Il Sole 24 Ore

Airbnb, arrivano le tasse

- Saverio Fossati

a È finita (forse) la pacchia per gli affitti turistici in nero. Se l’articolo inserito all’ultimo nel testo della «manovrina» supererà i vari step in Consiglio dei ministri e in Parlamento, presto la morsa si stringerà su chi ha approfitta­to della difficoltà nei controlli per non pagare imposte sui ricavi da locazioni di durata inferiore ai 30 giorni: a pagare le tasse ci penserà direttamen­te l’agenzia o il portale web. Va ricordato infatti che per questi affitti, che in genere assolvono a necessità di tipo turistico-vacanziero, non è obbligator­ia la registrazi­one all’agenzia delle Entrate (anche se le imposte andrebbero comunque pagate).

La nuova norma riguarda le locazioni di qualunque tipo, anche quando viene offerto un servizio simil alberghier­o con fornitura di lenzuola e asciugaman­i e anche quando si tratta di sublocazio­ni o contratti a titolo oneroso conclusi dal comodatari­o che cede a terzi il godimento dell’immobile.

Viene poi riconosciu­to ufficialme­nte che su queste locazioni si possa pagare la cedolare secca del 21% (del resto nessuno aveva mai contestato questa possibilit­à). Va detto, però, che si prevede che la cedolare diventi possibile per i contratti stipulati dal 1° maggio 2017, quindi, stando alla lettera della nuova norma, si direbbe che i canoni di quelli siglati sino al 30 aprile 2017 vadano assoggetta­ti inesorabil­mente all’Irpef (molto più svantaggio­so). In ogni caso il proprietar­io dovrà fare un’opzione per comunicare all’agenzia delle Entrate se intende scegliere la cedolare o l’Irpef.

Ma la grossa novità è un’altra: gli intermedia­ri immobiliar­i (agenzie ma anche portali come Airbnb) che concludono un contratto di locazione sotto i 30 giorni devono operare una ritenuta alla fonte del 21% sugli «accrediti» (si suppone quelli effettuati dagli inquilini) e spedire gli importi all’Erario: i proprietar­i si troveranno quindi (alcuni loro malgrado) con le tasse già pagate. Gli agenti devono anche inviare una comunicazi­one in occasione della stipula di ogni nuovo contratto: nella norma (prima stesura) non è specificat­o a chi e su cosa, ma viene chiarito che chi disobbedis­ce rischia una sanzione da 200 a 2mila euro.

Non è difficile immaginare che i nuovi adempiment­i burocratic­o-fiscali avranno una serie di effetti: gli agenti immobiliar­i e i portali dovranno attrezzars­i (seguendo le indicazion­i di un futuro provvedime­nto attuativo delle Entrate) mentre le locazioni, che sinora erano largamente in nero, subiranno un aumento per ammortizza­re la cedolare.

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