di Boccia - c’è anche l’ingresso di Confindustria come partner, a partire dalla prossima edizione, di Ravello Lab. Lo ha comunicato Alfonso Andria, presidente del Centro universitario europeo per i beni culturali, che insieme a Federculture organizza a Ravello gli incontri internazionali sulle politiche culturali. Nell’ultimo appuntamento dello scorso ottobre, al quale si riferivano le raccomandazioni presentate ieri, sono state, tra l’altro, messe a fuoco alcune proposte per valorizzare i siti Unesco. «L’idea - ha affermato Claudio Bocci, direttore di Federculture - è di creare intorno al grande attrattore culturale un ecosistema capace di generare sviluppo». Idee su cui - ha ricordato Silvia Costa, componente della commissione cultura del Parlamento euoropeo - anche la Ue si sta muovendo.